Essentia Loci Primitivo di Manduria Dop 2015 – Ognissole | Vino arrivato secondo a Radici del Sud 2018
di Enrico Malgi
L’azienda biologica Ognissole (nome che trae origine da un poema di Leonida da Taranto vissuto tra il III e IV secolo d.C.) è nata nell’anno 2000 e rappresenta una delle due costole di Feudi di San Gregorio presenti in Puglia insieme a Tenuta Cefalicchio. E’ guidata con acume e competenza dal Direttore Matteo Santoiemma. Com’è nello spirito dell’azienda madre, anche qui si producono grandi vini territoriali, che incontrano il favore dei critici e dei consumatori.
All’ultima edizione di Radici del Sud l’etichetta Essentia Loci Primitivo di Manduria Dop 2015 ha ottenuto in un colpo solo due prestigiosi riconoscimenti: la seconda posizione assoluta nella propria categoria di appartenenza e replica poi nella categoria dei Vini Bio sempre da parte della giuria dei Wine Writers.
Maturazione in acciaio e poi affinamento in barriques per un anno ed elevazione in vetro per altri quattordici mesi. Gradazione alcolica di quindici gradi e mezzo. Prezzo in enoteca di 15,00 euro.
La prima cosa che si riscontra è l’eccessiva gradazione alcolica. Ergo, questo vuol dire vino pesante ed un palato che butta fuoco. Ed invece non è così, al contrario ci troviamo al cospetto di un vino morbido, teso e gentile come se fosse quasi un bianco giovane, a dispetto di una notevole capacità di accumulo degli zuccheri com’è nelle corde del primitivo pugliese. Ma il primitivo, nelle sue variegate sfaccettature, per le sue molteplici anime che lo contraddistinguono e quando è poi lavorato bene come in questo caso, si dimostra un vino gradevole e beverino, perché nel suo dna possiede tannini affusolati ed un’ottima acidità. E poi, come il nome stesso sta ad indicare, l’uva viene raccolta precocemente al momento giusto di maturazione e questo consente di preservarne tutta l’acidità, che poi si tramuta in una beva fresca ed accattivante. Ad abundantiam, teniamo conto anche di un altro fattore positivo e cioè che le viti, allevate con il classico sistema ad alberello, hanno un’età molto avanzata, per cui l’uva sulla pianta si è bene assestata.
Detto questo, allora vediamo come ho trovato questo vino. Colore rosso rubino carico e lampeggiante. Bouquet estremamente espressivo è varietale, per cui si percepiscono sensazioni olfattive ricche di umori di uva passa, di confettura di mirtilli e di ribes nero. E poi ancora sublimi captazioni odorose di ciliegia, di fragola, di rabarbaro, di pepe nero, di cannella, di funghi, di cacao e di liquirizia. Palpiti ferrosi, iodati e sapidi. Parvenze di fiori rossi e di vegetali. Equilibrato, calibrato e bene bilanciato l’uso del legno piccolo, che smussa qualche piccola asperità. Bocca ampia per accogliere un vino solido, carnoso e bene strutturato, ma anche, come si diceva prima, fresco, gentile, equilibrato, rotondo, armonico, superbo, morbidamente tannico e perfino elegante. Intenso, persistente, ammaliante e leggermente dolcino il preciso finale. Serbevolezza infinita. Prezzo molto interessante. Da spendere su carne alla brace e formaggi stagionati. Azzarderei a questo punto anche una combinazione con un ottimo risotto alla milanese per fare contento un mio amico brianzolo.
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