Guida Espresso: ecco i 300 vini d’Italia al top nelle tre classifiche
Alla sedicesima edizione, la Guida I Vini d’Italia de L’Espresso si rinnova radicalmente: non più “generalista” ma “selettiva”, essenziale, agile, pensata e realizzata per l’appassionato curioso e il consumatore avveduto più che per gli esperti e gli addetti ai lavori.
Curata da Andrea Grignaffini e Antonio Paolini, la nuova Guida ha come focus TRE DISTINTE CLASSIFICHE, ordinate per valore, ma senza punteggio: i “100 vini da bere subito”, vini importanti ed eccellenti, che si possono stappare con piacere già dal giorno di uscita della Guida; i “100 vini da conservare”, cioè quelli destinati ad
affinarsi e migliorare nel tempo; i “100 vini da comprare”, per l’ottimo rapporto tra la qualità intrinseca e il prezzo sul mercato.
Il nucleo centrale della Guida è poi dedicato ai migliori vini delle denominazioni più importanti (oltre 120) ordinate per regione, ognuna introdotta da una cartina che evidenzia le principali denominazioni di origine
5 Commenti
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Mi piacerebbe capire, con che coerenza ad un degustatore possono piacere allo stesso modo i Montepulciani di Pepe e Valentini ed i vini di Casanova di Neri, oppure il Solaia e Tignanello?
Vi dovete decidere, o avete un gusto e ce lo fate sapere con coerenza nelle vostre scelte oppure promuovete solo i brand e continuerete a vendere le guide ai produttori, oppure a leggervele da soli!
Questi signori probabilmente prediligono il Centro è il Nord, infatti se leggete attentamente le tre classifiche abbiamo quasi sempre la stessa proporzione, Nord 35/40%, Centro 50% Sud e Isole un 10/15%, E adesso, non mi venite a dire che al Centro e al Nord ci sono più aziende vitivinicole! Purtroppo il divario tra Nord e Sud è questo, se non cambieranno le persone, sarà sempre così!
bah ste guide del caxxo andrebbero totalmente abolite, nessuna esclusa….forse l’unica, ma dico forse, che andrebbe risparmiata e’ la Vini buoni d’Italia del Touring club, le altre al rogo senza se e senza ma…
Lascio anche qui il commento come ho già fatto su Facebook (guarda caso con gli stessi numeri) per non far passare informazioni non corrette, nate dall’approssimazione e in alcuni casi dal pregiudizio.
Le percentuali reali sono queste: 22,33% per Sud e Isole (67 vini), 29,33% per il Centro (88 Vini), 48,33% per il Nord (145 vini).
Consideriamo che per il Centro c’è il grosso traino della Toscana e delle sue storiche denominazioni (38 vini).
Con questo penso di non dover aggiungere molto altro, la crescita del sud mi pare sia confermata anche dalla posizione di vertice di molti ottimi produttori, soprattutto campani.
Non era in risposta all’utente Marcello ma all’utente giacomo, scusate.