Es Salento Primitivo Igt 2016 – Gianfranco Fino
di Enrico Malgi
Ho scoperto che per fare un vino eccellente bisogna praticare la vela! Ma che dici? Non è vero è una boutade. Ed invece è proprio così. Conosco alcune persone che prima di diventare viticoltori di successo sono stati ottimi velisti da giovani. Due me li ricordo sicuramente, perché producono alcune etichette che nella loro categoria sono considerate dei veri must: Luigi Maffini col suo Pietraincatenata, che in gioventù prometteva di diventare un campione, e Gianfranco Fino con Es, che è stato istruttore velista patentato. Nell’anno 2000 Gianfranco ha avuto come allieva Simona Natale, cioè colei che è poi diventata la sua inseparabile ed insostituibile compagna di vita e di lavoro. Insieme formano una coppia molto affiatata ed in perfetta sintonia e che s’intende a meraviglia. Poi galeotto è stato l’incontro con Luigi Veronelli, che lo spinse sulla via del successo consigliandogli di riprendere ad interessarsi di viticoltura. E questa è stata una vera fortuna, per lui innanzi tutto e per tutta l’enologia nazionale.
Già proprio l’Es Salento Primitivo Igt. L’ultimo millesimo in commercio di Es è il 2016 e Gianfranco e Simona sono stati così gentili da farmelo assaggiare.
Lieve appassimento delle uve sugli alberelli vecchi di oltre sessant’anni coltivati in regime biologico ed infissi nella rossa terra della piana di Manduria e di Sava. Macerazione in tini di acciaio per tre settimane. Transito in barriques di rovere francese metà nuove e metà di secondo passaggio. Dopo nove mesi di maturazione il vino viene messo in bottiglia, dove sosta altri sei mesi prima di essere commercializzato. Gradazione alcolica di sedici e mezzo. Prezzo in enoteca di circa 50,00 euro.
Domanda principale: un rosso con questa elevata alcolicità e con le uve surmature non rischia di essere cotto e senza alcuna acidità? La risposta è semplicemente no! E lo vedremo dopo. Partiamo prima dal colore del vino: rubino carico, concentrato e luminosamente giovane. Il naso registra ampi e variegati respiri varietali: uva passa, confettura di mirtilli e di ribes nero, ciliegia, fragola (furaneolo), pepe nero e funghi prima di tutto. Impronte terziarie di goudron, mentolo, balsamo, liquirizia e cioccolato. La trama tannica di primo acchito è focosa e mordente, ma anch’essa subito dopo diventa gradevole e permissiva. La forza di questo vino poi è quella di sapere disegnare un quadro gustativo perfettamente antitetico. E così si riscontrano opulenza e morbidezza, potenza e vellutazione, carnosità ed eleganza, vigore e seduzione, austerità e finezza, imponenza e raffinatezza, esuberanza e rotondità. Per un vino moderno, scattante, caratteriale, territoriale, croccante ed in perfetto equilibrio tra tutte le componenti, compreso l’ottimo dosaggio del legno piccolo. Finale lungo e totalmente appagante. Migliorerà col tempo senz’altro. Insomma, siamo alla presenza di un altro capolavoro di Gianfranco e Simona, perché con questo neonato millesimo mister “Primitivo” ha fatto nuovamente centro! Sui saporiti piatti della terragna cucina pugliese, ma anche vino da centellinare lentamente vicino al camino in inverno così come ho fatto io. Chapeau!
Sede a Sava (Ta) – Via Piave, 12
Tel e Fax 099 7773970 – Cell. 348 8838639
[email protected] – www.gianfrancofino.it
Enologo: Gianfranco Fino
Ettari vitati: 22 – Bottiglie prodotte: 25.000
Vitigni: primitivo e negroamaro.
2 Commenti
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C’è chi è stato musicista e chi ministro chi professore e chi giornalista ma parafrasando Jannacci “ci vuole orecchio ci vuole tutto anzi parecchio”.Per fare un grandissimo vino ci vuole tanta testa e sopratutto cervello FINO.Che poi la vela,come tutti gli sport sotto il cielo,aiuti a riflettere e pensare ben venga perché il mare con il suo orizzonte infinito lontano ci fa guardare.PS Nonostante sia ben incorporato nella grande struttura l’alcol è un serio problema con giudici interzanionali che oltre i tredici e mezzo non vogliono sentir ragione e spesso penalizzano a priori questo capolavoro,ma ciò nonostante a questo orgoglio della viticultural del sud non mancano certo premi e riconoscimenti.Personalmente poi metto sullo stesso livello anche il Negramaro e,un gradino ancora più in alto, Es più Sole purtroppo quasi introvabile.Francesco Mondelli
A volte ci vuole tempo per poter conoscere bene i propri talenti da spendere. Con l’aiuto dell’esperienza, della maturazione personale, dello studio e del rapporto che si approccia con gli altri si riesce quasi sempre ad imbroccare la via giusta. Ti dirò poi caro Francesco che anch’io sono curioso di assaggiare l’etichetta Es più Sole, che come sai è un Primitivo Dolce Naturale, le cui uve appassiscono direttamente sulla pianta. Sarà per la prossima volta spero.