Es Primitivo Salento Igt 2021 Gianfranco Fino
di Enrico Malgi
Da alcuni anni a questa parte Gianfranco Fino, titolare insieme con la moglie Simona Natale dell’omonima azienda vitivinicola di Manduria, fa sempre assaggiare la nuova annata del suo più famoso, iconico e pluripremiato vino appena uscito sul mercato.
Stiamo parlando, per chi non l’avesse ancora capito, dell’ultimo millesimo di Es Primitivo Salento Igt 2021. Soltanto Primitivo allevato ad alberello sulla terra rossa nella piana tarantina tra Manduria e Sava. Raccolta delle uve a fine agosto leggermente surmature per il grande caldo che avviluppa tutto il territorio. Maturazione in legno per nove mesi e poi sosta per sei mesi in bottigliaprima della commercializzazione. Tasso alcolico di sedici gradi. Prezzo finale intorno ai 60,00 euro.
Suscita subito una forte emozione la vista del calice colmo di un vino così rubineggiante e splendente di gioia. Emozione che continua attraverso un radioso, invitante e goloso bouquet, nel quale si appalesano profumi di ciliegia ferrovia, prugna, ribes, mirtilli, more, fragoline di bosco, uva passa, fichi secchi, mandorla tostata, scorza d’arancia, violetta, timo, mirto, salvia, funghi, noce moscata, zenzero, curry, cardamomo, cannella, chiodi di garofano e pepe nero. In appressoanche fragranze terziarie di liquirizia, tabacco, caffè, balsamo, caucciù e goudron. Tutto questo è una impegnativa promessa fatta al naso da parte del vino, che deve trovare ovviamente piena conferma al palato. Ebbene vediamo cosa dice la bocca: contatto tattile di primo acchito voluminoso, performante, imponente, arroventato, avvolgente, opulento, austero, vigoroso, esuberante, potente, strutturato e solido. Ma poi il sorso si stempera subito in un fraseggio fatto di vibrante freschezza, morbidezza, sapidità, equilibrio, armonia, intensità, piacevolezza, sensualità, rotondità, raffinatezza, finezza e perfino eleganza nel suo sicuro incedere. Legno ben dosato.
Siamo appena all’inizio di un lungo e felice percorso. Affondo finale persistentemente appagante ed edonistico. Da abbinare naturalmente ai piatti della terragna cucina pugliese, senza disdegnare tuttavia qualche preparazione marinara col pomodoro e va bene anche sorseggiato da solo.
In definitiva si tratta di un eccellente millesimo, che migliorerà senza dubbio con l’andare del tempo, così com’è capitato alle bottiglie di annate precedenti.
Sede a Manduria (Ta) . Contrada Reni
Tel. e Fax 099 7773970 – Cell. 320° 7803978 – 348 8838639
[email protected] – www.gianfrancofino.it
Enologo: Gianfranco Fino
Ettari vitati: 23 – Bottiglie prodotte: 25.000
Vitigni: Primitivo e Negroamaro
6 Commenti
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Non c’è che dire: un’ottima confettura di uva…
La domenica si tratta bene dottor Malgi!Indiscrezioni a parte personalmente preferisco il Negramaro (pare che anche Fino da buon contadino e cervello fino sia dello stesso parere)ma il Primitivo non scherza come dicono i premi che raccoglie a piene mani e chiaramente su un buon ragù napoletano con sei ore di cottura lenta secondo me va a nozze che è una meraviglia.Ad maiora al produttore ed allo scrittore e buon autunno a tutti anche se l’estate pare non voglia assolutamente mollare la presa.FRANCESCO
Bravo Francesco è proprio così. Oltretutto hai anticipato tu la mia risposta al gentile signor Gigi.
Per carità, non lo giudico certo un vino cattivo, anzi, però ritengo che, visavia la sua esasperata concentrazione, risulti talmente stucchevole che, vuoi sul ragù o qualsivoglia altro piatto robusto, non riesci a berne che un bicchiere.
Se si serve leggermente più fresco, a 14/16 gradi, la bevibilità è perfetta e io riesco a berne più di un solo bicchiere.
Grazie Daniele per il sagace intervento. Cercheremo di seguire il tuo illuminato parere quando proveremo il nuovo millesimo.