EGO Festival, i numeri confermano il successo a Taranto | La cucina italiana declinata come prodotto culturale
Circa quattromila persone in tre giorni. Questi i dati conclusivi delle presenze che hanno affollato gli spazi del Castello Aragonese di Taranto partecipando alle numerose attività di Ego Festival (16 – 18 febbraio).
Numeri importanti per la prima edizione tarantina che ha registrato un grande successo anche sui canali multimediali. Sono state 158mila le impressions rilevate dalla pagina Instagram del Festival per un totale di 3100 visite nella sola giornata di domenica, giorno in cui la manifestazione ha aperto i battenti. Altrettanto importanti le rilevazioni registrate su Facebook dove sono 57mila gli account raggiunti in maniera organica e per 6154 volte i video sono stati visualizzati per più di 3 secondi. La piattaforma web, il sito sul quale sono stati caricati tutti i contenuti, si è rilevato un luogo dinamico e operativo: le analisi statistiche del sito egofestival.it hanno registrato 24358 visitatori per un totale di 47441 letture. Il picco delle visite è stato domenica 16, giorno di apertura di EGO Festival, quando 2628 utenti hanno navigato tra le pagine del sito informativo.
Insomma un successo reale ma anche mediatico per quello che vuole attestarsi come un riferimento culturale per chi opera nel mondo della cucina. Nell’anno in cui si celebrano i 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi, primo vero gourmet-trotter, la comunicazione nel food & beverage ha assunto un carattere sempre più strategico ed era inevitabile focalizzare l’attenzione sui cambiamenti in atto. Un tema a cuore per chi fa televisione, come il canale Food Network, terzo editore dopo RAI e Mediaset, che nella sua programmazione ha messo le persone al centro del racconto. “Quando mi hanno parlato di Ego in Puglia, mi si è accesa la scintilla: le storie del cibo, ha detto Gesualdo Vercio direttore del Canale Food Netwok durante il convegno di apertura – sono infinite. Ogni tanto mi chiedono se il cibo in TV si esaurirà, prima o poi. Quello che mi sento di dire è no: finché ci saranno persone a raccontarlo la narrazione sarà infinita”. Ma la cucina non è solo qualcosa per sfamare il corpo, ma ha ormai un linguaggio maturo per poter essere considerata arte a tutti gli effetti. È la teoria portata da Enrico Di Palma di Gourmet Concerto secondo cui “le arti tradizionali stanno sempre assumendo meno significato e forse quello spazio dato all’arte, di costruire senso intorno a qualcosa, lo sta prendendo la cucina”. Arte quindi bellezza. Come il video racconto presentato in anteprima mondiale da San Marzano vini che ha scelto di perseguire la bellezza scegliendo i contenuti a discapito della forma. “The pursuit of beauty”, il video racconto realizzato in Vietnam per conto della nota azienda vitivinicola tarantina narra una storia personale, professionale e aziendale con le tecniche del cinema per i social ma non con i tempi dei social. E anche il vino a Ego Festival è diventato un prodotto culturale.
Novità lanciata dal palco della kermesse, la Cozza Tarantina diventa plastic free. Durante il focus gastronomico sulla cozza, con ai fornelli gli chef Davide Guidara e Gianfranco Pascucci, il presidente della delegazione tarantina di Slow Food, Vincenzo Di Benedetto, ha mostrato una sperimentazione in atto nel Mar Piccolo dove, al posto della retina in plastica, si sta utilizzando quella in cotone.
Soddisfatti gli organizzatori. “Non speravamo in questa imponente risposta di pubblico interessato – commentano Monica Caradonna e Martino Ruggieri di Enogastro Hub. Siamo convinti che la scelta di portare il Festival a Taranto, che è ormai eletta a sede ufficiale di EGO, sia stata ponderata e azzeccata. Taranto riparte dalla sua identità e lo fa con il supporto del meglio della cucina italiana”.
Spenti i riflettori sull’edizione 2020, si inizia a programmare da subito il prossimo appuntamento. “Vogliamo che EGO resti a Taranto – ha commentato il sindaco della Città dei Due Mari Rinaldo Melucci – e lavoreremo perché questo festival possa mettere radici in riva allo Ionio.”