Donne produttrici: il vino italiano al femminile 42| Daniela Adanti


daniela adanti con la figlia Stella

daniela adanti con la figlia Stella

di Chiara Giorleo

Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.

Oggi lo chiediamo a Daniela Adanti

Daniela Adanti è titolare, insieme alla figlia Stella, della nota azienda umbra Adanti (Home – Adanti) nata negli anni ‘70 del secolo scorso, dall’intuizione di Domenico Adanti, il quale decide di acquistare la villa di Arquata allo scopo di crearvi una cantina moderna per poi coinvolgere l’amico Alvaro Pallini che diede un contributo cruciale.

 

Quando e come hai iniziato a fare vino?

Nel 1995, a seguito della perdita di nostro padre Domenico, fondatore dell’ Azienda Agricola omonima io e   mia sorella Donatella, abbiamo di fatto preso le redini di quella che all’epoca era già un’attività sicuramente radicata nel tessuto vitivinicolo settoriale della produzione di Sagrantino e aggregati (Montefalco) ma che poi qualche anno dopo, ha vissuto un’autentica rivoluzione territoriale con la triplicazione (siamo all’inizio del nuovo millennio) delle superfici vitate e con la venuta nel Montefalco di competitor nazionali. Da due anni a questa parte, sono di fatto unica proprietaria e conduco l’Azienda insieme a mia figlia Stella. La nostra Azienda è a tutti gli effetti “storica” non solo perché ormai ha 50 anni d’esperienza ma perché insieme ad altre cantine del territorio ha contribuito ad implementare un’idea di prodotto che ci viene riconosciuto in tutto il mondo e, cosa non secondaria, ha costruito (di questo sono orgogliosa) un “paesaggio” oltre che un modello economico aziendale di primo piano.

 

Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?

Agli inizi, come gran parte di chi si avviava a lavorare con il vino, la Francia è stata, e non poteva non essere, il modello di riferimento; del resto la rivoluzione enologica in corso, quando nostro padre decise di lanciarsi in questa avventura, era già in corso con l’acquisizione di tecniche agricolo enologiche d’oltralpe e adattate alla nostra grande tradizione fondata sulla biodiversità, di cui il Sagrantino è testimone. Nel nostro caso poi la “rivoluzione francese” è avvenuta grazie alla presenza di Alvaro Palini, che ha affiancato nostro padre dall’inizio dell’avventura imprenditoriale nei primi anni settanta ed è rimasto in azienda sino al 2017. Alvaro aveva lavorato a lungo in Francia, anche se in settori completamente diversi, ritornato in patria sull’onda di quanto già accadeva a livello eno-vitivinicolo, ha contribuito, anche se non senza problemi, a dare un’impronta francese anche se oggi è universalmente riconosciuta come internazionale. Ad oggi è indubbio che il nostro territorio è un modello di riferimento dinamico, con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno per non cullarci sugli allori. Mi sento di dire che il Sagrantino ha una sua identità che necessita più che di comparazioni, di assoluta e profonda meditazione, sulle inesplorate potenzialità che ci fornisce.

 

Qual è la tua firma stilistica?

Il nostro ideale, perseguito con dedizione, è il “Sagrantino”, ovvero un grande dono della natura, selvaggio, difficile da avvicinare che ha una matrice enologica storico religiosa e che noi, naturalmente non i soli, vogliamo rendere fruibile e il più possibile internazionale. Con questo non è nostra intenzione dettare canoni o protocolli, in un certo senso siamo sempre all’ascolto di quello che la natura e le stagioni ci dicono e offrono; ovvio, e senza dubbio, lavoriamo su lunghi periodi in un mondo che pretende di bruciare il tempo.

 

Come ti muovi in azienda in tema di sostenibilità, anche sociale?

Da sempre resilienti, per forza; l’essere un’impresa è già valore sociale, che nel nostro caso è Istituzionalizzato da scelte ormai acquisite come collaboratori dipendenti, tutti locali e contrattualizzati sulla base dei dettami di legge, sia a tempo indeterminato che determinato; abbiamo adottato da anni approvvigionamento energetico fotovoltaico che non incide su superfici a terra, tutte impiegate a vigneto e infine adottiamo il protocollo biologico.

 

Qual è/può essere il contributo della donna rispetto a queste nuove sfide?

Come ho detto precedentemente la nostra è un’esperienza storica “al femminile”; in senso stretto se c’è coraggio, amore, dedizione ma necessariamente anche intelligenza non vedo differenziali, la vera sfida è la natura del nostro tempo, che come sempre è insidiosa.

 

Il ruolo della donna è adeguatamente riconosciuto nel nostro settore a tuo parere?

La mia esperienza, come ho detto è stata scandita da fattori di massima necessità e ho vissuto sempre in un ambito di impresa familiare, che in quanto tale, impone scelte economiche razionali, che, per forza di cose, vanno oltre il ruolo femminile o maschile; storicamente l’ambiente è dominato da retaggi “patriarcali”, ma sicuramente ad oggi, le cose stanno cambiando, non perché dettate da fattori culturali ma perché la struttura imprenditoriale-familiare, impone ricomposizioni che, come è accaduto per me, vede oggi molte più imprenditrici.

 

Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?

Viviamo un’epoca dominata da grande instabilità; abbiamo superato un esame importante quale il periodo pandemico, siamo ora in una fase di contrazione economica internazionale complessa e di cui non si vede ancora la fine, in più combattiamo con crisi ambientali in corso e prossime venture; vantaggi? Avere fede in sé e speranza, due termini declinati al femminile.

 

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 38| Le sorelle Cotarella

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 39| Albiera Antinori

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 40| Antonella Lombardo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 41| Roberta Ceretto

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