Donne produttrici: il vino italiano al femminile 40| Antonella Lombardo


Antonella Lombardo

Antonella Lombardo

di Chiara Giorleo

Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane. Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.

Oggi lo chiediamo ad Antonella Lombardo

 

Antonella Lombardo è titolare dell’omonima azienda che nasce nel gennaio 2019, prima di allora solo una grande passione per il vino, per la mia terra.
Un passato da avvocato a Milano prima, in Calabria poi e, di punto in bianco, dopo aver frequentato un corso sommelier, la decisione di abbandonare la toga, gli atti, i tribunali per fare vino a Bianco, suo paese d’adozione e con una tradizione nella produzione del vino passito.
Il progetto sin da subito è chiaro: si farà vino utilizzando e recuperando i vitigni del territorio, la storia e la cultura enologica esistita nel passato ma andata in parte persa, da gestire con scelte, oculate, lavori precisi, zelo e passione per fare la differenza.
Inizia a prendere in affitto dei terreni già vitati, acquista vigne e terreni vergini su cui far sorgere nuovi impianti e allestisce in un paio di mesi una cantina con la consulenza di Stefano Dini in vigna e dr. Emiliano Falsini in cantina. Sceglie per la bacca bianca il Greco Di Bianco clone di Malvasia Delle Lipari e Mantonico che ritiene il vitigno a bacca bianca per eccellenza della Calabria tutta; per la bacca nera Gaglioppo, Calabrese Nero e Nerello Mascalese con l’intento di portare nel calice le peculiarità dei vitigni, il terreno in cui nascono e prendono forma le annate.
Segue in prima persona la gestione agronomica, così come la vinificazione in cantina, coadiuvata da uno staff che coopera e collabora. La produzione è passata da circa 14.000 a 20.000 bottiglie con l’idea di arrivare a 30.000. I riconoscimenti arrivano sin dalla prima annata, la 2019.

 

Quando e come hai iniziato a fare vino?

Ho iniziato ad occuparmi di vino come produttrice nel 2019, prima ero comunque molto attratta dal mondo enologico ma semplicemente quale sommelier alla ricerca di sempre nuovi areali produttivi e con tanta voglia di assaggiare per scoprire i territori attraverso i calici di vino.

 

Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?

Beh in Italia il Piemonte (in particolare le Langhe) e la Toscana (Bolgheri, Chiantigiano e Montalcino), all’estero la Borgogna, con le sue infinite parcellizzazioni, diversità di suolo che influenza inevitabilmente i vini.

Il fil rouge tra Italia e estero, ma che contraddistingue anche il mio progetto è l’espressivita che il vino riesce a dare del luogo in cui nasce.

Percepire le annate, i territori o addirittura i sub-territori (le zone, i cru, le parcelle) e i vitigni all’interno di una bottiglia di vino lo trovo un capolavoro.

 

Qual è la tua firma stilistica?

Potrei aver già risposto a questa domanda. La mission della mia azienda è da sempre l’identità! Chi assaggia le mie etichette deve poter pensare al vitigno da cui sono prodotte, al sole, al mare e alla brezza che carezza i vigneti, ai calanchi marini dove affondano le radici delle mie viti, ma anche alla finestra, ai capperi, alle piante di ficodindia, alla macchia mediterranea che circonda l’azienda ed anche al l’Aspromonte che ci protegge le spalle.

Ecco, essere identitari significa per me produrre vino che possa trasmettere il territorio in cui quel vino nasce, avere una netta percezione di trovarsi in quella vigna in cui l’uva è stata vendemmiata.

 

Come ti muovi in azienda in tema di sostenibilità, anche sociale?

In merito alla sostenibilità ambientale l’azienda prova a contribuire sia in vigna che in cantina alla salvaguardia del territorio, ad una gestione ecologica dei terreni nonché alla promozione del contesto campagna, come luogo di contatto con la terra.

Certo le ultime annate ci hanno messo a dura prova, bassissime rese causate da malattie, crisi idrica e assolazione, ma credo siano circostanze che aiutano a riflettere, come se fossimo messi alla prova.

C’è un gran parlare a livello internazionale di proposte di estirpo, di vino invenduto. Basterebbe produrre meno (quello che poi le ultime due annate ci hanno riservato) e la produzione si allineerebbe ai consumi, con produzioni sostenibili, di minor impatto ambientale e con l’utilizzo di tecniche di gestione agronomica dei terreni tesi a non “inquinare” il terreno e l’aria. La viticoltura biologica impone senza ombra di dubbio una rimodulazione delle rese in vigna e a pari modo in cantina.

Penso al vino come strumento sociale. In una terra qual è la mia, bassa costa Jonica Reggina, il vino dopo e la viticoltura prima potrebbero essere degli strumenti su cui puntare affinché il contesto sociale in cui si opera si innalzi. Dalla manodopera, alla fruizione di servizi, adeguatamente di supporto all’azienda/e si potrebbe facilmente ridurre la dispersione scolastica e la microdelinquenza. Puntare sul turismo green, potrebbe far parte di un nuovo modo di vivere i territori, soprattutto quelli a bassa densità demografica, che stanno diventando paesi fantasma.

 

Qual è/può essere il contributo della donna rispetto a queste nuove sfide?

Continuando il discorso intrapreso con la precedente domanda, penso al sociale inteso donna. Faccio parte del gruppo donne del vino Calabria, e con le socie abbiamo e stiamo portando avanti un progetto, “korale” , in collaborazione e a supporto del centro anti violenza lanzino di Cosenza.

La vigna, in un certo qual modo, la vedo donna, necessità di lavori di pazienza e precisione, dettaglio e ordine, va allevata e cresciuta con dedizione e cura. Chi, più della donna, e non me ne vogliano gli uomini, conosce e pratica i termini ‘cura dedizione pazienza’?

 

Il ruolo della donna è adeguatamente riconosciuto nel nostro settore a tuo parere?

Non mi sento di fare vittimismo e scrivere che il ruolo della donna sia emarginato nel mondo del vino, tutt’altro. Se pensiamo al passato a Madame Cliquot, Madame Leroy, e oggigiorno Elena walch, Arianna Occhipinti, Donatella Cinelli Colombini (elenco non esaustivo ma che rende l’idea) la donna è sempre stata al centro di importanti produzioni enologiche.

Soprattutto oggi che esistono dei servizi che consentono alla donna-madre di poter portare avanti comunque la famiglia, educare i figli, non credo che si possa parlare di ambiente in cui non si riesca ad emergere o sia più difficile emergere. In tal senso si pone comunque la considerazione da ultimo effettuata in riferimento alla domanda 4.

 

Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?

Il vino, così come l’agricoltura in generale, sta soffrendo un periodo di contrazione, dettata dalle varie congiunture economiche e da nuovi pensieri, interpretati in maniera integralista.

È diventato difficilissimo sopportare gli aumenti smodati dei prezzi delle materie prime, soprattutto per le piccole aziende. Cionondimeno il vino italiano, al pari di quello francese, hanno la fortuna di esser visti come storia, si comunica cultura, esperienza e la cosa risulta accattivante e pertanto trainante.  Pertanto per quanto difficile possa essere produrre, altrettanto semplice risulta la comunicazione di un prodotto che è sinonimo di qualità. Se, unitamente a dei correttivi obbligati, si è riusciti a superare lo scandalo del metanolo (che nel suo essere stato un danno importantissimo, al pari è diventato un’occasione favorevole per dare la svolta all’enologia italiana), anche queste ultime prove di forza verranno superate brillantemente.

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 38| Le sorelle Cotarella

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 39| Albiera Antinori

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