Donne produttrici: il vino italiano al femminile 38| Le sorelle Cotarella


da sx Enrica, Dominga e Marta Cotarella

di Chiara Giorleo

Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.

Oggi lo chiediamo a Marta, Dominga ed Enrica Cotarella, cugine all’anagrafe, sorelle nel cuore e nella vita, dal 2016 alla guida di Famiglia Cotarella. Di recente Marta ha assunto il ruolo di Amministratore Delegato di Famiglia Cotarella, mentre Dominga divenuta Presidente nazionale di Terranostra, è Presidente e Direttore Commerciale dell’azienda di famiglia; Enrica ricopre il ruolo di Direttore della Comunicazione e Marketing.

 

Quando e come avete iniziato a fare vino?

Dominga, Enrica e io siamo la terza generazione della nostra famiglia a produrre vino, spiega Marta Cotarella. Per tutte e tre, quindi, non c’è stato un momento preciso di inizio, perché il vino ha fatto parte della nostra vita da sempre.  Anche quando è avvenuto formalmente il passaggio generazionale alla guida dell’azienda, nel 2016, noi tre eravamo già dentro ai processi decisionali da tempo, anche se da quel momento abbiamo voluto dare una nostra impronta distintiva.

 

Quali sono i vostri riferimenti o le zone di ispirazione in Italia e all’estero?

Sicuramente la Francia è stata il Paese a cui più spesso ci siamo ispirati. Alcuni dei nostri vini come il Montiano, ottenuto da uve Merlot impiantate in una terra, come quella della Tuscia, tradizionalmente vocata ai bianchi, o il Soente, frutto di un percorso di sperimentazione su diversi cloni di Viognier, hanno dimostrato che con studi attenti e un’azione curata nei minimi dettagli, anche in zone considerate non vocate per quei vitigni si possono ottenere ottimi vini, per questo fortemente innovativi. In generale, amiamo molto le zone di confine, come appunto la Tuscia, tra Umbria e Lazio, perché più ricche ed espressive.

 

Qual è la vostra firma stilistica?

Oggi, la firma stilistica dei vini di Famiglia Cotarella è quella dell’enologo Pierpaolo Chiasso, che sta proseguendo l’opera di Riccardo Cotarella, ma con un suo stile riconoscibile, caratterizzato da una continua ricerca di equilibrio, di attinenza tra vino e territorio.

Dal punto di vista aziendale, Dominga, Enrica e io abbiamo voluto dare, come dicevo prima, una nuova architettura di marca a Famiglia Cotarella, grazie all’ideazione e realizzazione di progetti paralleli, come Intrecci (Accademia di Sala ed Accoglienza) e Fondazione Cotarella (per la lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare) che, seppure in settori apparentemente lontani da quello enologico, sono in grado di ampliare l’orizzonte dell’azienda stessa con nuovi stimoli e nuove prospettive.


Come vi muovete in azienda in tema di sostenibilità, anche sociale?

La sostenibilità è un tema a cui Famiglia Cotarella è sempre stata molto attenta e che, in questi ultimi anni, è divenuto imprescindibile. Non abbiamo una produzione certificata bio ma abbiamo sempre avuto un’attenzione particolare all’ambiente, al territorio. Da tempo ci siamo organizzati e stiamo ancora investendo per avere una produzione sostenibile al 100% dal punto di vista energetico. Sul piano sociale, allo stesso modo, stiamo lavorando per ottenere a breve la certificazione di parità di genere. Del resto, alla guida dell’azienda ci sono tre donne e non potrebbe essere diversamente. Siamo anche particolarmente attente al benessere dei nostri dipendenti, che sono una parte fondamentale di Famiglia Cotarella.

 

Qual è/può essere il contributo della donna rispetto a queste nuove sfide?

Sicuramente noi donne abbiamo, per natura, una maggiore sensibilità rispetto a certe tematiche. La donna tendenzialmente riesce a gettare lo sguardo oltre la siepe, come si dice, e questo fa sì che abbia delle prospettive per il futuro più ampie e lungimiranti a volte. Nella nostra azienda la componente femminile è preponderante a tutti i livelli e siamo particolarmente contente di questo.

 

Il ruolo della donna è adeguatamente riconosciuto nel nostro settore a tuo parere?

Riteniamo che negli ultimi anni si siano fatti concreti passi avanti in questo senso e che il ruolo delle donne in cantina sia sempre più riconosciuto e apprezzato proprio per le caratteristiche che dicevo prima, non solo nelle diverse aree della gestione aziendale, ma anche nei ruoli tecnici in cantina, fino a poco tempo fa appannaggio degli uomini.

 

Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?

Le difficoltà di fare vino non sono poche ai giorni nostri. L’eccessiva burocratizzazione del settore è, senza dubbio, la complicazione con cui ci troviamo a fare i conti ogni giorno. Ma a noi piace molto di più parlare dei vantaggi. Produrre vino in Italia significa, per esempio, avere a disposizione una biodiversità unica che permette sperimentazioni e innovazioni in termini produttivi molto più ampie e interessanti rispetto ad altre zone del mondo.

 

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello

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