Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato


Nadia Zenato - vigneti Valpolicella

Nadia Zenato – vigneti Valpolicella

di Chiara Giorleo

Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.

Oggi lo chiediamo a…Nadia Zenato

Eclettica per natura, desiderosa di affrontare sempre nuove sfide e di mettersi in gioco, Nadia Zenato ha da subito sentito che il suo destino sarebbe stato legato alla sua terra, ma anche alla voglia di viaggiare, scoprire il mondo e confrontarsi con altre realtà. Oggi si occupa di strategia, della rete vendita e del marketing dell’azienda di famiglia Zenato.

Zenato  è una fiorente realtà che possiede circa 90 ettari di vigneti, nata a Peschiera del Garda negli anni ‘60, ed estesasi in Valpolicella, dove ha dato avvio ad un tenace lavoro di perfezionamento sui vitigni autoctoni come la Corvina e l’Oseleta, un passo questo decisivo per il suo successo internazionale che la vede oggi presente, grazie anche allo slancio e alle strategie di sviluppo volute da Nadia Zenato, in oltre 65 Paesi del mondo con vini come Lugana, Valpolicella, Ripasso e Amarone.

Al lavoro in azienda ha affiancato da sempre la consapevolezza, ereditata dal padre, di non dare mai niente per scontato. L’amore per la sua terra e per l’estetica, la volontà di spingere i limiti più in là, l’hanno portata a mettersi in gioco, insieme alla madre Carla Prospero, con un’altra personalissima sfida: creare un vino rosso in terra di bianchi, il Sansonina.

Dal mondo del vino, dalla sua personale sensibilità per il paesaggio, l’armonia delle forme, l’artigianalità e l’arte, Nadia Zenato trae ispirazione anche per un proprio personale percorso creativo che l’ha portata a dare vita alla linea di gioielli ispirata al mondo del vino, Nadia Zenato Jewelry.

Attiva nelle associazioni di categoria, fa parte anche di YPO – Young Presidents’ Organisation, un network internazionale che raggruppa in 125 paesi oltre 22.000 imprenditori e manager con l’obiettivo di condividere idee ed esperienze e di raggiungere più alti obiettivi di crescita sia umana che professionale.

 

Quando e come hai iniziato a fare vino?

Fin da bambina sentivo il profumo del vino, giocavo in mezzo ai vigneti, l’amore per questa terra e questo lavoro l’avevo nel DNA!

Ed è così che ho da subito sentito che il mio destino sarebbe stato legato alla nostra terra. L’ingresso nell’azienda di famiglia è stato un passaggio molto naturale.

Mio padre aveva visto subito in me il volto di Zenato. Il mio impegno è fin da subito stato quello di promuovere i nostri vini e nello stesso tempo la cultura del vino, di comunicarla e diffonderla in un modo diverso, con quel particolare spirito di squadra e quel tocco femminile che ci accomuna, con quella passione e quella attenzione al dettaglio che sa trasferire ad un prodotto anche tutto un mondo fatto di valori ed emozioni.

 

Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?

In Italia sono sicuramente le Langhe per l’eleganza e la pulizia dei vini e il fascino del paesaggio. Oltre che la Toscana, dove abbiamo acquistato agli inizi del 2000 una piccola tenuta a Bolgheri, Podere Prospero, affascinati proprio da una terra unica, sospesa tra il blu del mare, l’azzurro del cielo e il verde delle vigne.

All’estero, la Borgogna per la capacità di produrre vini eleganti, piacevoli e saperli valorizzare sul mercato con un posizionamento alto.

 

Credi che lo stile produttivo possa cambiare tra uomo e donna?

Non credo che lo stile sia un problema di genere, ma è l’espressione di chi lo fa. Nei nostri vini cerchiamo di mettere noi stessi, la nostra storia, le nostre passioni, il nostro sguardo verso il futuro, attento ovviamente anche ai gusti dei nostri consumatori.

 

Qual è la tua firma stilistica?

Amo i vini fini, eleganti e dalla grande bevibilità.

Sono donna di rossi, l’Amarone ovviamente è il mio primo grande amore.

E il vino in cui mi riconosco di più è il Sansonina, una sfida intrapresa anni fa con mia madre, quella di produrre un grande rosso in terra di bianchi. Un Merlot che riesce ad esprimere straordinarie complessità e suggestioni, raccontando un territorio unico e irripetibile: il Garda.

 

Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?

Le maggiori difficoltà si riscontrano a causa della burocrazia e dell’incertezza economica internazionale. E del cambiamento climatico. Un problema che si pone sempre più alla nostra attenzione e che deve essere affrontato seriamente anche ai livelli istituzionali.

Il vino Italia si propone al mondo come un’eccellenza unica e inimitabile, grazie alla grandissima varietà di vitigni autoctoni, di paesaggi, di tradizione e cultura.

 

In che direzione sta andando il vino italiano secondo te?

La domanda del vino italiano è molto forte, sia in Italia sia all’estero. E ciò deve spingerci a continuare a fare promozione in modo coeso per promuovere sempre più il valore “Italia”.

Il consumatore inoltre è sempre più informato, preparato e consapevole, e ciò lo porta a fare esperienze, a visitare le nostre cantine. L’enoturismo è sicuramente una leva importante su cui continuare a puntare, valorizzando la qualità non solo del vino, ma anche del territorio e delle persone che lavorano per rendere grandi i nostri vini.

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi