Donnaluna 2011 Fiano Cilento dop, un po’ di autocritica
VITICOLTORI DE CONCILIIS
Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Sono stato spesso accusato di cerchiobbotismo e di buonismo verso i vini del Sud, in ciascuno cerco di trovare uno spunto che ne giustifichi la beva, e spesso basta appellarsi alla non omologazione. All’essere cioé distanti dai prototipi di morbidezza dilagati negli anni ’90.
Sicuramente con i bianchi è più facile: sono tempi in cui l’avanguardia premia l’acidità, la cosiddetta verticalità, il salato. E bianchi campani lo sono naturalmente, quasi ovunque.
Più difficile il discorso per i rossi, dove maggiore è stato l’interventismo e più debole la tradizione generale, fatta eccezione per il Piedirosso che non a caso è il vitigno che forse più di ogni altro è riuscito a centrare la sua naturalezza espressiva (cit. Rizzari) con le bottiglie di una decina di produttori tra Campi Flegrei e Sannio.
Il Donnaluna bianco 2011 invece è stato una sorta di enigma. Alle prime battute lo avevo trovato stanco, senza verve particolare e senza neanche la voglia di piacere a tutti i costi delle precedenti edizioni. Anche bevuto coperto non aveva riscosso consenso, né mio e né degli altri degustatori.
Per caso becco l’ultima bottiglia alla Pergola di Paestum e la curiosità, benedetta questa qualità di cui ho sempre riserva abbondante ogni giorno verso le cose e gli uomini, mi spinge ad aprirla.
Esce un vino fresco, lungo, ricco, capace di allungare il passo nel palato senza alcun problema, decisamente fuori dagli schemi eccessivamente fruttati che segnano il Fiano nei territori non vulcanici e caldi come il Cilento e la Puglia.
Un vino con ampie prospettive di miglioramento.
Un po’ di autocritica, allora, per un vino che non ho capito alle sue prime battute.
Ma anche di autocompiacimento per il mio proverbiale cerchiobottismo che mi ha sempre evitato di dover dimostrare di capirne demolendo il lavoro degli altri.
Il vino è attesa, capacità di ascolto, umiltà.
Soprattuto quando non piace.
PRIGNANO CILENTO
Contrada Querce, 1
Tel. e Fax: 0974/831090
www.viticoltorideconciliis.it
Enologo: Bruno De Conciliis
Ettari vitati di proprietà:25
Bottiglie prodotte:250.000
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
Onore e merito, allora, a tutti quei ristoratori ed enotecari che ci hanno creduto da subito, prima che Parker smuovesse le coscienze e prima che le bottiglie finissero. Per i vini di Bruno, dopo tante medaglie al valore una medaglia alla memoria..
Battute a parte, credo che la leale autocritica del Sig. Pignataro e l’esortazione alla curiosità, dovrebbero essere monito ed occasione di riflessione per quanti continuano a riporre in guide, app e classifiche una fiducia tanto cieca che nemmeno le stesse oserebbero promettere.
Giusto giusto ecco le mie pubbliche considerazioni sul fiano :
Misura e controllo non dovrebbero mai mancare quando si crea qualcosa, abbandonarsi a un concetto, innamorarsi di una idea e abbandonarvisi è giusto talvolta nella vita ma non sempre con il vino.
Fin dall’inizio ho pensato il Donnaluna fiano come un vino che avesse la immediatezza leggera e fresca del bianco, sin dai primi esperimenti dell’antece il caro amico Luciano Di Lello mi mise in guardia “un bianco pur nella complessità deve essere immediato, leggero come Mozart, questo vino è buono ma greve,
cerebrale come Bach “ , una lezione che credevo di aver introiettato così tanto che nelle successive edizioni dell’Antece ho tolto e tolto inutili sovrastrutture scarnificando il vino fino alla sua essenza, trovando pian piano quello che veramente mi interessava esprimere .
Ecco il donnaluna fiano 2010 che nonostante i sei giorni di fermentazione con le bucce manteneva beva e si donava senza se e senza ma, ancor meglio, quello col migliore equilibrio acido/dolce
aveva chiuso pienamente la fermentazione malolattica, era idoneo quindi ad essere imbottigliato senza l’onta della filtrazione. Mancava ancora qualcosa, una lunghezza, una pienezza che avrebbe
completato il vino e reso finalmente grande come volevo, ecco che approcciando il 2011 ho avanzato una serie di ipotesi che mi consentissero di portare il lavoro a compimento.
A vino finito eravamo proprio contenti in cantina, ecco la pienezza e la lunghezza che cercavamo, il vino si esprimeva rilassato, privo dell’amaro in chiusura e finalmente lungo, naturale, appagante,
orgogliosi lo abbiamo presentato ai clienti con la sua etichetta sottosopra a dire : bevimi a canna, dissetati senza il bicchiere, prendimi. Per molti vecchi e nuovi affezionati ai nostri vini è stata la conferma della missione che ci distingue da sempre, la ricerca della espressività del vino nel rispetto
del vitigno e della cultura cilentana, per altri enologi, sommelier o semplici bevitori quel vino era sbagliato, ossidato, sgradevole. Confermo che era esattamente come lo abbiamo voluto, sorvolo
pietosamente sulla presunta ossidazione, quanto alla gradevolezza ero cosciente di aver prodotto un vino selettivo, rivendico da sempre questo carattere ai miei vini, non sono fatti per piacere a tutti, è più importante che rimangano onesti ed espressivi. Il limite di questo fiano 2011 é il vecchio Johan Sebastian che si è presentato col suo parruccone e lo sguardo severo, note rincorrentesi senza respiro dispiegandosi secondo regole matematiche riempiendo gli spazi, occupando ogni possibile angolo, lasciando la bocca secca e stanca.
Beva beva beva ! È stato l’urlo di guerra della vendemmia 2012, abbiamo raccolto dieci giorni prima incassando freschezza in una annata calda, abbassato di molto la temperatura in fermentazione solida e limitato la malolattica ottenendo più cattiveria, per il resto niente solforosa e pienezza espressiva, lo sottoponiamo sereni al vostro giudizio certi che se anche il traguardo non è alle spalle lo vediamo vicino davanti a noi.
il fiano donnaluna è così, un anno lo trovi completo, l’anno dopo ti pare sottotono. non ho dubbi, è il vitigno che ci sfotte :-)
buona pasqua al buon bruno!
quanti sapientoni del dopo Parker, è tutto cosi greve monotono …