Don Vincenzo De Luca, parroco di Capodichino: anche la pizza ha la sua Teologia
Dalla nostra newsletter nr. 1/2020 di 50 Top Pizza avente per tema “La famiglia, la pizza e il successo”, un’interessante intervista a monsignor Doriano Vincenzo De Luca fatta da Laura Guerra
approfondisce come la pizza diventi patrimonio di tutti, alimentando il valore della convivialità.
C’è qualcosa di misteriosamente originario e di straordinariamente quotidiano nella pizza. Un nucleo, un grumo, una sapienza che possono essere letti e compresi anche con le categorie della religione e della fede.
Proviamo a farlo con monsignor Doriano Vincenzo De Luca, parroco della comunità Immacolata Concezione a Capodichino, giornalista – direttore della rivista Ianuarius e vicedirettore del settimanale diocesano Nuova Stagione, Prelato di San Gennaro.
- Cosa significa pizza?
Le origini dell’etimo sono incerte, tuttavia fra le più accreditate abbiamo “placunta” cioè placenta dal greco e “bissen” boccone dal tedesco ed immediatamente assume il valore di nucleo generativo e della condivisione.
- Significati che appaiono dotti, come si coniugano nel mondo pizza di oggi?
Il senso etimologico diventa senso comune nei gesti ripetuti dei pizzaioli e quando tutti noi mangiamo una pizza. Da cosa parte un pizzaiolo? Da un impasto semplice fatto di pochi ed essenziali ingredienti: farina, acqua, lievito, un po’ di sale. L’insieme è un grumo che genera una palla rigonfia; ogni pizzaiolo ha il suo impasto con il quale intesse un dialogo segreto di fiducia riposta con la sicurezza che potrà preparare e cuocere una pizza che altri condivideranno. Perché mangiare insieme ha un enorme significato.