I dolci di Natale. Le Pastorelle di Cuccaro Vetere: il castagno, il Cilento e la longevità


Le pastorelle


di Maura Ciociano

In quel meraviglioso lembo di territorio salernitano, che da Paestum degrada verso Palinuro, al suo interno e più precisamente dai 600 metri in sù cresce e regna un albero tra i più longevi: il castagno.

Il termine castagno deriva dal greco kàstanon ed indica una pianta che può vivere fino a mille anni, raggiungere i trenta metri di altezza e sei – otto di diametro del tronco. La diffusione in zona, quasi con certezza, ebbe inizio con l’arrivo dei Greci, proseguì con i Romani, e raggiunse il culmine con i monaci, primi veri ed eccellenti agricoltori del territorio.
Da allora, senza soluzione di continuità, gli abitanti hanno sfruttato l’albero sia per risorsa alimentare che tecnologica (legname da opera ed in agricoltura come sostegno per la vite).  

Insomma, il castagno nel Cilento è nel Dna degli abitanti, ne caratterizza l’identità, il modo di essere, e perché no la longevità. Il Cilento è difatti terra di ultracentenari ed è per questo oggetto di studio da parte di numerose Università.

Il castagno è un albero imponente, duro e longevo, tutte caratteristiche proprie dei cilentani.
Dall’abilità dolciaria delle donne di Cuccaro Vetere e dal frutto di quest’albero è nato un dolce della tradizione natalizia: la pastorella.

Il nome probabilmente ricorda qualche giovane e bella ragazza del luogo o una figura del presepe, la forma evoca le stelle della Notte Santa.

Di seguito, per voi, la ricetta delle pastorelle cuccaresi, quella della mia famiglia.

La preparazione

 

 

Per la realizzazione della farcia, in un recipiente, aggiungere alla purea di castagne, tutti gli ingredienti e mescolare fino ad ottenere un impasto  morbido, omogeneo e dalla giusta consistenza.

Per la preparazione della sfoglia, sulla spianatoia rovesciare la farina a fontana, aggiungere tutti gli ingredienti ed impastare fino ad ottenere una pasta compatta  per essere stesa sottile con il matterello o con l’apposita macchina da pasta; la stessa va tagliata in forme circolari della grandezza desiderata. Su ogni disco di pasta viene poggiata la farcia, con un altro disco si chiude pressando con le dita su tutto il bordo. Le forme rotonde ottenute vanno “ pizzicate” alle estremità cinque volte in modo da ottenere le cinque punte di una stella.

Vanno, in seguito fritte in abbondante olio extravergine di oliva. Si fanno raffreddare e si cospargono di miele di castagno caldo o di zucchero a velo.

Cuccaro Vetere

 

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Ricetta di Maura Ciociano

  • Tempo di preparazione 15 minuti
  • Tempo di cottura 30 minuti
  • 4.4/5Vota questa ricetta

Ingredienti per 4 persone

  • Sfoglia
  • 1 kg di farina per dolci
  • 2 rossi di uovo
  • 125 gr di burro
  • 125 gr di margarina
  • 1 tazzina d’olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di zucchero a velo
  • Spumante
  • Un pizzico di cannella
  • Farcia
  • 1 kg di pasta di castagna ( castagne sbucciate, bollite e ridotte a purea)
  • 350 gr di cioccolato (rigorosamente fondente da sciogliere a bagnomaria)
  • 300 gr di zucchero (meglio se a velo)
  • Buccia grattugiata di un mandarino
  • Un pizzico di cannella

Preparazione

Per la realizzazione della farcia, in un recipiente, aggiungere alla purea di castagne, tutti gli ingredienti e mescolare fino ad ottenere un impasto morbido, omogeneo e dalla giusta consistenza.

Per la preparazione della sfoglia, sulla spianatoia rovesciare la farina a fontana, aggiungere tutti gli ingredienti ed impastare fino ad ottenere una pasta compatta per essere stesa sottile con il matterello o con l’apposita macchina da pasta; la stessa va tagliata in forme circolari della grandezza desiderata. Su ogni disco di pasta viene poggiata la farcia, con un altro disco si chiude pressando con le dita su tutto il bordo. Le forme rotonde ottenute vanno “ pizzicate” alle estremità cinque volte in modo da ottenere le cinque punte di una stella.

Vanno, in seguito fritte in abbondante olio extravergine di oliva. Si fanno raffreddare e si cospargono di miele di castagno caldo o di zucchero a velo.

Vini abbinati: Eleusi di Villa Matilde

19 Commenti

  1. QUI BISOGNA ACQUISIRE IL MARCHIO CE STG ! VEDIAMO SE QUALCUNO SI SVEGLIA PER ATTIVARE L’ITER!

  2. Cercheremo di farti arrivare a Roma un bel vassoio di pastorelle, solo per te, cara Virginia!

  3. Perchè nella ricetta si parla di burro e addirittura margarina che qualsiasi gastrofilo che si rispetti sa che che è uno schifo pieno di grassi saturi?D’obbligo due precisazioni,la prima riguarda proprio la ricetta della sfoglia che originariamente prevedeva lo strutto e attualmente è alleggerita sostituendolo con l’ottimo olio d’oliva locale.La margarina si può benissimo evitare.La seconda di carattere etimologico.Si chiamano pastorelle perchè erano i dolci che le figlie dei pastori cuccaresi offrivano ai fidanzati il giorno del fidanzamento ufficiale ed erano uno degli antichi riti che poi trovavano nella “Zita”,il momento clou del coronamento del sogno d’amore di due sposi.

  4. Sono una giovane studentessa, appassionata di tradizioni e “amante” del buon cibo (pronipote e nipote di produttori assolutamente artigianali di dolci cilentani). La ricetta pubblicata è quella della mia famiglia, le sperimentazioni effettuate nel corso degli anni mi fanno ritenere questa la migliore (lunga durata della fragranza della sfoglia). A Cuccaro Vetere ogni famiglia ne possiede una. Per quanto mi è dato di sapere, nel mio paese non esiste la tradizione della “Zita”, i dolci del matrimonio sono altri, non le pastorelle.
    Augurandole Buone Feste, la ringrazio per l’assiduità e l’attenzione che dedica ai mei articoli.
    Alla prossima, magari con i dolci del matrimonio!

    1. Puoi darmi tranquillamente del tu essendio io poco più grande di te.Ho iniziato a leggere i tuoi articoli con interesse poichè parlavano di attività commerciali ricadenti nella condotta di slow food di mia competenza,quella dell’agro nocerino.Articoli oltretutto ben fatti,con uno stile giovane e chiaro.Riguardo alla margarina c’è un fattore qualità che non può essere trascurato essendo la stessa “una miscela e le emulsione confezionata con grassi alimentari di origine animale e vegetale, diversi dal burro e dai grassi suini, contenenti più del 2% di umidità ed un contenuto in materia grassa non inferiore all’80%”.Ricca di grassi trans e fatta con grassi spesso scadenti,la margarina in pratica andrebbe evitata.Per quanto concerne la zita,in questa denominazione rientrano tutti i riti del matrimonio non solo cilentani ma anche pugliesi,io non volevo dire che le pastorelle erano i dolci della zita ma che erano quelli del fidanzamento e quest’ultimo era il primo dei riti che suggellavano la vita di una nuova coppia.Forse sono stato poco chiaro. Sicuramente la “Zita”più conosciuta è quella di casaletto spartano,dove un 25 aprile di 3 anni fa feci un laboratorio sui prosciuttti con 500 persone in pratica l’intero paese,pazzesco.Augurandoti buon lavoro e buon Natale,alla prossima. :-D

      1. io mi occupo della selezione degli ingredienti del laboratorio “Peccati di Gola” di Cuccaro Vetere e posso assicurare che nel nostro laboratorio non entrerà mai la margarina o qualsiasi altro “prodotto” che non sia sano e naturale.la sfoglia delle nostre pastorelle è composta solo da farina e olio extravergine d’oliva e vino bianco dolce.Quando vuoi vieni a saggiare le pastorelle e le altre bontà del nostro laboratorio.
        maria

  5. Mia cara Maura, mi stupisci di volta in volta. Sei diventata molto brava e leggendo il tuo articolo ho imparato alcune cose che, devo ammettere, non sapevo.
    Il tuo stile è inconfondibile!!!
    …e qualcosa mi fa pensare che solo una cuccarese avrebbe potuto scrivere un articolo sulle castagne; solo tu potevi scrivere un articolo così ricco di notizie e conciso!!!
    Ti faccio i migliori auguri…che tu possa diventare sempre più brava e chissà un giornoavere anche un bel successo!!! :-)

    Bacio

  6. Non so se sai, che i dolci della tua bisnonna sono ormai STORIA per Cuccaro Vetere Giovanbattista Del Buono ne ha parlato nel suo Profilo storico del basso Cilento e le persone anziane ancora ne ricordano lla bontà, per non parlare delgli “ANCINETTI” diella nonna di cui porti il nome …
    Conosci la ricetta?Perche non ce ne fai dono?l
    Auguri

  7. Avendo assaggiato altri dolci della tradizione cuccarese, e sempre a base di castagne, non vedo l’ora di preparare personalmente queste leccornie!
    Complimenti per l’articolo, mi è piaciuto molto come hai “inquadrato” le pastorelle nella storia del tuo territorio! Al prossimo articolo!

  8. non sono amante ne delle castagne, ne dei suoi “derivati”, ma quando si andava a trovare per natale la commare di Massicelle (a pochissimi chilometri da Cuccaro), con i miei fratelli era sempre lotta senza esclusione di colpi per accaparrarsi le Pastorelle che lei ci regalava.
    mi hai fatto fare un salto nel passato “dolcissimo”.

  9. Le MITICHE pastorelle di Cuccaro Vetere…non hanno eguali…tutti cercano di imitarle,ma nessuno ci riesce!!

  10. bene, bene,…buone, buone ho provato a realizzare queste pastorelle, seguendo la ricetta proposta da maura; ma ho dovuto cambiare due ingredienti per principio… non combino MAI grassi diversi : o animali o vegetali. escludo poi categoricamenre le margarine, le quali a beffa delle etichette, contengono sempre grassi idrogenati…comunque quelle che ho preparato in settimana erano e sottolineo erano ( erano una trentina )realizzate con dell’olio e.v.di oliva che prendo al frantoio di futani. est est est.
    mario (napoletano pro-cilento)

  11. Mi rivolgo a Maura: purtroppo la sua ricetta mi fa pensare che nella sua famiglia le troppe sperimetanzioni hanno fatto perdere l’antica ricetta per strada. Quella che conosco io non ha uova, figuariamoci la margarina. Imperdonabile!!!

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