Doc Valtènesi sfumature di rosa dal “Mediterraneo” sotto le Alpi. Less is more
di Giulia Cannada Bartoli
La Doc Valtènesi è stata protagonista di un programma di promozione targato Gambero Rosso. Valtènesi Experience 2024 ha fatto tappa a Napoli lo scorso 28 giugno negli spazi della storica Enoteca Continisio.
Siamo in un territorio da sempre vocato alla viticoltura: la Riviera del Garda Classico, narrata da antichi poeti, meta enoturistica da molti decenni.
L’etimologia del nome Valtènesi, secondo alcune fonti, deriva da “Vallis Atheniensis”, attribuibile allo stanziamento di coloni ateniesi, esuli al seguito degli eserciti romani. Altre fonti fanno risalire l’origine all’antica Pieve, detta Tenense in un testo di Federico II del 1221.
Storia e numeri della denominazione: la Doc nasce nel 1970. E’ un vino rosato da Groppello e altri vitigni (Marzemino, Barbera e Sangiovese). La produzione annua supera i due milioni di bottiglie. La quasi totalità dei produttori (circa 100) è associata al ConsorzioValtènesi di promozione e tutela diretto da Juri Pagani. Il Presidente del Consorzio è Paolo Pasini.
Clima e Territorio: la Valtènesi, sponda occidentale del lago più grande d’Italia, è un anfiteatro morenico che va da Lonato del Garda fino a Gardone Riviera. Si tratta della lingua glaciale che milioni di anni fa si mosse nella depressione oggi coperta dall’acqua, formando terreni permeabili, sciolti e ricchi di scheletro, composti principalmente da ghiaia e sassi. Le caratteristiche del suolo insieme con il particolare microclima influenzato dalla brezza del lago, definiscono un terroir mediterraneo al confine con le Alpi.
In Valtènesi le vigne s’irradiano all’alba, mentre sono protette dal sole nelle ore più calde, si crea così, insieme con la presenza del lago, un microclima mediterraneo.
Vitigni e metodo: la produzione è caratterizzata soprattutto dal Groppello, vitigno autoctono a bacca nera diffuso in tutta l’area del Garda. Il grappolo si presenta chiuso come una pigna o un “groppo” da cui deriverebbe il nome. Se ne conoscono 4 varietà: Gentile, di Santo Stefano, di Mocasina, di Revò. E’ un vitigno delicato che richiede molte attenzioni. Gli acini hanno buccia sottile e delicata, pruinosa con sfumature blu violacee.
Il metodo ha una lunga storia: alla fine dell’800 un senatore veneziano, Pompeo Molmenti, perfezionò la vinificazione in rosa del Groppello. Pigiatura delicata e breve contatto con le bucce. Ancora oggi si parla di “vino di una notte”. Il disciplinare prevede in uvaggio il concorso di Marzemino, Barbera e Sangiovese a sostegno del più delicato fratello maggiore. Questa situazione è mutata tra fine anni ’70 e inizio’80, quando alcuni produttori locali cominciarono ad approfondire gli studi sul Groppello.
E’ stato Mattia Vezzola, storico enologo in Franciacorta, a capire che non era l’uva a essere fragile, ma lo stile di produzione andava corretto: l’uva doveva essere “allevata” abbassando le rese in favore di una maggiore concentrazione. Parte la svolta: non si aggiunge ma si sottrae. I grappoli non vengono ammassati, si riducono le gemme in pianta, si pratica defoliazione in modo che l’uva possa essere esposta al sole che sorge.
Dedicare le vigne esclusivamente alla produzione di vini rosati è stato il cambio di passo decisivo.
La ricerca ha un ruolo importante: si lavora sulla selezione clonale e sull’età delle piante per ottenere vini longevi, minimo 5/6 anni fino a 15. In cantina la mano del produttore è diventata essenziale (la maggior parte aderisce al circuito FIVI): si affina in acciaio, cemento, anfora e anche in legno di secondo passaggio. Si ottiene così un vino fine, di buona freschezza e sapidità, tannini poco presenti e su tutto un importante tratto minerale derivante dalle caratteristiche del terroir. Insomma “poco peso e più carattere”.
L’incontro con il Consorzio. Ho intervistato il Direttore Juri Pagani: “La cifra stilistica dei vini della Doc è la leggerezza e questo ci rende moderni pur lavorando con un metodo dello scorso secolo. I nostri produttori tolgono invece di caricare legno e zuccheri, e l’evoluzione è fantastica.
La Valtènesi è l’ultimo angolo sub mediterraneo prima che si innalzi la barriera fredda delle Alpi: quindi, nonostante siamo piuttosto su con la latitudine, il clima è mite, tanto che, sulle colline, i vigneti si mescolano con le piantagioni di ulivi e limoni. Il procedimento ideato dal senatore Molmenti era chiamato vinificazione con svinatura per alzata di cappello. Consisteva nel pigiare delicatamente le uve e lasciarle insieme con le bucce per poche ore – da qui la definizione vino di una notte – per ottenere la famosa colorazione rosa tenue. Oggi il metodo è ancora lo stesso, cambiano solo gli strumenti e l’esperienza che abbiamo maturato nel tempo.
La Casa del Vino di Puegnago del Garda è la vetrina del Consorzio Valtènesi, punto di riferimento ideale per tutti i viaggiatori del vino.”
L’enoturismo è una voce storicamentemolto rilevante per l’economia gardesana: nel 2023 il flusso turistico complessivo dell’area è stato stimato in circa 25 milioni di visitatori.
I vini degustati
Eccetto alcune lavorazioni particolari, la cifra stilistica dei vini in degustazione è molto coerente e legata al fil rouge di leggerezza, freschezza e sapidità, caratteristiche peculiari per un abbinamento gastronomico “multitasking”. Il grado alcolico medio varia da 12° a 13,5° C. Alcune referenze portano in etichetta la dicitura “chiaretto”, il Consorzio ha richiesto una modifica al disciplinare per eliminarla al fine di evitare confusione con altreDoc. L’annata in degustazione (eccetto una referenza) è la 2023. L’andamento climatico stagionale ha avuto un decorso altalenante. Primavera con temperature fresche che sisono prolungate fino a luglio. Monti innevati fino a maggio. In maggio e giugno le abbondanti piogge hanno consentito una fioritura posticipata e quindi una vendemmia leggermente tardiva. Nonostante la pioggia abbondante, buona escursione termica fino a fine luglio. Agosto molto caldo, con temperature costanti oltre i 35°. Produzione superiore alle
attese con indice di maturazione regolare. Vendemmia leggermente posticipata.
Groppello in purezza, rosa salmone molto luminoso. Profumi fruttati con una leggera nota di menta. In bocca note di kiwi e passion fruit.
Il corredo acido/sapido è protagonista insieme con il bel finale minerale, tipico dei terreni di origine morenica. Prezzo medio a scaffale sopra i 10,00 €
Cantina storica dal 1958. Nato nel 2014, Rosagreen è il primo Valtènesi assòlo in rosa da uva Groppello, fin da subito biologico (green). Molto luminoso, trasparente, rosa tenue con riflessi cipria-perlati. Intenso e fragrante. Floreale di primula e viola con note di lampone e fragola. Al gusto è teso, salino e minerale. Prezzo medio a scaffale sopra i 15,00 €.
Da Groppello, Barbera, Sangiovese e Marzemino. Rosa tenue luminoso con riflessi salmone. Naso fine, floreale e di frutta matura. Il gusto è equilibrato, molto fresco e sapido con piacevole e persistente nota ammandorlata sul finale. Prezzo medio a scaffale tra 10,00 e 15,00 €.
50% Groppello Gentile e Groppello di Mocasina, 20% Marzemino, 15% Sangiovese, 15% Barbera. Rosa tenue, brillante con nuances salmone. Al naso delicate note floreali di biancospino e fruttate di pesca bianca e fragola. Il gusto è bilanciato e caratterizzato da un’elegante texture acido/sapida. Prezzo medio a scaffale poco sopra i 10,00 €.
E’ il vino del pluripremiato enologo Mattia Vezzola, ottenuto da 50% Groppello Gentile, 30% Marzemino, 10% Sangiovese, 10% Barbera con parziale maturazione (65% della massa) in barrique usate per circa 5 mesi. Qui il livello sale. Trasparente e luminoso rosa cipria perlata. Il naso è sottile e fragrante.
Al gusto è di corpo leggero, equilibrato, con sapore fortemente sapido, dotato di una bella freschezza che chiude
con piacevoli rimandidi mandorla amara. Prezzo medio a scaffale poco sopra 15,00 €.
Uvaggio Groppello, Marzemino, Barbera e Sangiovese. Brillante, rosa tenue con riflessi cipria più intensi. Naso fine, fiori di pesco, melograno, incenso e litchi. Il gusto è armonico, di buona persistenza, con la sapidità in evidenza e nel finale erbe aromatiche e mandorla amara. La cantina fa parte della grande famiglia Santa Margherita. Prezzo medio a scaffale sotto i 15,00 €.
Da Groppello (85%) e Marzemino (15%). Rosa tenue con leggeri riflessi salmone. Olfatto abbastanza stratificato. Colore e naso interessanti sarebbero preludio di altrettante sensazioni al gusto. Al palato, però, ritrovo una debole spalla acido/sapida e una certa prevalenza dell’alcool. Probabilmente si tratta di un’annata difficile (in questa zona si sono verificate diverse grandinate) perché questa cantina ha una storia centenaria.
Prezzo medio a scaffale sotto i 15,00 €.
75% Groppello e 25% Barbera. Bottiglia alsaziana scura per preservare il colore. Il nome deriva da un antico gioco di carte diffuso sul lago di Garda. Rosa cipria carico. Naso varietale molto profumato. Al gusto è sapido, molto fresco e persistente. Rispetto alle altre referenze denota una maggiore struttura. Prezzo medio a scaffale 15,00 €
Stile un po’ retrò. Groppello, Marzemino, Sangiovese, Barbera. Maggiore estrazione e grado alcolico.
Brillante rosa salmone carico. Naso fruttato, sbilanciato sulla dolcezza.
Al gusto la freschezza e la sapidità arrivano a riequilibrare il sorso. Prezzo medio a scaffale sui 10,00 €
Alla fine di un giorno d’estate del 1859, finiva con un armistizio la battaglia risorgimentale di San Martino (II Guerra d’Indipendenza) tra gli eserciti austriaco e sabaudo: erano le 18.45 del 24 giugno. Da qui il nome del vino. Groppello, Marzemino, Sangiovese, Barbera.
Accattivante rosa luminoso con riflessi cerasuolo. Il vino riposa per circa 7 mesi sulle fecce fini.
L’olfatto è fine, intenso e fruttato, regala note di ciliegia e pesca, ma anche esotiche.E’ senz’altro tra gli assaggi più interessanti. In bocca è armonico, di ottima persistenza e carattere, con tipico retrogusto di mandorla amara. La chiusura sapida e minerale ne fa un jolly per l’abbinamento gastronomico. Prezzo medio a scaffale super sui 10,00 €.
E’ l’unica referenza vendemmia 2021. Non a caso il vino, da uvaggio Groppello, Marzemino, Barbera e Sangiovese, prevede una vinificazione differente: leggera macerazione, fermentazione in tonneau di legno di rovere francese da 500 lt. di primo passaggio. Il vino affina poi in tonneau di secondo passaggio. Si presenta rosa tenue con riflessi luminosi e perlati. L’olfatto è decisamente complesso con note di vaniglia, spezie, fragola e pesca
bianca “tabacchera”. Al gusto è più morbido e setoso, simmetrico con l’olfatto con rimandi appena mielosi. Freschezza, sapidità e lunghezza del sorso conferiscono al vino una marcia in più, confermando che la via imboccata dal Consorzioper il riconoscimento della dicitura “Riserva” per i vini rosati Doc Valtènesi, è quella giusta.Posizionamento a scaffale tra 25,00 e 30,00 €.
La Doc Valtènesi vanta numeri importanti e grazie all’attività del Consorzio, ha saputo sfruttare al meglio il marketing mix tra qualità del vino e territorio vocato alla viticoltura e all’ospitalità. Tutte le cantine affiliate al Consorzio sono attrezzate per l’accoglienza e/o il soggiorno, con visite, eventi e degustazioni. La Valtènesi è un vino, un territorio ma anche molto altro, è quanto costruito in anni di lavoro, sull’eredità di generazioni di viticoltori che hanno saputo coniugare storia e innovazione, fronteggiando bene anche le problematiche derivanti dal cambiamento climatico.
Il prodotto Vino/Territorio diventa un tutt’uno dando impulso all’intera economia locale.
Il prossimo appuntamento a Napoli con la Doc Valtènesi è fissato per il 17 luglio presso la Pizzeria di Francesco e Salvatore Salvo alla Riviera di Chiaia. Info e prenotazioni direttamente in pizzeria.
In conclusione devo dire la mia: il rosato non è più solo una referenza commerciale, ma un’interpretazione diversa del territorio. Negli ultimi 20 anni la crescita di questi vini è stata esponenziale. Da nord a sud ritroviamo prodotti di eccellenza con tante aziende che hanno scommesso su questa tipologia lavorando vini soprattutto da vitigni autoctoni. La domanda è sempre la stessa da anni: perché regioni come Lombardia e Veneto riescono a fare sistema (Aziende/Enti/Associazioni) e ciò non accade al Sud?
Perché qui non decolla l’enoturismo, pur in presenza di elevati flussi turistici e di grandi vini a prezzi concorrenziali? Avrei le risposte, ma lascio ai lettori le riflessioni.
Questo sito è al quarto anno di un’importante operazione, ma non basta…
Contatti
Consorzio Valtenesi +39 0365 555060 [email protected]
Villa Galnica – Via Roma, 4 Puegnago del Garda (Bs)
La Casa del Vino della Valtènesi dal mercoledì al sabato: 10:00-13:00 e 15:30-18:30 domenica: 10:00-13:00
Un commento
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Ottima cantina e bella recensione davvero.