Divorzio tra Passione Gourmet e Gazzetta Gastronomica: senza stracci che volano


Stefano Bonilli

Lui, Stefano Bonilli, ha preferito “suicidarsi” da Facebook. L’altro, Alberto Cauzzi, non ha mai creato l’account.
E’ l’unica cosa che vede d’accordo i due dopo il divorzio tra Passione Gourmet e Gazzetta Gastronomica annunciato da un post asciutto pubblicato ieri mattina.

La rottura è consensuale, senza stracci che volano, solo freddezza e auguri di cortesia come si conviene tra persone perbene.

Alberto Cauzzi (Passione Gourmet)

Formalmente il motivo è la famosa Guida 2.0 libera nos a malo di tutti i guai e le lentezze della carta stampata.
Cauzzi ci crede e la vuole realizzare, Bonilli ritiene che non ci sia necessità di un’altra guida.
Forse la sostanza è nel fatto che Passione Gourmet, nella persona di Cauzzi e Bentivenga, aveva voglia di fare una guida in totale autonomia di giudizi e che un professionista come Bonilli non aveva alcuna voglia di mettere la faccia a valutazioni clamorosamente strampalate come, ad esempio, il 15 a Gennaro Esposito.

Il passaggio dalla carta alla rete elimina sicuramente costi e molti svantaggi, ma non una condizione da cui non si può prescidendere per conquistare la web reputation: una redazione di professionisti coordinata da un professionista.
Solo quando un editore vero crederà in questo progetto e investirà di conseguenza potremo davvero avere il passaggio.
Il resto è velleitarismo e dopolavorismo.
Stefano Bonilli, grande professionista, questa valutazione deve averla fatta da parecchio, però deve stare forse un po’ più attento: è già al secondo divorzio in rete in poco tempo.
La sua web reputation fa gola a molti ed è meglio affidarsi a chi, come si dice a Napoli, si sa misurare la palla.

36 Commenti

  1. Al mondo ci sono i professionisti, i fan, gli aspiranti VG che si prodigano per le cause del proprio orticello … ognuno si senta fiero di appartenere alla propria categoria

  2. Sior Pignataro, Bentivenga? Da un professionista della penna come lei non mi aspettavo una storpiatura del mio cognome
    Comunque grazie per l’attenzione che lei riserva sempre al nostro gruppo, segno che per lei forse qualcosina contiamo
    Roberto Bentivegna
    Cordiali saluti

  3. Sior Pignataro, da un professionista della penna come lei non mi aspettavo una storpiatura del mio cognome.
    Comunque grazie dell’attenzione che rivolge sempre al mio gruppo, segno, forse, che per lei qualcosina contiamo.
    Cordiali saluti
    Roberto Bentivegna

    1. Capperi, che impuntatura per un errore di battuta non voluto:-)
      Pensi allora come si sentono i cuochi del Sud la cui attività lei ha colpito in modo pre-giudiziale solo perché non si adeguano ai suoi parametri del gusto.
      Certo che vi tengo in conto, siete l’espressione, anche se legittima e non in malafede, di un processo di colonizzazione gastronomica che porta all’annullamento di una intera parte d’Italia.
      Nella mia vita non ho mai sottovalutato nessuno, magari sopravvalutato.

      1. Il professionista Pignataro che confonde Forillo (l’estensore del voto e della recensione al bravo Gennaro Esposito) con Bentivegna. Bravo, ancora una volta, per la perfetta cronaca e per il controllo delle fonti.
        Signor Pignataro lei non dovrebbe essere critico gastronomico ? E i critici gastronomici devono essere partigiani, o peggio fan, di quello o quell’altro soggetto della critica ? Ci spieghi, siamo curiosi.
        Infine eviti di continuare ad erigersi paladino di una guerra che vede soltanto lei e che non esiste, se non per il suo personale tornaconto. Noi esprimiamo una nostra opinione, lei si permette di sbeffeggiarla, deriderla ed offenderci solo perchè è diversa dalla sua. Complimenti, si presenta da solo.

        1. Mi scusi Cauzzi, dove ha letto che attribuisco a Bentivegna la recensione di Gennaro Esposito?
          Quanto alla partigianeria, c’è una precisa distinzione tra il non fare il tifo per nessuno e aggredire sistematicamente le cucine del Sud
          O no?
          Infine, perché mi offende? Io non la offendo. Dico solo che se pensa di fare contemporaneamente il suo mestiere epoi il giornalista potrebbe finire che non fa bene né l’uno, nè l’altro
          E, a proposito di errori di battuta: Fiorillo, non Forillo

          1. Grazie a dio ciò che è scritto rimane, sig. Pignataro.
            Se per lei le valutazioni date a Cuttaia, Sultano, Sposito etc. sono aggressioni sistematiche non so che dirle, come detto sopra lei se la canta e se la suona, male a dire il vero.
            P.s. e perchè mai citare Bentivegna allora e solo lui ? Le sta antipatico ?
            p.p.s.s. Forillo e non Fiorillo per ben 2 motivi : 1) è un principe del foro, 2) mi sono sbagliato a digitare ma ho scritto la 1) imitando il suo stile arrampicaspecchi

          2. Oh, beh! SeguendoLa in questo finissimo gioco di sottrazione di vocali ai cognomi arriverei quasi a togliere la u dal Suo.
            LasciandoLe tutto il plurale maiestatico che Lei così bellamente adopra.

            Quanto al resto, sarà oggetto di un post: la Critica Padana

          3. Eheheh … quando eravamo bambini era il gioco preferito dei sempliciotti ignoranti e beceri che non avevano argomenti se non l’insulto
            Lei, signor Pignataro, ha prima di tutto una responsabilità facendo informazione, non un’arma con con colpo in canna da usare per le sue guerre private.
            Ma faccia pure, si accomodi, intanto la saluto. Il suo post non lo leggerò certamente.

          4. L’insulto e i giochini di vocali è il livello che tu hai scelto dal primo commento, visto il tono infantile in cui hai trascinato questa discussione.
            Capisco il nervosismo per questo tuo clamoroso fallimento: la tua ambizione personale e la tua presunzione ha trascinato un blog di appassionati in un bel naufragio senza ritorno.

      2. Questa è bella poi..
        E quali sarebbero le recensioni in cui ho colpito l’attività dei cuochi del sud in modo pre-giudiziale?
        Me ne citi qualcuna così almeno ci confrontiamo sui fatti e non sul nulla.
        Torniamo a confrontarci su quello che ci appassiona, con garbo, perché gli sberleffi e gli insulti “camuffati” non fanno onore a nessuno, né a chi li fa, né a chi li riceve.
        Ogni gruppo solido ha in mente una idea di come dovrebbe essere l’alta cucina, e sulla base di questa idea fornisce una propria valutazione ai posti dove va, che si trovi a Vico, a Licata, a Parigi o Venezia. E’ pre-giudizio? O è libertà di pensiero?

  4. Tralascio le notazioni di gossip che lasciano il tempo che trovano e vorrei soffermarmi solo sul riferimento alla Torre del Saracino del bravo Gennaro Esposito.

    Per dire una volta per tutti che la Torre del Saracino è un bel ristorante dove Grandi prodotti vengono trasformati con Tecnica e Professionalità. E questo fa 15/20 secondo i parametri di PG. Le valutazioni strampalate mi sembrano altre, onestamente.

    Ad Majora

  5. purtroppo il dilettantismo del professionista è spesso più appariscente della non professionalità del dilettante.

  6. In questo tripudio di consonanti maiuscole, un dubbio turba la qualità della mia digestione: che bestia è un aspirante VG? un irredentista della Venezia Giulia? e come la mettiamo con i parametri PG? saranno di Perugia, delle Pagine Gialle, di Procter & Gamble o meno misteriosamente di Passione Gourmet? bah…

    1. Quoto in pieno Pepe Carvalho. Come diceva la voce di Ferruccio Amendola doppiando Tomas Milian “Qua chi ‘a vo’ cruda e chi ‘a vo’ cotta” e tralascio il seguito. L’effetto, da fuori, è tipo gabbia delle Muse, quando i poeti e gli studiosi di Alessandria stavano rintanati nel loro Museo a consumare le sovvenzioni del re tra una speculazione e l’altra.

  7. Mi dispiace vedere degli amici, delle persone che stimo, litigare tra di loro, invece che essere uniti dalla comune passione e dal comune amore per quelle cose meravigliose che sono il cibo, la cucina e il vino :-(

  8. Bah. Sono basito. E si che io sono un polemista nato! Tornando alla centralita’ del post, conoscendo un poco le persone e anche quanto dettomi da uno dei due principali attori riguardo l’altro in tempi non sospetti, mi sono sempre stupito di questo matrimonio, durato pochissimo. Diversi bloggers mi avevano detto che non sarebbero arrivati a ferragosto. Mi sembrava una cattiveria. Ora appaiono frasi perfino generose. Quello che non sopporto piu’ delle persone , on questo paese, e’ l’incapacita di perdere. A vincere son buoni tutti. Oggi mi viene in mente il Guardiano Del Faro, per par condicio in questo momento non proprio in simpatia ad entrambi i spadaccini qui: chissa’ quanto se la ride. Sara’ al trentesimo gin tonic:-))

    1. Sei sempre il solito guascone, uno di quelli a cui non potrò mai voler male perché sei un casinista provocatore e inconcludente come me, uno di cui il mondo web sente la mancanza, un piccolo mondo web che ha bisogno di personaggi che facciano risollevare la palpebra, uno che sa dove andare a mettere il sale dopo che il complice ha procurato la ferita, quando non è il contrario. Sul tema, nello specifico, preferirei non entrarci, la mamma mi ha raccomandato di non far volare mutande sporche in pubblico – in privato ne girarono già abbastanza da infestare l’aria per i prossimi anni – e quindi di gin tonic ne sto bevendo silenziosamente tre al giorno da almeno sei mesi sull’autostrada che mi si è aperta davanti, col gomito fuori e il vento nei capelli. Che fa più o meno 180-200, giù dal faro mi fanno gli abbonamenti come per i caffè, ormai tiro sul prezzo, siamo a 5 euro con il Ten e la Schweppes, a 6 con il Number3 e Fever Tree.

      Quello che posso dire pubblicamente è che sono felice di aver intrapreso un nuovo percorso a fianco di Luigi Cremona per migliorare e rinforzare la Guida Ristoranti del Touring. Se poi a fianco del cartaceo ci fosse la possibilità di allargare con loro un progetto 2.0 non avrei problemi a gestirlo. Così non tutto il tempo che ho dedicato a questo strumento andrà sprecato, anzi, lo sto facendo virare a poco a poco a mio favore.

      All’ora di pranzo mi sono bruciato un dito provando se la temperatura dell’acqua per la pasta era giusta. Lo sappiamo tutti che a mettere le dita nell’acqua bollente ci si brucia, però a volte ce lo dimentichiamo, o forse pensiamo di essere così forti da poterlo sopportare.

      Se vi fa piacere incontrarmi ( sorry per Paestum, stavo preparandomi per il Salone del Libro ) ci potremo incontrare -e mi rivolgo a chi non mai smesso di ascoltare Teardrop dei Massive Attack- dal nostro amico comune Vignadelmar a Monopoli il prossimo 17 giugno.

      Vi auguro un proseguimento, ma fate i bravi, non vale la pena di alzare i toni.

      gdf

    2. Perdere cosa, poi, non si sa.
      Maffi, io non capisco se non imputarlo alla sistematica malafede.
      Tua e del tuo capo.
      Ma, ormai, non mi meraviglio più.
      Abbiamo provato con Stefano Bonilli a fare un percorso insieme.
      Ci siamo accorti che abbiamo idee differenti e ci siamo separati.
      Almeno, però,ci abbiamo provato.
      Quanto ai gin tonic non vorrei che tu confondessi troppo i tuoi, per festeggiare( cosa, poi?) con quelli di altri, che metodicamente tiri in ballo a mò di coperta di Linus anche, e soprattutto, quando non c’entrano nulla.
      Il tuo giochetto non sortisce effetto alcuno come vedi.
      Chi ha dato, ha dato, ha dato, chi ha avuto, ha avuto, ha avuto.
      Anche all’interno di passione gourmet.
      Non credo nel tuo spirito goliardico da provocatore dissacrante.
      Credo piuttosto nella ricorrente, ostinata, costante, ingiustificata e quindi stupida, ostilità.
      Sull’altrettanto ridicola convinzione di Pignataro che siamo delle bandiere dell’antimeridionalismo non aggiungo altro a quanti hanno già risposto sopra.

  9. Inconcludente lo dici a tua zia:-). Il 17 giugno e’ il mio compleanno e non ho voglia di rovinarmelo mangiando, maluccio, da vignadelmar:-). Passa dalla Versilia, guardiano. Resti un inarrivabile testa

  10. Neppure due anni fa si era tutti insieme alla tavola di Lorenzo….sembra passato un secolo….

  11. Gentilissimo Norbert, il fiele che esprimi, completamente a vanvera, fornisce la misura del tuo livello di uomo. Io sono abituato a festeggiare i miei successi e non gli insuccessi degli altri. Mi onorerebbe molto che Pignataro fosse il mio capo. Purtroppo non e’ così. Invece voi avete supinamente accettato una decisione del vostro, quello si un capo, e il risultato lo abbiamo visto tutti. Come ho già detto quando si perde bisognerebbe avere l’ intelligenza di stArsene zitti nella cuccia. Tu Norbert sei solo un talebano ossessivo. Prova altre soddisfazioni, ogni tanto. Vedrai che ti rilassi

    1. Noi ci consultiamo da tre anni per qualsiasi cosa, anche per il colore da mettere sul logo.
      Come al solito parli di cose che non conosci solo per il gusto di gettare sterco nel ventilatore.
      Alberto è il proprietario del dominio nonchè coordinatore del sito e nostro amico.
      Non ci sono capi checchè tu, velenosamente, continui insistentemente a insinuare.
      Vedi Maffi io alla retorica del guascone simpatico e goliarda, come detto, non credo.
      Per quanto riguarda l’essere ossessivamente legato a invettive più o meno subdole nei nostri confronti da anni e all’eventuale mancanza di soddisfazioni quello proprio non mi sembra di essere io.
      Questa è la seconda serie di interventi che faccio qui.
      E sempre per rispondere.
      La prima serie di interventi fu a proposito delle tue, come sempre, eleganti e signorili allusioni nei nostri confronti in occasione della presentazione del progetto della Gazzetta Gastronomica a dicembre.
      Senza tirare in ballo la tua ultima squisitezza sul mio livello d’uomo perchè, per migliorare la tua qualità di vita, non fai una sincera analisi e cerchi di capire se davvero festeggi solo i tuoi successi e non anche gli insuccessi altrui(ammesso, ma non concesso che nel nostro caso si possa parlare di insuccesso)?

      1. Norbert? UN PERCORSO INSIEME A BONILLI?
        Guarda, a Napoli si dice: fattela con chi è meglio di te e pagaci le spese.
        Purtroppo il 2.0 riesce a far perdere il senso della misura alle persone che non hanno un background professionale, e soprattutto culturale, alle spalle.
        Il 2.0 è un aspetto della realtà, non è la realtà. Chi pensa che in qualche modo la rifletta si sbaglia di grosso: al minimo aiuta a cogliere le tendenze, qui in Italia almeno. Adesso. A breve magari,spero, la situazione migliorerà.
        Nel vino, se si vedono solo i blog, sembra che stiamo tutti a bere Borgogna, un po’ di Etna e il Fiano di Ciro Picariello. Poi guardi i dati di vendita 2011 e vedi che i primi trenta marchi sono quelli che coprono quasi tutto l’export.
        Passione Gourmet è sicuramente un bel sito di appassionati competenti con una visione Padano-centrica della cucina. Come tale è seguito con attenzione da qualche centinaio di lettori e dai critici più attenti.
        L’incontro con Bonilli avrebbe sicuramente potuto professionalizzare questa esperienza, ma la presuzione che lui potesse spendere la sua web reputation sui vostri giudizi tout court è una spia di una vostra perdita di aderenza con la realtà.
        Per fare una guida ci vuole un direttore di esperienza, un editore vero e una redazione con un caporedattore. Anche per fare quelle che vivono dei pareri dei lettori e dei finti lettori come TRipAdvisor.
        Una guida deve avere omogeneità, anche di scrittura, essere completa, una scheda va anche rifatta quando non è buona. Questa è una dialettica quotidiana, normale, in qualsiasi redazione di questo mondo a prescindere dal mezzo utilizzato.
        Tutto questo non l’avete considerato.Se fosse così semplice molti altri editori l’avrebbero già fatto senza aspettare l’illuminazione di Cauzzi sulla via di Torriana, giusto?
        Eppure: se io mettessi oggi la toga e mi sedessi a fianco a Fiorillo dicendo che posso fare una causa meglio di lui sarei subito rinchiuso in manicomio.
        Perché vi pare strano che il giudizio di Fiorillo su Gennaro non possa apparire altrettanto pazzo per chi è del mestiere?
        Voi rispondete: questo è il parametro di Passione Gourmet. Appunto.
        Mi stia bene Norbert, di Guardiano del Faro ne abbiamo uno solo. E di Maffi pure. Ma di gente che crede di fare il critico perché mangia, purtroppo, ce ne sono tanti ma il mercato pare non averne bisogno.

        1. Professionista e signore anche nelle risposte.
          Mi dispiace comunque per il “divorzio”.

  12. leggo tutti i vostri blog da quasi due anni e non pensavo ci fosse tutto questo dissapore tra di voi.
    Vi ho sempre visti tutti come dei grandi professionisti che mi potevano dare una visione più completa della ristorazione rispetto a quella che forniscono le tanto criticate guide cartacee…
    Lavorate tutti insieme per il bene della nostra cucina ;-)

    PS: dato che sono un ragazzo e non posso andare spesso negli stellati, perchè non fate un posto per sollecitare anche quest’anno iniziative come la settimana del gusto?

    1. “leggo tutti i vostri blog da quasi due anni e non pensavo ci fosse tutto questo dissapore tra di voi”

      Questa è buona parecchio ;-)

  13. La settimana del gusto e’ una lodevole iniziativa. Che si scontra spesso con i braccini corti di molti chef che fanno solo finta di essere disponibili. Una visione imbarazzante, direi. I ristoranti stellati sono molto spesso vuoti a pranzo durante la settimana. L’ideale e’organizzare un giorno,a rotaZione, in cui a pranzo riempire il ristorante ai giovani gourmet in sessione multipla, a 50 euro massimo, consponsor di produttori di vino che possono offrire senza alcuna fatica un paio di bicchieri. Il ristoratore non perderebbe un euro e ci guadagnerebbe in lungimiranza e ritorno mediatico. Un’idea semplice . Per questo nessuno la mettera’ in pratica:-(

    1. Per fortuna ci sono chef come Uliassi, Pierangelini, Cracco e anche Cavallaro che non ci pensano due volte a rendere accessibile la loro cucina a noi giovani anche fuori dagli eventi…. L’iniziativa da lei proposta sarebbe fantastica! ;-)

  14. La settimana del gusto e’ una lodevole iniziativa. Che si scontra spesso con i braccini corti di molti chef che fanno solo finta di essere disponibili. Una visione imbarazzante, direi. I ristoranti stellati sono molto spesso vuoti a pranzo durante la settimana. L’ideale e’organizzare un giorno,a rotaZione, in cui a pranzo riempire il ristorante ai giovani gourmet in sessione multipla, a 50 euro massimo, consponsor di produttori di vino che possono offrire senza alcuna fatica un paio di bicchieri. Il ristoratore non perderebbe un euro e ci guadagnerebbe in lungimiranza e ritorno mediatico. Un’idea semplice . Per questo nessuno la mettera’ in pratica:-(

    1. Come in amore, vince chi fugge: loro hanno i braccini corti ma si continua a lodarli. Non hanno veramente alcun motivo per accettare.

  15. Mah. Non vi capisco: c’è un civilissimo divorzio consensuale ( “senza stracci che volano”) e voi – soprattutto voi, osservatori esterni – vi accapigliate scompostamente. E’ la nuova “civiltà” 2.0?

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