Dieci rosati italiani da bere a canna questa estate


Vini Rosati

Vini Rosati di Rosa Expo’ 2017 a Lecce

di Adele Elisabetta Granieri
Avete presente quelle storie d’amore estive leggere, non impegnative, che rifuggono la serietà? Ecco, i rosati sono esattamente così.

Un terribile numero di vini sono oggi prodotti per essere seri, impegnativi, da sorseggiare lentamente. Vini che ci costringono ad assaporare tutto quel legno e quella frutta surmatura, a giustificare macerazioni troppo spinte e tannini troppo aggressivi con azzardate prospettive di divenire. Certo, c’è il momento giusto anche per quel tipo di vini e, presi da un pranzo a più portate, potrebbe anche capitarci di trovare tra loro il vino “della vita”, quello che non si dimentica più e di cui si festeggiano gli anniversari della bevuta. Molto più spesso, però, ci va di lasciarci andare al flirtare rilassato,  di provare quel piacere della seduzione disimpegnata che un buon rosato sa procurare più di qualsiasi altro vino. Può succedere poi che si incontri quello che ha quel “qualcosa in più” tale da desiderare di berne ancora e ancora e da quell’innocente flirtare nasca un trasporto inaspettato.

Ripercorriamo lo stivale da sud a nord per incontrare dieci rosati con cui intraprendere flirt estivi ad elevato pericolo di innamoramento:

  • Bonavita – Terre Siciliane Igt Rosato: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera. Profuma di erba fresca, piccoli frutti rossi ed ha un sorso minerale e sapido che ne rende la beva compulsiva.
  • Frank Cornelissen, “Susucaru” – Terre Siciliane Rosato Igp: prodotto da uve Malvasia, Moscato nero, Insolia e Nerello Mascalese di varie contrade dell’Etna, che fermentano insieme a contatto con le bucce. Al naso richiama la macchia mediterranea, il rosmarino e il pepe e in bocca è succoso e saporito.
  • Cataldo Calabretta, Cirò Rosato Doc: profuma di mirtillo e scorza d’arancia, con leggeri accenni di gesso ed erbe aromatiche e ha un sorso dalla mineralità sottile ed elegante.
  • Severino Garofano, “Girofle” – Salento Igt: un classico, ma che classico! Un Negroamaro dai sentori intriganti di ciliegia, mirto, china e radici. Slanciato, elegante e avvolgente.
  • Casebianche, “Il Fric” – Paestum Aglianico Rosato Igp: un Aglianico rifermentato in bottiglia con l’aggiunta di mosto nel vino base, senza impiego di zuccheri. Sa di agrumi, erba fresca e fiori di campo; in bocca rinfresca e dona gioia.
  • Tenuta I Fauri, “Baldovino” – Cerasuolo d’Abruzzo Doc: dalla più tipica tradizione abruzzese nasce questo gioiellino a base di uve Montepulciano, che profuma di fiori freschi, amarena e melagrana. Generoso ed immediato.
  • Massa Vecchia, Rosato Toscana Igt: nasce ogni volta da un assemblaggio diverso di Merlot, Cabernet Sauvignon, Malvasia Nera e Aleatico e sa di zenzero, susina, caramella d’orzo e pepe. Profondo e trascinante.
  • Cantine della Volta, Lambrusco Rosé di Modena Spumante Doc Metodo Classico: un Lambrusco di Sorbara di straordinaria finezza, che profuma di rosa canina, melagrana, lampone e pane di segale. La bocca è vigorosamente fresca, con un tocca di elegante sapidità che ne invoglia il sorso successivo.
  • Maccario Dringenberg, “Rosacroce”: ottenuto dalla vinificazione in bianco delle uve Rossese, è un vino elegante e delicato, che richiama, sussurrando, le note di macchia mediterranea, iodio e piccoli frutti rossi.
  • Colline della Stella – Franciacorta Rosé Dosaggio Zero: uno spumante metodo classico non dosato da uve Pinot Nero dal profilo aromatico intrigante che richiama la crosta di pane, gli agrumi e le note minerali. Il sorso è pieno e rinfrescante, dal finale sapido.