Diario nel bicchiere: otto rosati per la mia estate, scoperti alle Notti del Rosato
di Ada Squazzo
Di dissetanti “notti del rosato e delle bollicine”, ho avuto la fortuna di deliziare il palato e la mente durante due eccellenti serate dedicate alla produzione vinicola del Mediterraneo, antico Regno delle due Sicilie, capace di sorprenderci sempre con le sue egregie produzioni.
Note di buon gusto che hanno colorato le pagine del mio piccolo taccuino di note di vino.
Un momento che si è fatto felice scoperta ed una passeggiata lungo i banchetti delle aziende in esposizione, mi ha fatto finalmente incontrare alcuni di quei produttori, di cui ero a vendere bottiglie nell’Italian Wine Bar di Edimburgo, mentre sognavo di poter rientrare presto nella mia amata terra del sole e poterne, dal vivo, lodare e degustare le eccellenze e le innovazioni. Finalmente, dopo un passaggio a Bordeaux, immersa nello studio dei sentori del mosto, dalle cantine d’eccellenza bordelaise, rieccomin in Italia. Dalla tavola al bicchiere, il Mediterraneo si veste di rosa!
Aglianico, Piedirosso, Casavecchia, Galloppo, Negroamaro, Montepulciano hanno rallegrato il mio animo errante.
Vigorìa d’eccellenza il seducente Terre Cerase igt,, ottenuto da uve Aglianico dell’area del Taburno, della lodevole azienda vinicola Villa Matilde. Colore intenso, aroma elegante di frutti di bosco maturi, minerale, gradevolmente tannico, il suo carattere si è reso subito vivo al palato, mentre la già stimata produttrice, Maria Ida Avallone, spiegava con entusiasmo il processo di vinificazione e ghiacciatura delle bacche durante la spremitura, tecnica che conferisce maggior freschezza, esaltando tutta la naturale aromaticità ed addolcendo, al contempo, la tannicità del già importante vitigno.
Percorrendo la piazza dei sapori con calice e taccuino, dai colli avellinesi al parco nazionale del Vesuvio. A Casa Setaro sono stata attratta dal colore leggermente aranciato ma deciso del Lacryma Christi del Vesuvio rosato ’09 doc. Ottenuto da uve Piedirosso, il suo profumo floreale ricorda petali di rosa e frutta a polpa rossa, evidenziando al contempo, un aroma di ciliegia amarascata. Alla mente evoca il sapore delle deliziose ciliegine sotto spirito che le nostre nonne amavano offrire agli ospiti durante le visite domenicali. Un vino rosa di carattere, simpaticamente retrò, proprio come gli antichi terreni vulcanici, ricchi di calcare ed argilla da cui i vigneti assumono nutrimento.
Dai colli vesuviani, pochi passi ad est per uno Sfizio Rosa igt ’09 delle Terre del Volturno. Qui, le bacche Casavecchia, dal cui interessante vitigno autoctono, l’azienda Vitcoltori Casavecchia prende il nome, grazie alla sapiente opera dei viticoltori che sposano il “terroir” di appartenenza, nasce un rosato dall’odore inconfondibile della ciliegia e dei fiori di campo. La gradevole mineralità ha ammorbidito il gusto del mio palato nel discorrere, in compagnia di altri amici, sul rapporto uomo territorio, l’amore per la coltivazione della vite nel rispetto dei tempi e delle tradizioni.
Più a Sud, la genuinità di Maddalena ed Antonio, attivi viticoltori dell’azienda Terra di Vento, ha catturato la mia attenzione da neofita alla scoperta dei sapori bio ed il loro Tecla Madre, Aglianico rosato’ 09 igt Colli di Salerno, ha riportato alla mia mente leggere note di spezie e
tabacco che arricchiscono i sentori di fragola matura e marasca, propri al vitigno, ancor più profumato di rosa canina. In questa zona, il terreno tufaceo-argilloso incontra in superficie una falda calcarea che dona generose ed inconfondibili note aromatiche all’uva. Siamo a Pontecagnano Faiano, a pochi chilometri dal centro della città Salerno.
Un’elegante etichetta ramata dal volto greco, attrae il mio sguardo. A Strongoli, in Enotria, incontro nel bicchiere, un’odore ricco di storia e tradizioni antiche. Sole, mare, territorio e laboriosa dedizione dell’uomo si manifestano nel Grayasusi rosato igt ’09, dell’azienda agricola Roberto Ceraudo.
Ottenuto da uve Gaglioppo, della meravigliosa Calabria, questo antico vitigno autoctono di terra greca, ha un colore ramato intenso e brillante. Regala note di fragola matura e marasca, un ricordo di cassis impreziosito da un retrogusto intenso e persistente. Un rosé d’alta classe!
La magia dell’evento dedicato al vino, mi porta sul versante Salentino di Copertino: Giroflè rosè igt ’09, l’ interessante Negroamaro in purezza dal colore brillante proposto dall’azienda Monaci.
Qui mi fermo a discorrere sul vino con il cortese Stefano Garofano, viticoltore appassionato, che mi ha spiegato la tecnica di macerazione corta, detta anche “salasso”, mediante la quale, dopo una macerazione delle uve di circa 18-24 ore, il mosto viene estratto e messo in fermentazione separata in modo da ottenere un colore ed un aroma più leggero e meno aggressivo. Di fatto, il primo sorso ha regalato alla gola, una sensazione di piacevole freschezza e bassa acidità. Un dibattito interessante di esperienze e pareri sulla produzione e la commercializzazione delle nostre eccellenze sul territorio italiano, sul gusto dei nostri connazionali e le tendenze gustative dei mercati esteri ed emergenti, mi ha trattenuta al tavolo, mentre nel bicchiere trasudante di umidità, quel buon rosato meritava maggiore attenzione. Rinnovato il bicchiere ed il fresco nettare, al secondo sorso, le note aromatiche tipiche del vitigno, sono emerse immediatamente. Dolci sentori di fragola hanno sposato il melograno in un bouquet di gerani. Eccellente a mio parere!
Il viaggio degustativo della seconda notte del rosato, si sposta risalendo negli Abruzzi. La cara sommelier napoletana Rosaria, ha presentato il buon Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo
doc ’08 dei viticoltori Lidia e Amato. Dal bel colore rossastro luminoso e deciso di una cerasa, da cui il vino prende il nome, si sente un delicato bouquet di ginestra e frutti rossi maturi, con un gradevole sentore di spezie orientali. Ricco, vinoso, elegante.
Sempre negli Abruzzi, Massimo Pasetti, della società agricola di famiglia, sui meravigliosi colli e la vallata di Capestrano, nel parco nazionale, ha presentato in degustazione il rosato Alto Tirino
igt. La macerazione a freddo delle bucce di selezionate uve Montepulciano ed una fermentazione a bassa temperatura, hanno saputo donare al vino un colore ed un profumo che ricorda ancora la fragola e la ciliegia mature. Aroma deciso, gusto leggero, bevanda inebriante.
Finalmente, variopinte sfumature di rosa dipingono le calde notti d’estate italiana!
3 Commenti
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Mi era piaciuto molto il rosato Ceraudo. tanto che lo avrei presentato volentieri in degustazione per i produttori. Poi si è deciso di proporre almeno un confronto tra due di Basilicata, ma davvero Grayasusi lo consiglio. Complimenti Ada, mi fa piacere di trovarti inaspettatamente tra queste pagine!
Grazie mille Monica.
Mi fha fatto molto piacere aver avuto la possibilità di esprimere e condividere opinioni di gusto.
Ada
Ottimi suggerimenti. A me piace molto il Terrae Cerase