Diadema all’Impruneta, il ristorante di Firenze che non ti aspetti alle porte del Chianti
di Stefano Incerti
Ci sono luoghi in cui la cucina diventa un racconto ed il Ristorante Diadema ne è un bellissimo esempio. Immerso nella quiete della campagna toscana, ad Impruneta, a pochi minuti da Firenze, questo gioiello gastronomico si trova all’interno del Relais Villa Olmo, un elegante resort che celebra la bellezza delle colline del Chianti.
Il Relais sì compone di diverse strutture risalenti al XVI secolo e conta di 18 unità abitative tra ville con piscina, suite e camere. Gli accessi sono esterni e sono ben distanziati tra di loro, così da garantire agli ospiti privacy e tranquillità durante tutto il soggiorno. Il contesto circostante è paradisiaco: basta guardarsi intorno per perdersi tra uliveti, vitigni e la iconica campagna toscana.
Tra le strutture, oltre alla cantina nella quale viene prodotto olio e vino, il wineshop e le camere, spicca il ristorante Diadema che si distingue per l’eleganza discreta e un’interpretazione raffinata della cucina toscana. Sin dall’ingresso, l’ambiente conquista: una struttura elegante con veranda in vetro affacciata sui vigneti e spazi all’aperto che invitano a un contatto diretto con la natura. Lo stile toscano classico si fonde qui con dettagli contemporanei, creando un’atmosfera accogliente e raffinata.
Come si mangia a Diadema
La filosofia culinaria di Diadema ruota attorno a una valorizzazione profonda delle materie prime locali e biologiche, rigorosamente selezionate secondo le stagioni e lavorate con cura per esprimere la massima autenticità. Un’esperienza di cucina autentica nella quale in ogni portata si riconosce l’amore per il territorio e per la cucina locale. Un viaggio nei sapori tipici della regione che conquista anche i palati più esigenti con abbinamenti originali e bilanciati. Dal pane fatto in casa agli oli e vini di produzione propria, ogni dettaglio contribuisce a rendere unica l’esperienza al Diadema.
Chi è lo chef Leonardo Nocenzi
Lo chef Leonardo Nocenzi, classe ’92, dopo varie esperienze a fianco di chef stellati del calibro di Vito Mollica, Karime Lopez ed anche un’esperienza al Noma di Copenhagen, avvia la sua prima esperienza personale prendendo in mano il timone della cucina del Diadema, nel 2023. Per dovere di cronaca dobbiamo sottolineare che si tratta di un rientro a casa, visto che Leonardo aveva già lavorato in passato al Diadema come sous-chef alcuni anni prima. Oggi interpreta con mano sicura i piatti della tradizione arricchendoli di un twist contemporaneo che riesce a stupire senza mai snaturare i sapori tipici toscani. Tra i punti di forza ci sono i prodotti a chilometro zero, molti dei quali provengono direttamente dai terreni circostanti.
La degustazione
Iniziamo la nostra degustazione con la sogliola al vapore su verdure scottata alla griglia, brodo di pollo e fondo di pesce. La sogliola conserva tutte le sue caratteristiche principali essendo cotta al vapore. Il brodo di pollo conferisce la giusta sapidità al pesce senza coprirne il sapore. Il fumetto di pesce, aromatizzato con olio al rosmarino e senza la presenza di burro funge da legame perfetto per tutti i sapori.
Cinghiale in agrodolce, doppia cottura, prima brasato poi scottato alla griglia, anche la cipolla segue lo stesso procedimento di cottura del cinghiale, poi guarnizione di polline d’api.
Spaghetto al ragoût di cibreo, piatto tipicamente fiorentino di origini antiche realizzato con tutte le frattaglie del pollo, come cresta, fegato e testicoli. Le origini risalgono all’epoca rinascimentale. Era in uso nelle case della nobilità ma anche in quelle del popolo, visto che si trattava e si tratta d’ingredienti accessibili e di poco costo, considerando anche l’economia del non buttare via niente dell’animale. Alcuni attribuiscono a Caterina de’ Medici la diffusione di tale pietanza. Una menzione importante è stata fatta anche nel libro Pinocchio: “Dopo la lepre si fece portare per tornagusto un cibreino di pernici, di starne, di conigli, di ranocchi, di lucertole e d’uva paradisa; e poi non volle altro […] Quello che mangiò meno di tutti fu Pinocchio”. Il cibreo è menzionato anche da Pellegrino Artusi nel suo celeberrimo manuale “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, 1891, divenuto poi il ricettario per antonomasia della cucina italiana.
Tartare di chianina con scaglie di tartufo bianco
Pancia di maiale prima marinata in arancia, poi piastrata con cavolo nero. La consistenza esterna è fragrante, interamente morbida e saporita.
Concludiamo con un dessert che è una vera ode al cioccolato servito in tre consistenze: crema, polvere e crumble. Ad arricchire il tutto, un cremosissimo gelato alla cannella ed un giro d’olio d’oliva.
Servizio attento e gentile, carta dei vini ben strutturata. L’accoglienza calorosa del personale, attento ma discreto, completa un servizio che si allinea al livello della proposta culinaria, garantendo una vera immersione nella Toscana autentica, perfetta sia per chi cerca un rifugio romantico, sia per chi desidera celebrare un’occasione speciale in un contesto esclusivo e rilassante.
Ristorante Diadema c/o Relais Villa Olmo
Via Imprunetana per Tavernuzze, 19
50023 Impruneta, Firenze