Del SorRiso di Nori e di un Carnaroli tra i migliori in assoluto da me cucinati°ustati
di Marco Galetti
C’è libero calcio mercato e le squadre milanesi, prima una e poi l’altra, si sono adeguate lasciandosi influenzare dalla corrente del Golfo del Tonchino, imprenditori cinesi hanno imposto&disposto, ma ad un buon primo tempo, forse a causa dell’intervallo a base di riso e di mandorle amare, ne è sempre seguito un secondo disastroso.
Speriamo che le squadre piemontesi non si lascino tentare dalla moda imperante&imperiale rifocillando i propri atleti con un riso orientale&profumato che potrebbe rivelarsi amaro.
Il riso italiano, il più buono del mondo, non si cambia, su alcuni prodotti più che mai dobbiamo rimanere fedeli al nostro territorio, ai nostri coltivatori, ai nostri piccoli, grandi produttori e se hanno il sorriso di Eleonora, tanto meglio.
Soffermiamoci sul sorRiso di Nori e sul suo Carnaroli tra i migliori in assoluto da me cucinati°ustati.
All’Azienda Agricola Bertolone è stata affidata in esclusiva, dalla famiglia Marchetti, la moltiplicazione di semente certificata e l’impiego della stessa del Rosa Marchetti, una pregiata, autoctona e storica varietà di riso che prende il nome del suo scopritore, Domenico Marchetti e di sua moglie Rosa.
Eleonora, laureata in Economia Aziendale in un luogo che mi è caro, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha messo il cuore nell’azienda di famiglia di Collobiano, nel vercellese, dove oltre al Rosa Marchetti che meriterà storia a sé, vengono coltivate e prodotte diverse varietà di riso tra le quali il Carnaroli che ho usato nel mio risotto.
Il mio risotto alla milanese con il Carnaroli semilavorato dell’Azienda Agricola di Eleonora Bertolone
Qui a nord sembra siano arrivati i primi freddi, ma non sulla mia tavola dove c’è un dettaglio che riscalda, il Riso di Nori arricchito da pistilli di zafferano sardo di San Gavino Monreale ha lasciato il segno nella pancia e nel cuore.
Questo riso, raccolto 2016, si è aggiudicato il secondo posto nella prima edizione del premio Antonio Tinarelli (agronomo&ricercatore, uno dei maggiori conoscitori di risicoltura) per il miglior riso italiano da risotto, presso l’Università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo.
Quando ho letto sulla scatola: Quinto Vercellese, il “mio” riso viene da lì, ho capito che ne avevo trovato un altro di quelli buoni, da trattare con cura, chicchi di pregio accuditi e cresciuti ad un passo dal Bivio, un luogo che mi ha regalato tanti bei momenti conviviali e mentre accudisco questo splendido Riso di Nori, il Signor Riso di Eleonora e il suo sorriso riportano alla mia mente, come un dono di Natale inaspettato e quindi maggiormente gradito, il sorriso garbato e i risotti strepitosi di un amico chef, Gianni Sarzano, questo post con i miei auguri è dedicato a lui.
3 Commenti
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A lei il premio:Un Sor-riso per Natale.Per i meritevoli e per quelli meno:ben disporsi è anche un po’ darsi e dare è l’unica civiltà che ci può salvare.FM
Grande Marco. Non ti nascondo che un bel risotto, come abbiamo gustato spesso nelle nostre girovagazioni lombarde, mi manca davvero. E proprio il Carnaroli è quello che preferisco.
Grazie !!!! Avrei bisogno della sua mail Marco! Volevo proprio ringraziarla , mi ha fatto un magnifico regalo di Natale inaspettato! Eleonora Bertolone alias Nori di risodinori!