Degustazione vini Mastroberardino
di Enrico Malgi
Sono contento che finalmente sono riuscito a colmare una mia palese lacuna: da più di vent’anni non ero stato capace di visitare nuovamente la storica azienda Mastroberardino di Atripalda. Ebbene proprio in questi giorni ho potuto sopperire a questo mio bisogno.
All’ingresso, in mancanza del prof. Piero Mastroberardino, attuale titolare che si trovava all’estero per lavoro, sono stato bene accolto dall’enologo aziendale Massimo Di Renzo, insieme con la signora Virginia. Quest’ultima, molto preparata e competente, mi ha scortato dapprima nella barricaia e subito dopo mi ha fatto entrare nel Sancta Sanctorum, il Museo d’Impresa Mastroberardino inaugurato a maggio 2019 e dove sono conservati tutti i cimeli, le foto, le testimonianze, i riconoscimenti i documenti e le acquisizioni di tenute della famiglia Mastroberardino a partire dal 1735 a cominciare dal capostipite che si chiamava appunto Berardino. Dal 1747 poi la famiglia si stabilì definitivamente ad Atripalda, dove sono passate ben dieci generazioni.
Terminata la visita al museo, Massimo Di Rienzo mi ha accompagnato nella sala di degustazione, dove ha stappando in successione sette bottiglie tra le più importanti di tutta la produzione aziendale, ricca com’è di ben ventiquattro etichette di vino, più due di passito e due di grappa.
Morabianca Falanghina Irpinia Doc 2021. Soltanto Falanghina allevata a Mirabella Eclano. Maturazione in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro.
Nel bicchiere si staglia un coreografico colore giallo paglierino abbastanza carico. Bouquet decisamente sontuoso, dal quale si sprigionano compositi profumi fruttati indigeni ed esotici di agrumi, mela, pera, ananas, banana e litchi, subito marcati a vista da svolazzi floreali e vegetali di ottima caratura.
Sottofondo leggermente speziato. In bocca si approccia un sorso bello fresco e sapido, elegante e sobrio, aggraziato e soave. Silhouette snella e giocosa.
Buona serbevolezza. Allungo finale seducente. Da preferire su minestra di cereali e latticini freschi.
Radici Fiano di Avellino Docg 2021. Solo Fiano coltivato a Santo Stefano del Sole. Affinamento in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo.
Prezzo finale di 13,00 euro. Alla vista si presenta un luminoso colore giallo paglierino non troppo concentrato. Lo spettro aromatico è saturo di leggiadre e pluralistiche effusioni di tanta buona frutta a go go, con in prima fila ovviamente la percezione olfattiva e varietale della nocciola, intrecciata a solide costumanze di fiori di campo ed a sensitivi sbuffi vegetali. In bocca penetra un sorso acido, scorrevole, morbido, raffinato e mineralizzante. Il registro gustativo è scattante, cristallino, intrigante, polposo e ben ritmato. Verve dinamica, che preannuncia una lunga serbevolezza. Chiusura pervasiva. Da spendere su
un piatto di vermicelli a vongole e carne bianca.
Novaserra Greco di Tufo Docg 2021. Greco in purezza lavorato in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 13,00 euro. Colore paglierino certamente più carico rispetto alle bottiglie precedenti, com’è costume del Greco. Goliardico e stuzzicante il ventaglio olfattivo, che si concede ad un naso indagatore evocando in primis spunti fruttati di pesca,
albicocca, nespola, cantalupo, lime, pompelmo e mango. Sospirosi poi gli afflati copiosamente floreali di iris, zagara e camomilla. Folate speziate. In bocca esordisce un sorso elegante, teso, morbido, incisivo, stimolante e sinceramente “bevibile”. Tattilità ficcante, rotonda, gioviale e succosa.
Migliorerà col tempo sicuramente. Superbamente aggraziato lo slancio finale.
Da abbinare ad un risotto ai frutti di mare ed orata al sale.
Neroametà Bianco Campania Igt 2019. Aglianico al 100% vinificato in bianco. Si tratta di una novità aziendale, che così vuole omaggiare un vitigno molto versatile tipicamente irpino. Affinamento in acciaio. Gradazione alcolica
di dodici e mezzo. Prezzo finale di 15,50 euro.
Nel bicchiere si appalesa un colore giallo scarico e languido. Ampiezza aromatica depositaria di un pot pourri di eccellenti nuances, che si concretizzano in ricordi di mela verde, pera, pesca bianca, mandorla, fiori di campo, salvia, timo e sambuco. Garbati vezzi speziati completano poi l’ottimo registro olfattivo. Sorso tenero, suadente, fascinoso, succoso, fresco,
glicerico elegante, soave e perfettamente modulato. Tensione gustativa sapida, voluttuosa, equilibrata e sfaccettata. Tratto finale deliberatamente accattivante. Da provare su una zuppa di ceci e pesce alla brace.
Lacrimarosa Rosato Irpinia Doc 2021. Aglianico e basta maturato in acciaio. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 9,00 euro. Classico il colore rosato sfumato buccia di cipolla tipicamente provenzale. Finemente ricamato il delizioso bouquet, dal quale il naso attinge voluttuose credenziali di tanta buona frutta della pianta e del sottobosco in egual misura, agganciate poi a caratteristiche rimembranze di florealità dipinta di rosso ed a sentori vegetali di mediterranea purezza. La bocca accoglie un sorso bello fresco e godibile, lineare e fine, sapido e compiacente. A sua volta l’appeal si dimostra affascinante, fiero, aggraziato, leggiadro, ammaliante e arrotondato.
Fraseggio finale edonistico. Perfetto l’abbinamento su una zuppa di pesce e pizza margherita.
Radici Taurasi Docg 2018. Ovviamente soltanto Aglianico allevato a circa cinquecento metri di altezza a Montemarano. Maturazione per due anni in legno piccolo e grande e poi elevazione in vetro per altri due anni.
Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 28,00 euro. Ho potuto degustare in anteprima questo vino che sarà messo in commercio alla fine di quest’anno.
Livrea decisamente rubineggiante e sfolgorante. Dall’ampio e molteplice caleidoscopio l’incipit fa risaltare orgogliosi profumi di ciliegia, prugna, sottobosco e viola. Tutto qui? Certo che no, altrimenti che Taurasi sarebbe?
Ed allora ecco che si fanno avanti per la rivista promiscue e sensitive effusioni di pepe nero, chiodi di garofano, tabacco, caffè torrefatto, liquirizia, incenso e balsamo. Bocca larga e ben disponibile, che accoglie un sorso avvolgente, centrato, etereo, austero, materico, sostanzioso, reattivo, complesso e strutturato. Trama tannica leggermente graffiante. Spalla acida
solida e tagliente. Palato sontuoso e dinamico. Vino ancora giovane ed in piena fase di spinta e, quindi, migliorerà molto col passare degli anni. Retroaroma prolungato ed epicureo. Con che lo abbiniamo? Che domanda, ma con un bel capretto irpino e formaggio pecorino laticauda. Soluzione perfetta.
Radici Taurasi Riserva Docg 2016. Sempre e soltanto Aglianico coltivato nel vocato areale di Montemarano. Vendemmia effettuata ad inizio novembre. Macerazione sulle bucce per circa un mese. Affinamento in barriques di rovere francese e botti di Slavonia per trenta mesi e poi elevazione in boccia per quaranta mesi.
Ed allora che cosa ne viene fuori? Prima di tutto una veste cromatica di colore granato carico e poi una composizione olfattiva così avvincente e granitica. Il naso deve calibrarsi al massimo per potere scansionare e classificare tutti gli scalpitanti ed articolati profumi che esalano tout court preziose espansioni di amarena, cassis, mirtilli, fragola, noce, violetta,
muschio e menta. Seducenti le attinenze speziate, subito seguite da connotazioni terziarie di cacao, caucciù, cioccolato fondente, cuoio, grafite, goudron e sospiri empireumatici. Tuttavia è in bocca che il vino che vira verso un’esuberante accelerazione, confermando in toto le promesse già espresse dall’olfatto, attraverso un sorso maestoso, potente, avviluppante, imperioso,
complesso, temperamentale, opulento, infiltrante, sublime e poderoso. Ma comunque sempre rimanendo fedele al proprio privilegiato ruolo, ricco com’è di un fascino emozionale, denso di gradevoli sapori e di precisione tecnica, supportato in questo anche da una morbida percezione tattile, croccantezza del frutto, tannini talentuosi e ben cesellati, spalla acida evoluta che alita
freschezza per tutto il cavo orale, finezza ed eleganza cromosomica ed un uso del legno ben dosato. In poche parole si tratta di un Taurasi non pesante, non alcolico e non eccessivamente tannico. Vi pare poco? E mettiamo in conto pure questo: la sua longevità lo porterà a resistere al tempo che avanza per almeno altri quindici anni. Chiusura persistente e paradisiaca.
L’abbinamento col cibo può spaziare da un bel ragù alla napoletana, ad un cosciotto di agnello alla brace e fino a formaggi a pasta dura ben stagionati.
Bene, devo ammettere che dopo tanti anni n’è valsa davvero la pena tornare qui, per assaggiare questi meravigliosi vini di Mastroberardino. Mi sento totalmente appagato e fortunato, perché si è trattato di una batteria di grande pregio che mi ha letteralmente entusiasmato ed emozionato. Spero che possa tornare per assaggiare altre etichette prima ancora che trascorrano
altri venti anni. E così sia!
Mastroberardino Società Agricola Srl.
Via Manfredi, 75/81 – Atripalda (Av)
Tel. 0825 614111 –
[email protected] – www.mastroberardino.com
Enologo: Massimo Di Renzo
Ettari vitati: 260 – Bottiglie prodotte: 1.700.000
Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Sciascinoso, Fiano, Greco, Falanghina, Coda di Volpe e Caprettone.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Tra vent’anni lei scriverà ancora di vino e non solo Mastroberardino.Dopo questo augurio le confesso che la mente mi si è aperta come quando nell’acqua viene buttato un sasso.Lo storico aziendale è il vero polo museale di cui possa vantarsi un viticultore che ha a cuore il propio lavoro.Peccato che in Irpinia,a parte aziende come questa,quasi nessuno ha un numero tale di bottiglie da poter soddisfare la naturale curiosità su ogni annata a cominciare dalla prima imbottigliata FM
Caro Francesco , innanzi tutto ti ringrazio per l’augurio, ma penso che tra vent’anni sarà difficile che io possa scrivere ancora di vino. Lo spero comunque. Per quanto riguarda Mastroberardino esso rappresenta un capitolo a parte per tutto il panorama vitivinicolo e non solo campano, che pure può vantare imprese prestigiose e di lunga data. Approcciarsi a questa azienda è un’emozione unica da vivere intensamente e centellinare con cura le molteplici sfaccettature, con lo straordinario vino in primo piano naturalmente.