Default Domino’s: Karl Marx aveva già scritto tutto sulla pizza artigianale
Uno dei grandi vantaggi dell’età avanzata è avere la memoria stirata su un più largo e lungo lasso di tempo, dunque ricordarsi cose che gli altri spesso ignorano per non averle studiate mentre tu le hai vissute invece di leggerle.
Ho ottima memoria, anche se con l’età ho imparato che a volte bisogna far finta di non ricordare e di non sapere. Mi ricordo infatti che all’inizio di questo millennio una delle tesi usate da supercritici bocconiani, quelli che trascurano l’amore perchè non fa profitto a differenza del sesso, per irridere la pizza napoletana, era che alla fine Napoli era la capitale del nulla perchè su cento pizze sfornate ogni giorno sul nostro Pianeta 98 erano grandi catene replicanti di origine americana. Dunque, di cosa vi vantate e parlate voi napoletani?
Di fronte all’ultima notizia del crac di Domino’s in Russia mi sono venuti in mente i racconti degli anziani della famiglia Condurro che, mentre si combatteva nelle strade di Napoli contro i tedeschi, avevano il forno a Forcella che continuava a sfornare pizze.
Poi, improvvisa, mi è venuta in mente la grande fuga da Milano, Milano vicina all’Europa, durante il Covid con il famoso assalto ai treni che rivelò un dato semplice: il produttivismo meneghino si regge quasi totalmente sull’assistenzialismo gratuito fornito dalla rete familiare del Sud e non viceversa come sostengono i leghisti più ultrà. A rigor di logica, infatti, in una società messa sotto stress dalla guerra o da una pandemia, la cosiddetta parte avanzata dovrebbe farsi carico di quella cosiddetta più arretrata. In una parola, non sarebbe stata più logica una fuga del Sud verso il Nord?
Cioè: come mai quando il normale corso delle cose salta per un motivo o per l’altro a reggere sono strutture sociali considerate arretrate dal liberismo iperproduttivo?
La risposta la conosciamo? Avendo trasformato il diritto alla salute previsto dalla Costituzione in una azienda, in Lombardia fu abolita la figura di un medico di base, sostituita da call center e collegamenti internet. E voilà qualche decina di migliaia di morti in più grazie ai liberisti.
Forse la risposta sarebbe più complessa, ma abbiamo lo spunto per passare a parlare di pizza, che è un prodotto anticiclico per sua natura (cosa non compresa dai gastrofighetti che la leggevano come fine dining). In fase di crisi sopravvivono e si espandono le catene artigianali che fanno volumi e profitto, oltre alle pizzerie familiari ovviamente, ossia quelle catene nelle quali, pur in una razionalizzazione dei costi, alla fine c’è sempre un professionista che ti fa la pizza davanti mentre aspetti.
Il valore, dunque il margine profitto per chi investe, imprenditore o fondi poco importa, è proprio nel capitale umano che fa la differenza e che non può essere replicabile sino a che i robot non faranno almeno uno starnuto.
In effetti questo sviluppo non è altro che l’applicazione di una famosa legge marxista, che definisce la contraddizione del capitalismo (oltre alla sovrapproduzione) il crollo del margine di profitto man mano che le macchine sostituiscono la forza lavoro, cosa a cui si è costretti dalla legge della velocità di produzione di una merce.
Per certi macro settori (armi, auto, metallurgia), sicuramente non c’è altra scelta, ma per il settore alimentare e agricolo, ossia quello da cui nasce la ricchezza primaria di una nazione, non solo bisogna dare alle cose il tempo necessario imposto dalla natura, ma proprio il capitale umano consente di fare la differenza di margine e, contraddizione all’inverso, più investi in capitale umano e formi specialisti non sostituibili facilmente, più hai la possibilità di riversare sul consumatore finale queste spese che saranno percepite in maniera sostanzialmente indolore.
Insomma, il buon vecchio Karl Marx può aver sbagliato la prognosi, ma la sua lettura costituisce uno strumento indispensabile da cui non si può prescindere, al di là di come la si pensi politicamente.
Del resto per la pizza sta avvenendo quello che è avvenuto già con il panettone: quello artigianale sta sui 40-45 euro, quello industriale meno di 5. Più chiaro di così.
Alla qualità, quando resta un lusso accessibile, nessuno sano di mente può davvero rinunciare. Ed questo che i ragionieri delle multinazionali non potranno mai veramente capire perchè loro hanno già rinnciato alla qualità della vita per fare quello che fanno: mandare la gente all’ospedale.
Un commento
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Meraviglia delle meraviglie,una volta tanto Marx non è citato a sproposito,-