Debuttano a Roma quindici nuove birre per la Settimana della Birra Artigianale
di Alfonso del Forno
Com’è ormai tradizione da qualche anno, la Settimana della Birra Artigianale (4-10 marzo) è preceduta dal Ballo delle Debuttanti, evento che propone in anteprima assoluta alcune nuove birre prodotte per l’occasione dai birrifici italiani. Quest’anno le debuttanti si sono date appuntamento da Eataly Roma e hanno fatto il loro ingresso sul mercato nell’ambito della Festa della Birra Artigianale (1-3 marzo) organizzata nel grande contenitore enogastronomico capitolino. Le debuttanti del 2019 sono state quindici, rappresentative di altrettanti birrifici provenienti da diverse regioni italiane.
Il primo assaggio l’ho dedicato alla Kora, gose del Birrificio dell’Eremo. Birra molto bella da vedere nel bicchiere, dal colore rosato per la presenza dell’ibisco. Al naso ci sono leggere note lattiche, che al sorso si ripresentano insieme a una buona mineralità e secchezza. La cosa interessante è la percezione di acidità lattica che non è data dall’utilizzo di lattobacilli, bensì da uno dei lieviti non covenzionali che il birrificio ha cominciato a sperimentare, il Kluyveromyces thermotolerans. A completare la ricetta, oltre ai fiori di ibisco, ci sono il sale e il coriandolo.
Nuove frontiere quelle raggiunte dal Birrificio Italiano con la Lucid Dream, una New England Pils che mette insieme le produzioni classiche di Agostino Arioli e le nuove tendenze brassicole internazionali. L’aroma è intenso e complesso, grazie all’abbondante utilizzo di luppolo in doppio dry hopping. Leggermente velata nel bicchiere, il sorso è morbido con un lungo amaro rotondo.
Altra birra interessante è la Real Iga di Mastio. L’azienda marchigiana, in conversione bio da tre anni, ha presentato questa Italian Grape Ale a fermentazione spontanea, realizzata con mosto di Montepulciano Bio. Il colore rosato lascia immaginare sentori di frutta, che puntualmente si presentano al naso e al palato. La leggera acidità al sorso rende la birra molto piacevole da bere, grazie anche alla buona secchezza finale.
Freschissima la Terremoto, India Pale Ale di Busa dei Briganti. Amarillo, Mosaic ed Equanot regalano note di frutta tropicale e agrumi, rendendo questa birra molto attraente al naso e di facile beva.
Legata alla stagionalità e ai prodotti del territorio è la Buia Special Edition di Agrilab. Questa è la classica Buia, brown ipa con zucca, maturata in botte di rovere per sei mesi. Ben evidenti le note di frutta secca, con un buon amaro che bel bilancia la parte maltata, senza essere mai aggressivo.
Molto classica e in stile la Doge Brown Ale, del Birrificio del Doge. Frutta secca, con nocciola in testa, insieme a caramello e toffee sono le note aromatiche principali, che ritroviamo in un sorso molto complesso e bilanciato.
Per i dieci anni del Birrificio di Cagliari è nata la Dexi: dieci mani, dieci malti e dieci luppoli inglesi. Le note affumicate, già incontrate al naso, si uniscono a quelle di frutta secca e caramello al sorso, che si presenta con un leggero amaro ben bilanciato dalla componente maltata.
Interessante progetto quello di Orma 2, Farmhouse Ale di Eternal City Brewing. Una birra che gioca sulla bevibilità dettata dalle note acide, citriche e speziate. Quattro mesi in botte di scotch completano il lavoro di pulizia di questa birra, che può essere presa come punto di riferimento per chi vuole avvicinarsi al mondo sour per gradi.
Birra da fine giornata, da bere in relax, è la Doppio Neuro del birrificio La Casa di Cura. Imperial Stout dal colore nero impenetrabile, presenta sia al naso che al sorso le note tostate dei malti e la ricca luppolatura americana.
A completare l’elenco delle debuttanti c’erano la Roxa di Baladin, la Cocomoon di Birrificio Amerino, la Future di Rebel’s, la Dual Ipa di Birra Losa, la Chestnut Tripel di Eataly Birreria e la Ruzza de La Gramigna.