Dai vini iblei a quelli vulcanici: un viaggio in Sicilia con la cantina Gulfi
di Simona Mariarosaria Quirino
Ettari vitati: 60
Enologo: Salvo Foti
Agronomo: Salvo Foti
Allevamento: alberello
Altezza media: fino a 450 metri sul livello del mare
Lavorazione del terreno: manuale
Concimi: organominerali
Bottiglie prodotte:220.000
Conduzione: in regime biologico certificato
Densità di impianto: 8.000 viti/ha
Percentuale di uve acquistate: nessuna
Uve coltivate: Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante, Albanello
Altre produzioni: olio extravergine d’oliva
La storia
La cantina Gulfi affonda le sue radici nel profondo e caldo sud della Sicilia. Siamo a Chiaramonte Gulfi, nel ragusano, precisamente sull’altopiano ibleo, dove la famiglia di Vito Catania, presente da generazioni nel settore della produzione del vino, nel 2007 ha messo in piedi la nuova sede dell’azienda che oggi ospita la cantina, la locanda e una parte degli ettari vitati. La restante parte delle vigne si trova a Pachino e, da qualche anno, anche sul territorio etneo, perché la famiglia Catania ha deciso di ampliare la gamma dei vini che, dal Nero d’Avola, oggi abbraccia anche quelli provenienti dal terroir vulcanico.
Le vigne
Le vigne si estendono per circa 60 ettari di terreno. Qui fa da padrone il sistema di allevamento ad alberello, il più adatto al caldo e secco clima siciliano, condotto in regime biologico certificato. Niente concimazione chimica, dunque, anche perché le alte temperature del posto naturalmente preservano le piante da insetti e muffe, senza ricorrere ai pesticidi. La coltivazione è quella tradizionale, senza irrigazione, perché non viziando la vite, da sola cerca acqua più in profondità, estraendo più minerali e sostanze nutritive. La vendemmia resta quella manuale perché sa selezionare con più cura i migliori chicchi d’uva per i vini Gulfi.
I vini
La produzione Gulfi si concentra soprattutto sul Nero d’Avola, proveniente direttamente dai monti iblei del ragusano o da altre zone della Sicilia. Un vino che negli ultimi anni ha scontato la pecca di essere diventato un po’commerciale e che l’azienda ha cercato fermamente di riqualificare puntando a una elevata qualità del prodotto, restituendogli la dignità che da sempre ne ha fatto uno dei più importanti vini siciliani. Nero d’Avola in purezza come nel Nerojbleo o nel Sanlorè o assieme al Frappato nel Cerasuolo di Vittoria. Ai rossi, si aggiungono anche bianchi di tutto rispetto come il Carjcanti, formato da uva Carricante al 100%.
Conclusioni
I vitigni autoctoni, la coltivazione ad alberello non irrigato e l’agricoltura biologica sono fattori imprescindibili dell’azienda Gulfi. La dedizione per la terra sicula è il leitmotiv della loro produzione, anche in periodi no come quando il Nero d’Avola non era visto di buon occhio sul mercato nazionale. Proprio come quando si ama qualcuno, gli si sta vicino sempre, nella buona e nella cattiva sorte. E quando è di nuovo buona, non c’è concorrenza che tenga.