Da Piscinola a Brooklyn, così il napoletano Rosario Granieri ha imposto il suo Pizza Secret a New York


di Emanuela Sorrentino

Al telefono Rosario Granieri, 35 anni Piscinola, è ancora emozionato ed orgoglioso: con il suo locale Pizza Secret di Brooklyn per la prima volta è entrato nella guida 50 Top Pizza Usa. E lo ha fatto vincendo anche il premio “New Entry of The Year – Solania Award”.

Cosa hai provato?

«Ero incredulo, mi ha fatto piacere perché è un premio che divido con la mia famiglia a Napoli e il mio team qui in America. Finalmente di me si sta accorgendo anche l’opinione pubblica e la stampa, sto facendo un bel lavoro per valorizzare il prodotto pizza e i suoi ingredienti. Anche il New York Times mi ha dedicato un articolo. Essere tra i Top 50 degli Usa è un onore immenso e questo riconoscimento era per me inaspettato. Tutti hanno saputo del premio nel mio quartiere e in quelli di amici e parenti, mio padre che ha 80 anni ed è a Napoli è stato davvero fiero».

Da quanto sei in America?

«Ho il locale da 5 anni, ecco perché questo premio ha per me molto valore. Sono arrivato a Washington però nel 2008 e poi nel 2012 a New York lavorando con il gruppo Rossopomodoro prima in Italia tra Lombardia, Sardegna, Lazio, Campania poi in America e in giro per il mondo per le nuove aperture. Mi hanno insegnato tanto. Sono figlio e nipote di chef e pasticciere quindi questo mestiere, molto sacrificato, l’ho sempre amato fin da piccolo».

Pizza Secret cosa ha di speciale?

«Ha tanta passione e amore, con 14 dipendenti e 120 posti a sedere riusciamo nei fine settimana a raggiungere anche i 350 coperti senza mai trascurare i clienti. Il segreto è la qualità della materia prima, vale per la pizza ma anche per le portate che serviamo come ristorante. La pizza si fa con pochi ingredienti ma bisogna accostarli con amore, questo è il nostro “secret”. Ne ho fatte di pizze, dall’Equador al Brasile, ne ho anche provate tante facendo il giudice in numerose occasioni e ripeto sempre lo stesso concetto: la passione lega tutto, nella vita come sulla pizza».

Cosa hai lasciato a Napoli?

«Sono l’ultimo di nove figli, l’unico che è andato via. Gli altri lavorano in pizzerie a Nola e alla Sanità, dove c’è il locale in cui siamo cresciuti professionalmente tutti, la Pizzeria Miracoli dei fratelli Esposito. Sono stato a casa ad aprile, sono anche un tifoso del Napoli e questo che è stato l’anno buono e indimenticabile per lo scudetto, è stato speciale anche per me. Ho omaggiato con i murales nel mio locale la vittoria del tricolore. Non nascondo che mi piacerebbe pensare e dare vita ad un mio progetto proprio a Napoli, i miei nipoti sono pizzaioli».

Che consiglio possiamo dare ai giovani?

«Devono fare una buona gavetta, la strada è in salita come in ogni mestiere, ma credetemi poi bisogna mantenere la costanza una volta raggiunto il proprio obiettivo. Insomma per dirla all’americana bisogna procedere “step by step”. Pizza Secret è ance ristorante e si trova nel centro di Brooklyn, a pochi passi da Nets Stadium. Se ci sono ragazzi o imprenditori che vogliono venire in America, sento di dire loro che le opportunità qui non mancano».

Qual è la tua pizza del cuore?

«La margherita classica. Ma anche quella al filetto di pomodoro è buonissima, io la propongo con del pesto di basilico proprio per richiamare i profumi, i sapori e i colori dell’Italia».