Da Peppina di Renato a Forio (NA): la cucina ischitana della famiglia D’Ambra
Da Peppina di Renato a Forio d’Ischia
via Montecorvo, 42 (ex via Bocca)
Aperto a cena il lunedì, il martedì e dal giovedì alla domenica
Giorno di chiusura: il mercoledì
Pranzo di domenica solo in bassa stagione (variabile)
Chiuso da fine ottobre a metà marzo
di Floriana Barone
“‘U cunigl pu fa buon te la scurdà”: lo ripeteva sempre Renato D’Ambra quando cucinava insieme alla figlia Michela nella trattoria di famiglia a Forio, sull’isola d’Ischia. “Da Peppina di Renato” è stato aperto nel 1979 in collina, in località Montecorvo, ai piedi del Monte Epomeo: oggi Michela D’Ambra gestisce l’attività insieme alla mamma Rita e alle sorelle Ersilia e Feliciana.
Dalla terrazza la vista è sorprendente: si possono ammirare la baia di Citara e il Faro di Punta Imperatore, a cui Michela è particolarmente legata perché, un tempo, suo nonno Antonio era il custode della struttura. In lontananza si si scorge l’isola di Santo Stefano e, con un po’ di fortuna, si riesce a intravedere anche Ventotene. Il mare regala lo spettacolo più magico con tutte le sue tonalità: dal verde all’azzurro. Da questa collina si gode di uno dei tramonti più belli dell’isola: un luogo che rispecchia l’anima ischitana più autentica.
Da Peppina di Renato: la storia
Dopo aver lavorato molti anni sulle navi da carico, Renato D’Ambra è tornato a casa con l’idea di formare una famiglia. Ha sposato Rita, ereditando, inoltre, un’antica proprietà, che apparteneva alla nonna Peppina. La famiglia D’Ambra si ritrovava in questa casetta di campagna per fare l’orto, le conserve e allevare qualche pecora. Rita è stata un pilastro fondamentale per l’avvio della trattoria: tutto è successo nel 1978, con il passaggio di qualche turista tedesco. Renato ha iniziato a offrire le prime bruschette che realizzava con i prodotti dell’orto e sul fuoco c’era sempre anche una pentola di fagioli, proprio come accadeva ai tempi di nonna Peppina. All’inizio, però, Renato e Rita non preparavano piatti di pasta, ma offrivano ai primi clienti un bicchiere di vino locale. Poi, nella zona, si è sparsa la voce e Renato ha cominciato a cucinare, seguendo la tradizione, accanto alla moglie che, invece, è sempre stata una donna creativa e di gusto sia negli arredi che nelle proposte in menu.
Il locale
I pavimenti del locale sono composti da vecchi tetti delle abitazioni isolane, recuperati da Renato: calce battuta e cenere vulcanica. Renato si è occupato anche di ridipingere le vecchie spalliere dei letti ritrovate nelle cantine ischitane. Il tetto, invece, è frutto di un recupero delle potature delle viti, mentre i tavoli sono stati realizzati con vecchi coperchi di botti: le tovaglie e gli altri elementi d’arredo sono stati scelti da Rita. Sotto, una vecchia cisterna, che costituisce la base dell’edificio, fatta con tufo verde isolano, caratteristica di molte abitazioni. Due anni fa, con la scomparsa del padre, Michela ha preso in mano la gestione del ristorante, sempre accanto alla mamma. È cuoca, pasticciera e coltivatrice. I suoi occhi sono grandi ed espressivi: ama raccontare la storia della sua famiglia, vivere in campagna, passeggiare nell’orto e mangiare i fichi, con cui realizza un’eccezionale crostata insieme al vincotto.
Cosa si mangia Da Peppina di Renato
Da Peppina di Renato il menu è prettamente stagionale, preparato in base alla disponibilità dell’orto: il coniglio all’ischitana è il grande protagonista del menu. Tradizione, quindi, unita a un pizzico di creatività: tra gli antipasti, si segnalano la polenta fritta con bietola saltata e crema al gorgonzola, le polpettine saracene di maiale e manzo, scarola saltata e feta sbriciolata (12€), la sfera fritta di mortadella su crema al provolone e granella di pistacchio (14€) e gli involtini di melanzana fritta, prosciutto cotto, formaggio e salsa al pomodoro. Eccezionali, nella loro semplicità, le bruschette ai fagioli cannellini (5€) e ai pomodorini. Le crespelle cambiano in base al periodo: avvolgenti e gustose quelle ripiene di ricotta e zucchine con salsa agrumi e mandorle (9€).
La stagionalità determina anche la selezione delle verdure per la minestra di scarola e fagioli cannellini (12€), che è eccezionale: a settembre Michela la prepara con friarielli, bietola e scarola, peperoncino, aglio, olio Evo, sempre in versione vegana. In menu sono presenti anche i bucatini al sugo di coniglio (14€).
Il piatto forte del ristorante è, senza dubbio, il coniglio all’ischitana (50€ intero), cotto con aglio in camicia, timo, Piperna, maggiorana, sfumato poi con vino bianco e completato da pomodori, da accompagnare alle patate fritte, che gli isolani aggiungono poi nel tegame di terracotta. I conigli utilizzati in cucina sono allevati a Ischia: Michela propone in menu anche la variante alla brace (50€).
La pasticceria è uno dei grandi talenti di questa ristoratrice ischitana: i dolci variano sempre, ma il consiglio, a settembre, è quello di assaggiare la crostata fichi e vincotto, la crostata noci, caramello e sale, il tortino al limone, la cheesecake e il cannolo di pasta kataifi, mascarpone ai fichi e mou fatto in casa, oltre alle immancabili zeppole con zabaione alla crema di zucca (7€).
Il ristorante chiude a fine ottobre: d’inverno Michela si gode l’isola, l’orto e i suoi bambini. E continua a guardare il mare dalla sua terrazza incantata.
Da Peppina di Renato a Forio d’Ischia
via Montecorvo, 42 (ex via Bocca)
Aperto a cena il lunedì, il martedì e dal giovedì alla domenica
Giorno di chiusura: il mercoledì
Pranzo di domenica solo in bassa stagione (variabile)
Chiuso da fine ottobre a metà marzo