Basta vegan, ecco la cucina Eubiotica | Trinchese (Eccellenze Nolane): prime adesioni tra chef e pizzaioli
Si chiama Eubiotica ed è la scienza del vivere bene. Abbandonate le esasperazioni delle diete della privazione a tutti i costi (senza glutine pur non essendo celiaci, senza carne, senza uova pur non avendo allergie), le sfide salutiste approdano oggi a un nuovo modello.
Di derivazione greca (Eu+Bios), letteralmente il termine significa buono per la vita.
Un approccio sul quale si sta concentrando anche la più moderna agricoltura attenta, da un lato, alle colture e, dall’altra, alle tecniche di coltivazione.
In Campania un esperimento importante è quello della cooperativa “Eccellenze Nolane” presieduta da Giovanni Trinchese, che, con una cura meticolosa dei campi, da circa due anni, sta impiantando, in terreni ipersfruttati che ha recuperato, risanato e valorizzato, solo semi antichi autoctoni del territorio.
Con grandissimi sforzi, da quelle piantine delicate sistemate appunto in campi difficili, ha dato via, senza l’utilizzo di diserbanti o addittivi chimici, ad una agricoltura eubiotica. Sono nati così Antichi pomodori di Napoli, Zucchine San Pasquale, Melanzane a grappolo, torzelle, zucca luna di Napoli, Papaccella napoletana e tantissimi altri ortaggi.
Ad occuparsi in prima persona dei campi sono due ragazzi appassionati, Felice e e Katia, che tutti i giorni controllano che tutto proceda per il meglio, che non vi siano batteri come quelli, che nel non troppo lontano 1991, distrusse le produzioni di San marzano in zona costringendo un gran numero di agricoltori a trasferire le produzioni in Puglia.
Tra quegli agricoltori le cui piante furono colpite da virosi, c’era anche la famiglia di Giovanni Trinchese che oggi spiega: “Averla avuta vinta nel nostro territorio, essere riusciti a far rinascere le coltivazioni di un tempo e, anche, ad aver ritrovato i sapori di una volta, mi riempie di orgoglio. la mia sfida era proprio partita dalla voglia di riscatto del comprensorio nolano che, tra l’altro, rientra nella DOP del pomodoro San Marzano”.
Un’operazione che, nata dalle mani nella terra, dalla voglia di riscoprire i profumi del pomodoro e, forse, anche di ritorno all’infanzia, alle origini, Trinchese, commercialista di professione, ha chiesto la consulenza degli esperti, ha stretto accordi con Slow Food per la custodia di semi antichi e, alla fine, ha coinvolto il territorio. I produttori, divenuti soci della cooperativa, le istituzioni, le realtà culturali.
“Il progetto – ha detto – è un progetto identitario. E la valorizzazione di un’area, lo sviluppo territoriale, non può tralasciare alcune componenti. L’analisi ci ha restituito valenze uniche come il Museo Archeologico di Nola, la Festa dei Gigli, il Ragù del cullatore. Abbiamo messo insieme tutte queste componenti legandole al concetto di eubiotica. Vivere bene è una condizione di salute ma è anche una condizione dello spirito”.
Non a caso a sugellare la nascita del “distretto eubiotico vesuviano” sono state personalità del mondo scientifico e tecnico come Antonio Limone, direttore generale dell’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Luigi Montano, uroandrologo coordinatore del progetto Eco Food fertility, Riccardo Riccardi, agronomo, in una location di sicura attrattiva turistica, ossia il Museo di Nola, con la maestria gastronomica di Paolo Barrale, chef di chiara fama e stella della cucina, del maestro pizzaiolo Gianfranco Iervolino della pizzeria “450°” di Pomigliano d’Arco, di Giuseppe Fasulo, chef resident dell’Agriturismo di Città, il punto di assaggio con sede a Nola dei prodotti eubiotici della cooperativa.
La serata, dedicata proprio al Ragù del Cullatore, il piatto che meglio di tutti gli altri è capace di mettere d’accordo e di legare sapienze, saperi, tradizioni dell’area nolana e, per estensione, di quella terra dalla straordinaria forza che è il bacino del Vesuvio. Non a caso erano presenti Giacomo Franzese, referente del Museo e Lorenzo Vecchione, Presidente Fondazione Festa dei Gigli. Antonio Limone ha attuato un parallelismo tra il ritmo dei portatori dei Gigli e il “borbottare” del ragù nella pentola. “Merci e cibo – ha ricordato poi l’autorevole giornalista enogastronomico Luciano Pignataro – viaggiano ogg da una parte all’altra dell’oceano come non accadeva dalla scoperta dell’America. Si registra – ha detto reduce proprio da un viaggio a New York – una consapevolezza nuova: prima si cucinava il cibo e si dava per scontato che facesse bene, ora non è più così. L’attenzione non è solo per quello che si mangia o non si mangia, ma anche per come il cibo viene prodotto. Quando il ragù del cullatore viene fatto con il pomodoro tracciato e si è sicuri che non ci sia stato alcun intervento della chimica, sicuramente quel ragù oltre che allo spirito fa bene anche alla salute”.
Eubiotico è, in qualche modo, anche emblema di fertilità: per la rigogliosità della terra ma anche per gli effetti sull’uomo: almeno così certifica il dottor Montano. Sarà vero?
E talmente il progetto eubiotico convince che già chef e maestri pizzaioli hanno prenotato il prodotto. Oltre a Gianfranco Iervolino, brand ambassador del marchio che da subito ha sposato i prodotti della Cooperativa, già a New York, Ciro Iovine, dalla pizzeria Song ‘e Napule sta servendo la pizza con il ragù del Cullatore realizzato con l’Antico Pomodoro di Napoli e il San Marzano di Eccellenze Nolane e ieri si è registrata la visita nel campo eubiotico di Cimitile di Franco Gallifuoco, della nota pizzeria situata di fronte alla Stazione centrale di Napoli, che ha annunciato la realizzazione di una delle sue “Grotte” con i prodotti eubiotici.
Ma il menù eubiotico completo sarà presto disponibile presso l’Agriturismo di Città, a Nola.
Il distretto eubiotico vesuviano è stato presentato con un emblema ideato dalla Bc Communication che è un seme antropomorfizzato chiamato, appunto, Eubios, che condurrà il fruitore nel mondo dell’eubiotica attraverso i social di Eccellenze Nolane.