Covid: il sindaco che vietò le zeppole ora ordina altre incredibili restrizioni9
di Marco Contursi
Lo scrivere per un blog importante come questo, da un lato mi offre la possibilità di dare voce a chi voce non ha, dall’altra di essere aiutato, da chi legge, a capire cose, di cui proprio non riesco a trovare una ratio logica. Prego chi legge m di non fermarsi solo alla notizia del giorno che è l’occasione per fare riflessioni di più ampio raggio, e porre domande, che sarebbe necessario si ponessero Chi fa leggi e regolamenti, sia per farle meglio, sia per motivarle a chi le deve subire. E’ ampiamente acclarato, che le persone non ubbidiscono ad un ordine, che ritengono ingiusto e di cui non viene fornita loro la motivazione, che lo rende necessario. Pretendere una obbedienza cieca, senza fornire spiegazioni, è propria dei regimi dittatoriali, non delle democrazie. E sortisce pochi effetti.
Questi i fatti, premettendo che non metto il nome del Sindaco, perché lo conosco ed è animato da sincere buone intenzioni ma è chiaro che, o non ha fatto bene i conti o è mal consigliato: comune Salernitano con circa 800 positivi (positivi, non con sintomi, di cui non si offre il dato numerico, né la gravita degli stessi), su oltre 50mila abitanti. Il Sindaco, che già vietò le zeppole di san Giuseppe a marzo scorso, oggi cosa fa?
Un’ordinanza, oltretutto cambiata parzialmente dopo 24 ore, in peggio, in cui chiude i negozi alle 19 di sera (invece delle 20.30 usuali) e permette a paninoteche e pizzerie solo la delivery, ossia la consegna a domicilio, fino alle 22 (nella prima ordinanza si permetteva l’asporto, vietato dopo nella seconda ordinanza, poche ore dopo).
Domando quale la ratio logica di:
- Chiudere i negozi un’ora prima? Premesso che non sono i negozi la fonte di contagio, ma questa chiusura anticipata, di un’ora sola, provoca l’effetto contrario ossia l’accalcarsi nell’ultima ora di quelle persone che si sarebbero spalmate nella successiva ora e mezza.
- Perché vietare l’asporto? visto, che tranne il sabato, non ci sono mai file disordinate fuori alle pizzeria ma un flusso modesto e continuo dalle 19 alle 23 circa? Così si danneggiano solo i locali, visto che il delivery comporta per loro nuove spese e la possibilità ridotta di vendita. In tempi già magri.
- Che senso ha mettere il limite delle 22, visto che di sabato a quell’ora c’è ancora tanto lavoro da fare, che può tranquillamente essere fatto in sicurezza come le due ore precedenti? Se, cioè, autorizzi la delivery, perché poi la vieti dopo le 22?
Domande logiche a cui non viene data risposta, perché risposta logica non c’è.
Non mi stancherò mai di dire che e se sbaglio, voglio essere smentito con fatti concreti, visto che dopo un anno esatto, stiamo come, se non peggio di prima:
- I contagi NON avvengono per strada o nei negozi, dove il 90% delle persone rispetta le distanze e indossa la mascherina o dove all’aperto la circolazione del virus è osteggiata dalla circolazione dell’aria, ma nelle case e nei luoghi chiusi PRIVATI, dove le persone continuano a vedersi, senza adoperare distanze e mascherine.
- Quando un virus pandemico inizia a circolare, le chiusure anche se molto dure, possono solo nel breve ridurre i contagi che poi riesplodono appena diminuiscono le restrizioni. Un lockdown vicino al 100% non basta ad estinguere il virus poiché sempre continuerà a circolare poiché NON è possibile chiudere TUTTI, TOTALMENTE in casa, poiché ci saranno sempre categorie obbligate ad uscire, contribuendo alla sua diffusione ( medici, produttori di generi di prima necessità, forza pubblica ecc). E quindi la circolazione del virus, potrà ridursi ma non essere eliminata.
- Le chiusure parziali, tipo quelle della zona arancione NON servono a niente, perché ad esempio a Napoli o a Milano i cittadini potranno muoversi liberamente all’interno delle città e se vogliono, creare assembramenti nelle case, impossibili da controllare. L’unica restrizione che serve, nel breve, a far diminuire la circolazione è il lockdown come a marzo, ma non è più proponibile per vari motivi.
- Se le persone NON capiscono che devo evitare comportamenti a rischio, nessun provvedimento è utile e si rovina solo la vita a chi rispetta le regole e a chi NON ha un reddito sicuro. E sono migliaia le persone che NON hanno ricevuto aiuti perché ad esempio erano lavoratori in nero. E spesso, lo erano, non per loro scelta e comunque hanno diritto di campare.
- Interi settori produttivi stanno fallendo, e se non si riprende l’economia, le conseguenze saranno terribili per tutti, poiché ricordo che gli stipendi statali sono pagati con le tasse delle partite iva, se lo Stato ha meno introiti perché falliscono molte partite iva, come farà a pagare, stipendi, pensioni e servizi essenziali. Riflettiamo, prima di dire:” Chiudiamo tutto”, solo perché abbiamo uno stipendio sicuro o una pensione.
- Al Ministro che dice “ la vita prima di tutto”, vorrei chiedere, “se finisco i soldi, vengo a mangiare a casa tua?”. Oppure “se mio figlio si deve operare e in ospedale c’è una lista di prenotazioni lunghissima, me lo paghi tu il medico privato? Mentre se accade a tuo figlio, si aprono le porte della migliore sanità pubblica, perché figlio di un politico.”
- L’unica soluzione è: 1) Potenziare la risposta sanitaria, sia di medicina territoriale che ospedaliera. 2) Fare presto coi vaccini.
L’esperienza del Dottor. Cavanna, oncologo di Piacenza, sull’utilità assoluta di visitare e seguire attentamente i pazienti covid, sin dai primi sintomi, gli ha permesso di evitare conseguenze più gravi a persone, come i malati oncologici, che hanno il sistema immunitario compromesso. Figuriamoci come sarebbe utile farlo, a chi, per sua fortuna non ha problemi di questo tipo, ma ha preso il covid. Aumentare i posti letto, avrebbe permesso di non andare in affanno con un aumento dei casi e salvare l’economia. In pratica, quei soldi che vengono elargiti alle attività commerciali, perché chiuse, potevano essere usati per attrezzare gli ospedali, lasciando le attività libere di lavorare. Sui vaccini stiamo andando a rilento, sicuramente anche per colpe non del governo ma delle aziende produttrici, ma va velocizzato il tutto assolutamente. In ultimo, e potrebbe sembrare non c’entri nulla col covid ma invece è strettamente connesso: Il Prof Pregliasco ha dichiarato che bisogna migliorare la sanità pubblica, perché il covid ha allungato le liste d’attesa e molti, senza soldi non potranno permettersi la sanità privata e quindi la salute resterà appannaggio di pochi. Ebbene, notizia delle ultime ore, l’ospedale di Polla vedrà chiuso il reparto di ortopedia per quel che concerne le operazioni chirurgiche, per mancanza di personale medico.
Ma il ministro non diceva :” La salute prima di tutto?” O è salute solo quella riguardante il Covid, perché da più parti ci si può speculare sopra, come le inchieste stanno iniziando a far uscire fuori??????’
Ma anche questa domanda, resterà inevasa……MALEDETTI!!!!
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Due anni senza zeppole di S Giuseppe è troppo neanche fossimo davvero sotto i bombardamenti “alleati”dell’ultima guerra mondiale ! Stupidate a parte analisi per me pienamente condivisibile.Sarebbe davvero interessante riuscire a calcolare i costi di una sanità più efficiente a trecentosessanta gradi a confronto di quelli sostenuti per i magri ristori elargiti tasse non riscosse e caduta del PIL.Come auspicato dal nostro articolista sono gradite serene riflessioni sagge e motivate argomentazioni FM
Caro Francesco hai detto bene, se i soldi elargiti come ristori fossero stati dati usati per creare posti letto di terapie intensive e subintensive ed assumere giovani medici senza lavoro, avremmo evitato una crisi terribile come quella che stiamo vivendo e avremmo avuto una sanità migliore per sempre.