Côte Rôtie e Condrieu: due grandi espressioni territoriali
di Marina Betto
Dalla cima della costa il Rodano appare placido nel suo scorrere, ampio e lunghissimo con le sue anse sembra non avere fine. Le vigne della Côte Rôtie si aggrappano alle colline del versante destro su terreno granitico, dove la pendenza è tanta (40- 60%) che si traduce in fatica tripla per ogni vignaiolo. Fino a pochi decenni fa i vini di questa zona erano poco considerati ad eccezion fatta per quelli di Marcel Guigal che pochissimi conoscevano ma che ha aperto la porta di questo mondo in grado di competere con i migliori vini francesi. Le vigne sono concentrate subito dopo la piccola cittadina di Ampuis dove la costa viene denominata Côte Blonde mentre più a nord vi è la Côte Brune. La Côte Blonde comprende una parte del Massiccio centrale dove c’è molto granito e il suolo più fine e sabbioso presenta degli elementi sassosi; nella Côte Brune maggiori elementi scistosi e pesanti argille ricche di ferro colorano la terra di scuro e danno vini profondi e longevi. Il vitigno rosso coltivato è il Syrah e quello bianco è il Viognier che un tempo serviva solo per dare maggiore profumo e stabilizzare il Syrah; oggi i Viognier di Condriu sono vinificati in purezza, esemplari di eleganza che profuma di albicocca e fiori. Le migliori vigne di Condrieu hanno un terreno ricco di mica localmente chiamata ” arzelle” che donano potenza al Viogner accoppiata ad un profumo molto delicato; sono vini da bere giovani ad eccezione di Chateau-Grillet posto in una posizione privilegiata, un anfiteatro naturale nel territorio di Condrieu da cui nascono vini con una maggiore longevità.
La famiglia Gerin è stabilita in Côte Rôtie da sei generazioni, il domaine è stato creato nel 1983 con l’acquisizione di una parcella in Côte Rôtie e la prima bottiglia è dell’1987 per Jean Michel Gerin uno dei maestri riconosciuti della regione capace di tirare fuori dal Syrah fragranza e consistenza, frutto piuttosto che tannino. Jean Michel Gerin Côte Rôtie “Champin Le Seigneur” 2012 90% Syrah e 10% Viognier è un assemblaggio di differenti lieux-dits, la veste è porpora consistente e al naso rivela sentore di legna arsa e macchia mediterranea; la bocca fresca e il tannino impercettibile lo rendono ancora poco espressivo; le potenzialità d’invecchiamento sono di cinque dieci anni. Altra musica è Jean Michel Gerin Côte Rôtie “Le Grandes Places” 2012 100% Syrah proveniente dal lieu dit ” Le grandes Places” parcella molto soleggiata posta più a nord. Qui l’olfatto percepisce cipria e cenere, incenso, un naso elegante e complesso che si amplia ad ogni olfazione con frutta e fiori; il gusto è già pieno e rinfrescante, lungo, per un vino che può invecchiare almeno venti anni.
I tre bianchi di Condrieu tutti 100% Viognier hanno un’anima molto diversa tra loro. I.G.P. Des Collines Rhodaniennes VIOGNIER 2014 è un vin de garde, molto fresco, non fa legno, fruttatissimo con riconoscimenti di albicocca e uva spina, piacevole. CONDRIEU ” La Loye” è una cuvee di differenti lieux- dits che profuma di albicocca e pesca, morbido, fresco e minerale chiude con una nota ammandorlata che rende l’abbinamento perfetto con delle conchiglie Saint Jacques o un risotto agli asparagi e parmigiano. CONDRIU ” Les eguets” 2013 possiede un aroma di frutta secca, mandorla e nocciola che si evidenzia su sottofondo fruttato di albicocca e pesca; in bocca morbidezza e acidità in perfetto equilibrio gustativo che sembra non finire mai.
Presso Limony sempre nel cuore del Rodano settentrionale la Maison Luis Cheze viene fondata nel 1978 con un solo ettaro di propietà a Saint Joseph e qualche vigna in affitto che oggi sono diventati 30 ettari di propietà sotto l’appellazione Condriu, Saint Joseph e Vin de Pays. La natura del suolo in questo caso è poco profonda composta da scisti quarzifere e mica. La vendemmia è necessariamente manuale sia per i vini bianchi sia per quelli rossi, fermentazione alcolica e malolattica in barrique per tutti i bianchi, solo malolattica in barrique per i rossi. Louise Cheze BREZE Condrieu 2013 è composto da Viognier 100% coltivato su terreno granitico; veste giallo oro, frutta secca, vaniglia e mandorla riscontrabili al naso e al palato sono di grande piacevolezza. Differente è Luis Cheze PAGUS LUMINIS Condrieu 2013 dall’anima floreale e fruttata (caprifoglio e melone) e una componente quasi tannica in bocca che spiazza.
Diverso ancora è Louise Cheze RO-REE Saint-Joseph composto da Marsanne per il 60% e Roussane per il 40% dal gusto molto minerale e sapido; così come il Louise Cheze MARSANNE facile da bere, grasso in bocca in perfetto equilibrio con l’acidità, o il Louis Cheze VIOGNIER capace di mettere in evidenza la doppia marcia dei vini bianchi di questa parte del Rodano, leggiadri e floreali, fruttati al naso e in bocca grassi, ricchi, lunghi. Sempre sotto l’appellazione Saint- Joseph da terreno granitico Domaine Cheze CAROLINE 100% Syrah ha un ingresso morbido ma tanta acidità a bilanciare il tannino. Domaine Cheze RO-REE 2014 100% Syrah dalla veste porpora poco trasparente, animale e pepato il primo impatto con questo accattivante Syrah che rivela poi sentori vegetali e fruttati( mora e lampone); in bocca esplode il pepe che rimane fino alla fine del sorso.
SAXEOLUM è 100% Syrah sempre di Saint- Joseph proveniente da un terreno più scistoso. Il colore è porpora fitto e concentrato, il naso profuma di piccolo frutto rosso e pepe verde, la bocca è morbida e acida, verticale, dal tannino vellutato e impercettibile. Infine da terreno granitico Côte Rôtie 2014 100% Syrah, rubino con riflessi porpora ha un profilo olfattivo che richiama la terra e i funghi, i piccoli frutti rossi,il pepe e il cardamomo. In bocca freschezza e tannino sono smussati dalla morbidezza d’ingresso e rimane solo una sensazione di avvolgenza setosa in bocca e grande armonia.
Piccoli sorsi di una regione che è capace di esprimersi con certa eleganza tanto con il Syrah quanto con il Viognier.
Un commento
I commenti sono chiusi.
L’acidità che bilancia il tannino??? Ma l’acidità non fa parte delle durezze del vino insieme a tannicità e mineralità o sbaglio?
Quindi dovrebbero queste ultime per coerenza, bilanciare le morbidezze del vino e cioè zuccheri, alcoli, e polialcoli.
Attendo una risposta per favore…