Coste di Cuma 2006 Falanghina dei Campi Flegrei doc
GROTTA DEL SOLE
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Sono molto legato alle aziende storiche che hanno avviato la rivoluzione vitivinicola nel Sud quando nessuno ci credeva o magari neanche ci pensava lontanamente. Non è una questione di nostalgia, ma la evidenza della loro capacità di stare sul mercato con equilibrio senza strafare, riuscendo ad avere sempre la giusta misura di comportamento ragionando sui tempi lunghi, meglio se alle spalle c’è, come in questo caso, una lunga tradizione familiare. Grotta del Sole in questi quindici anni ha realizzato il trapasso generazionale in modo indolore, cosa non scontata come sappiamo, avendo adesso davanti almeno un paio di decenni con gente fresca e motivata al timone dei diversi rami, è passata dalla produzione di sfuso e imbottigliato di basso prezzo della Vinicola Flegrea alla rivalutazione del rapporto diretto con la terra puntando esclusivamente sui vitigni autoctoni napoeltani e, dal 2004, su quelli irpini. Infine dal 2009 entra in produzione la Tenuta Foglie di Amaltea, una Sibilla misteriosa, che rappresenta il nuovo investimento con cui si può asserire che la famiglia Martusciello controlla ormai tutta l’uva coltivata attorno al magico e misterioso lago di Averno. Grandi aziende di tradizione di consentono di stare bene nel mercato attraverso le diverse fasi, garantire un giusto rapporto al cliente avendo ben presente l’insieme dei fattori senza fissare i prezzi a cacchio solo perché si è passati dal conferimento all’imbottigliamento, errore fatto da molte piccole aziende un po’ ovunque fissate sulla materia e incapaci di comprendere il valore aggiunto di un marchio, di una rete di relazioni, di una capacità di comunicare, di essere affidabili e puntuali nelle consegne. Insomma, l’esercio militare con cui il commercio educa la produzione. Purtroppo questo procedere a tentoni sta facendo venire i nodi al pettine nel Sud: <è un po’ la rivincita delle cantine di tradizione> mi diceva a Ottaviano Maurizio Russo. Già, forse un po’ più lente a capire cosa stava avvenendo all’inziio degli anni ’90, poi capaci di riprendersi la leadership con autorità rimboccandosi le maniche. Non è un caso, secondo me, che il concorso Amodio Pesce del Lacryma Christi sia stato vinto nelle tre categorie da tre aziende storiche napoletane, tutte con almeno mezzo secolo di attività alle spalle: Russo, appunto, Astroni e De Falco. A ben vedere, l’arma segreta di queste cantine è molto semplice: non cercare la bottiglia ad effetto, che è un po’ come andare a comprare il biglietto della lotteria per vedere se va, ma essere pignole, ossessive, nel rapporto tra qualità e prezzo capendo quanto il consumatore è disposto a spendere e sino a quale prezzo la esigenza della qualità fa default. Tutto qui. Sembra facile ma non lo è, perché questo lavoro richiede continuo monitoraggio del mercato e una gestione attenta delle risorse, dal vigneto alla rete commerciale. Un modo di fare molto diverso dai principianti, spesso provenienti da altre attività, che invece sono convinti di aver fatto il migliore vino del mondo che finirà in prima pagina su tutti i quotidiani del mondo. Certo, vedendo come sono andate le cose nella seconda metà degli anni ’90 è anche difficile dare torto a questo tipo di investitori, ma giustificarli sarebbe come dire che chi ha lavorato sulla bolla speculativa della net-economy costituisce la regola e non l’eccezione. Tutto questo parlare di commercio può forse annoiare qualcuno ma parte dalla convinzione, più volte dichiarata, che senza lo scambio maturo non può esserci vino maturo, e che solo in questo meccanismo virtuoso nascono le belle bottiglie, affidabili e non casuali, che, con un po’ di attenzione, possono poi viaggiare nel tempo e tirate fuori dalla cantine di enoteche e ristoranti attenti. Come questo Coste di Cuma finemente lavorato da Attilio Pagli, in azienda e nei campi il riferimento interno è Francesco Martusciello, il figlio di Gennaro chiamato in famiglia Francesco Piccolo per distinguerlo da Francesco figlio di Elena già ben conosciuto nell’ambiente degli appassionati e degli operatori. Un bianco che davvero, a due anni dalla vendemmia, ha sviluppato grande eleganza e finezza, con profumi di pera fresca appena spaccata, un po’ di erbe mediterranee, agrumato, una rotondità per nulla banale e soprattutto non compiuta del che, Ishallah, conto di scrivervi nei prossimi anni avendone fatto un po’ di scorta, a cui ho pensato spesso in una due giorni dedicati interamente alla zuppa di pesce a Fano, nelle Marche, dove sono stato dedito a Bianchello e Verdicchio. La Falanghina 2006 della famiglia Martusciello mi ha colpito per l’equilibrio e la complessità olfattiva, lontana dall’opulenza un po’ ostentata delle prime versioni, fresca, intensa e persistente. Davvero un bicchiere da comprare a buon prezzo e conservare nel corso dei prossimi anni. Ecco il genere di affari ancora possibili in Campania.
Sede a Quarto, Via Spinelli, 1
Tel. 081.8762566, fax 081.8769470.
Sito: http://www.grottadelsole.it
Email: [email protected]
Enologo: Attilio Pagli Martusciello
Bottiglie prodotte: 900.000
Ettari: 13 di proprietà e 29 in conduzione
Vitigni: falanghina, greco, asprinio, fiano, coda di volpe, caprettone, aglianico, piedirosso, sciascinoso, castagnara, surbegna, suppezza, S.Antonina, sauca