“Corto Circuito dei Contadini”: la forza del territorio nelle ricette di grandi chef
Il 24 e 25 maggio Vieste diventa il palcoscenico per il rilancio della cucina a km zero. L’evento nasce per valorizzare e riscoprire i prodotti tipici e tradizionali che contribuiscono alla creazione delle eccellenze dell’enogastronomia del Gargano.
L’obiettivo è quello di dare visibilità ai grandi prodotti del Gargano di mare, laguna, terra e montagna attraverso l’opera di chef qualificati, con degli spettacolari Show Cooking nei quali verranno coinvolti e presentati i produttori e prodotti del Gargano e non solo.
Il tutto organizzato con il supporto del Gal Gargano, Gruppo di Azione Locale del Gargano, organizzerà, in collaborazione con Luigi Cremona e Witaly.
Nell’area show cooking con cucina a vista si sono alternati chef provenienti da tutta Italia, esibendosi nella realizzazione di ricette a base dei prodotti del Gargano. Mentre nell’area Espositiva c’erano i vari produttori a presentare e a far degustare i propri prodotti.
L’occasione partita con l’obiettivo succitato, a poi contribuito al dialogo e confronto fra tutti gli chef presenti contribuendo a fortificare rapporti e lanciare nuove idee di collaborazione per il futuro.
La giornata è stata splendida dando la possibilità di godere di un paesaggio mozzafiato di Vieste.
Ma, non da meno è il centro storico di questa cittadina, con strade ben tenute e un’accoglienza da fare invidia alle più blasonate mete turistiche campane: siamo sulla buona strada. Le viuzze sono disseminate di tanti localini di vario genere, fra pizzerie, ristoranti e tanto altro, per accontentare tasche ed esigenze gastronomiche di vario genere.
L’atmosfera che si respira è molto rilassante, il traffico e davvero contenuto e la ricettività è ormai a livelli di alta qualità. Non manca un porticciolo turistico di gran classe e ben organizzato. Qui c’è il modesto e umile ma grande Leonardo Vescera con il suo ristorante “il Capriccio”, con una piattaforma/ristorante direttamente in acqua per l’estate e una cucina dalla mano misurata ma efficace, con prodotti di grande qualità.
A pochi km troviamo Peschici, un’altra bomboniera di paese, con un centro storico affascinante e contenuto. Qui è il regno di Domenio Cilenti, ormai chef affermato in Italia e non solo, con il suo ristorante “Porta di Basso”. Il suo menu non è da meno con proposte a base mare e utilizzo di prodotti a km zero. Se Vescere a Vieste ha il ristorante in acqua, Cilenti ha un tavolo a picco su una scogliera che vi toglierà il respiro…
Ma non dobbiamo dimenticare il vulcanico Gegè Mangano con il suo ristorante “li Jalantuumene” a Monte Sant’Angelo, con una cucina che trae ispirazione solo dalle ricette della tradizione paesana, riviste alla Gegè…
Di seguito i nomi degli chef hanno preso parte all’evento:
Angelo Sabatelli – Angelo Sabatelli a Monopoli
Domenico Cilenti – Porta di Basso a Peschici
Felice Sgarra – Umami a Andria
Gegè Mangano – Li Jalantuumene a Monte Sant’Angelo
Leonardo Vescera – Il Capriccio di Vieste
Mario Musci – Gallo a Trani
Michele Vescera – Osteria degli Archi
Nicola Russo – Ristorante al primo Piano a Foggia
Angelo Antonio Maggiore – Hotel Falcone
Domenico Di Paola – Le Dune Resort
Mario Falco – Presidente F.I.C. Gargano
Oliver Glowig – Oliver Glowig
Andrea Mainardi Chef e personaggio televisivo
Ad aprire lo show cooking è Domenico Cilenti con il Panino di Grano arso e Cefalo marinato con limone femminiello del Gargano, salsa di barbabietola e yogurt
Mario Falco, presidente dell’associazione cuochi del gargano ci delizia con una crema di fave fresche di Carpino con gamberi marinati al mirto su ricotta mista di pecora e capra
Si prosegue con Domenico di Paola e Giovanni Sacco entrambi chef del Resort Gusmay, con un entrèe di sfoglia di pane croccante del Gargano e seppiolina saltata con pomodorini e sponsale dorato. Ben fatti gli gnocchi con ricotta di capra e cefalo marinato con arancio di Vico del Gargano su crema di fave.
Entra in azione Andrea Mainardi, con una coinvolgente interpretazione del suo metodo per il risotto con caciocavallo podolico, miele del Gargano e caffè, dimostrando la grande versatilità dei prodotti pugliesi.
Michele Vescera del ristorante “Osteria degli Archi” a Vieste ci delizia con una crosta di pane integrale tostato con burrata e sgombro marinato e affumicato. Ben fatte le orecchiette con crema di piselli e cacioricotta, con tocco finale ricco di sapidità del nero di seppia.
Gioacchino Bonsignore riassume egregiamente il ruolo degli chef del territorio, che hanno il compito di sintetizzare nelle loro ricette tutte le produzioni locali/artigianali, favorendo e contribuendo alla destagionalizzazione del turismo.
Leonardo Vescera del “Capriccio a Vieste” ci dà una lettura esauriente delle parole di Bonsignore, realizzando una crosta di sale di Margherita di Savoia su cui ha cotto brevemente dei filetti di Sugarello accompagnato da un’emulsione di pomdorini freschi, cetriolo e pane.
È il momento di Oliver Glowing dell’omonimo ristorante a Villa Borghese a Roma, che ha portato e confermato il suo stile di cucina semplice ma ricco di passione per l’integrità degli ingredienti. Il suo carciofo con scampi crudi su vellutata di cipollotto e patata, compendia il suo pensiero di interpretare l’anima dei prodotti.
Antonio Maggiore dell’Hotel Falcone ci riporta alla memoria sensazioni gustative ataviche e assopite con le orecchiette di grano arso con finocchietto, fave fresche, guanciale e crema di pecorino.
Fra i più attesi è Felice Sgarra dell”Umami” di Andria, giovane e promettente chef pugliese che ci delizia con delle seppioline aromatizzate con il tipico limone femminiello garganico. Non poteva mancare la carne di mucca podolica, anch’essa garganica, con la mandorla di Toritto in varie consistenze.
Nuovo ingresso nel panorama della ristorazione con Nicola Russo chef e proprietario del risotrante “Al Primo Piano” a Foggia, che forte dell’esperienza della famiglia nell’ambito della lavorazione delle carni, ci presenta un piatto a base Manzo marinato su crema di fagioli, pesto di rucola e limone femminiello disdratato.
È il momento del coinvolgente e istrionico Gegè Mangano chef e proprietario di “Casa li Jalantuuomene” a Monte Sant’Angelo con dei piatti che traggono ispirazione dalle tradizioni più lontane: ed ecco l’Agnolotto con farci di caciocavallo podolico con la bottarga di muggine, quest’ultima è stata dai tempi di Federico II di Svevia, produzione tipica dei laghi di Lesina, e lo stesso re ne era ghiotto. Non da meno un rassicurante Maccherincino di grano arso con cime di rape, acciughe e nocciole: un piatto da scarpetta
Non poteva mancare il giovanissimo Mario Musci chef del risotorante “Gallo” a Trani che ci delizia con dello sgombro marinato su fave novelle e lampascioni fritti al miele garganico. Molto slow e davvero eccellente cibo da strada è il crostone rivisitato con polpo marinato al vino rosso e caciocavallo podolico
Ultimo ma non ultimo, chiude la carrellata dei grandi chef geniali interpreti dei sapori del Gargano, Angelo Sabatelli, chef e proprietario dell’omonimo ristorante a Monopoli. Lui è un uomo che conosce in modo approfondito la materia e la plasma a suo piacimento per regalarci emozioni uniche e, se poi mettiamo che è padrone delle tecniche di cucina il risultato sono piatti dalla leggerezza visiva e gustativa ma circolare, nel senso che appagano i vari sensi in un colpo solo. I suoi due piatti possono sembrare semplici ma racchiudono l’essenza del territorio compendiata per poter arrivare a noi umili fruitori… La seppia con calamaro, liquirizia, limone candito e gelato di mandorle è un capolavoro culinario, qui c’è l’essenza della cucina di Sabatelli: equilibrio dei sapori, gestione attenta dei colori, gioco di consistenze e di temperature per un palato mai stanco ma sempre sollecitato a capire e scoprire; imperdibile la sua melanzana arrosto, semplice ma ricca di gusto.
A chiudere la carrellata degli chef è Domenico Cilenti con un piatto davvero piacevole, tipo del Gargano, il Tubetto con ragu di crostacei e pomodorini con spuma di ricci.
Numerose le aziende presenti con vari prodotti di notevole valore artigianale; caciocavalli e olii extravergine si alternavano a conserve e paste fresche, un vero tripudio di sapori artigianali da salvaguardare e valorizzare.