Coronavirus: per pizzerie, bar e ristoranti l’apertura al pubblico potrebbe slittare anche sino all’8 giugno


Il 18 maggio aprono ristoranti e bar? Come spesso succede in Italia, quello che circola nei social diventa improvvisamente una certezza. Ma le cose non stanno affatto cosi e lo rivela una scheda pubblicata oggi su Repubblica.

Secondo queste indiscrezioni, la sostanza del ragionamento della task force è dunque questo: vediamo che succede con le prime aperture del 4 maggio, che saranno relative solo ad alcuni esercizi commerciali. Per vederlo bene devono passare almeno 14 giorni. Ecco che dal 18 maggio ci si sposta al 25, il lunedì successivo. Ma i più prudenti pensano a tre settimane perchè come sappiamo il Covid è ancora poco conosciuto. Si passerebbe allora al 1 giugno che fa ponte con il 2. Sarebbe l’ultimo ponte prima della lunga estate ed è dunque ragionevole pensare che il governo voglia affrontarlo come ha fatto con i ponti del 25 aprile e del primo maggio.
Dunque la data utile a questo punto potrebbe essere il 3 se non addirittura l’8 giugno, ossia il lunedì successivo.
Resta inteso che si dovrà fissare un protocollo di sicurezza che potrebbe indurre molti a rinunciare all’apertura sino a quando la situazione non si normalizza. Il 4, insomma, potrebbe partire solo l’asporto, che non sarebbe poco per molte attività di servizio ma che poco fa nell’alta ristorazione.
Nell’intervista che oggi Conte ha rilasciato al nuovo direttore Molinari e al cronista Cappellini, si legge: “Con il nuovo decreto annunceremo un programma di ripresa anche per le restanti attività economiche, anche se anticipo subito che bar e ristoranti non riapriranno il 4 maggio. Stiamo però lavorando per consentire ai ristoratori non solo consegne a domicilio
ma anche attività da asporto. In ogni caso confidiamo di offrire a tutti gli operatori economici un orizzonte temporale chiaro, in modo da avere in anticipo tutte le necessarie informazioni e adottare per tempo le precauzioni utili a ripartire in condizioni di massima sicurezza. Il settore del turismo è quello più severamente colpito, anche perché non ha alcuna possibilità di rimediare, da solo, alle perdite accumulate. Il ministro Franceschini sta elaborando varie proposte per sostenere questo settore che, anche dal punto di vista economico, rimane uno dei punti di forza dell’intero “sistema-Italia”.

Che dire, forse la nostra ristoratrice non aveva poi così torto….

Insomma, non ci resta che incrociare le dita perché in questa storia i settori più colpiti sono proprio quelli che più hanno contribuito alla tenuta economica e sociale dell’Italia negli ultimi dieci anni.

 

Un commento

  1. La ristoratrice ci aveva visto lungo, altroché. Qui non si tratta di avere la forza ed il coraggio, contro il caos e l’improvvisazione è una lotta impari provare a fare impresa. Mi dispiace ma molto probabilmente mi accompagno alla ristoratrice che ha preferito il reddito di cittadinanza all’umiliazione di essere trattato quasi come un peso per il benessere del paese

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