Corato (Ba), La Locanda di Beatrice
Strada provinciale 231 ( ex S.S. 98) km 47,500
tel. 080.8724122 – fax. 080.8726152
sito: www.locandadibeatrice.it
Aperto: solo la sera; anche a pranzo domenica e festivi
Chiuso: lunedì; ferie: in gennaio
Sicuramente anche voi conoscete il ristorante di cui vi fidate cecamente. Dove andate da tanti anni, dove il titolare è un amicone per tutti, dove la qualità del cibo non è in discussione, dove l’accoglienza del direttore di sala e a livelli di cerimoniere di corte, dove il sorriso abbonda sul personale, dove potete guardare attraverso i vetri e vedere lo chef all’opera, dove un sommelier è sempre pronto a consigliarvi. Bene. Questa è la “Locanda di Beatrice” di Maurizio Balducci. Situato appena fuori paese, sarete accolti in una calda e piacevole saletta dai colori caldi, con muri fatti di mattoncini rossi. All’ingresso troverete un fornito, carrello di pesce fresco, la finestra con vista in cucina e, una fornitissima cantina climatizzata – sempre a vista – con etichette nazionali ed estere. Il menu è il primo ad arrivare, ben redatto e con una lista di piatti molto ricca. La cucina è giocata su piatti di pesce e di terra, con abbinamenti ben studiati, dove risaltano i piatti del giorno e quelli della cucina regionale. Si può iniziare con frutti di mare crudi, come pure apprezzare degli Sponsali (cipollotto murgiano) magistralmente abbinati con carciofi e formaggio primo sale: prodotto tipico da latte di pecora, si gusta fresco e non deve superare i tre mesi; o l’insalata di polpi, seppie e gamberi con orzo perlato. I primi piatti spaziano dai risotti alle paste fresche. Chiedete almeno due o, addirittura tre assaggi; iniziando dal riso con pescatrice, per proseguire con cavatelli con ragù di seppia e olive nere dolci: tipiche del territorio del nord barese. Per concludere con delle linguine – rigorosamente di Gragnano – con cime di rape e un intingolo di frutti di mare e filetti di triglia – provare per credere. Nei secondi, il pesce fresco fa da padrone di casa, in varie cotture, come i gamberi rossi in camicia di zucchine all’aceto balsamico e mela verde. Ma ricca è anche la lista delle carni alla piastra, dal filetto di cavallino, al petto di quaglia su lenticchie con verdure e rosmarino. E come regola vuole, i dessert sono un attentato al giro vita: per fortuna che chiude subito dopo le feste di Natale e riapre i primi di febbraio, in modo da avere il tempo di smaltire, per poi andarlo a trovare. La lista è infinita. Cito solo i più rappresentativi, il torrone ghiacciato con frutta candita, sformato di pane di Altamura e panettone su riduzione di Aleatico, per finire con il babà al rum con salsa al limone di Sorrento: è ormai chiaro che a Maurizio piace la Campania. Dimenticavo. Altro piatto forte è la pizza – questa volta alla pugliese, bassa – cotta in forno a legna, naturalmente con vasta scelta. Se siete arrivati alla fine del menu ed avete finito la bottiglia, non esitate a chiedere il vino al bicchiere: la lista è sempre ben fornita. Ora vi chiederete, ma perché dobbiamo andare fino a Corato?Intanto a pochi chilometri c’è il Castel del Monte e a cinque minuti c’è Trani, con il suo centro storico e la magnifica Cattedrale, e se avete bisogno di pernottare, al momento della prenotazione, fatevi consigliare dall’efficiente personale. Sui 35 euro.