Condurro (Da Michele): il mondo della pizza è impazzito su Facebook. Pizza gourmet? Sono solo panini! |VIDEO


Alessandro Condurro

Alessandro Condurro

Una intervista a muso duro (realizzata da Antonio Savarese di foodmakers.it), diffusa da Alessandro Condurro, nel quale l’erede della più antica e dura tradizione prende bonoriamente in giro idratazioni, litigi, pizze gourmet e salva solo qualche collega. La pizzeria Da Michele è la più conosciuta al mondo ed è sempre prima nelle classifiche di apprezzamento su internet.

I pizzaioli? Secondo Alessandro Condurro molti si sono arricchiti ma non hanno la cultura per reggere successo e soldi, presentano su Facebook quattro minchiate spacciandole per innovazione e hanno perso il senso della realtà!

Buona visione!

21 Commenti

  1. L’Antica Pizzeria Da Michele è un monumento ed è così che viene percepita fuori Napoli e all’estero, al pari di un museo o di un resto storico. Gode quindi di una posizione unica, inaccostabile e imparagonabile a tutte le altre. Ma ben venga chi tenta strade diverse, perché “innovazione”, “sperimentazione” e “idratazione”, al pari di “tradizione”, sono solo parole e il loro effetto dipende da chi le usa.

  2. Il Sig. Condurro vive di rendita per una posizione di privilegio dovuta solo ed esclusivamente alla caratteristica rustica ed antica del locale che ha ereditato. Dice che vuole parlare di cose serie allora ascoltasse cosa dice il Dr. Berrino sul veleno rappresentato dalla farina raffinata oltretutto derivata da grano convenzionale (geneticamente modificato per aumentarne la “corda”), per non parlare del pomodoro di incerta provenienza e dell’olio di non so quale seme tutto scelto al “ribasso” per contenere i prezzi ma senza alcuna attenzione per la salute del consumatore. Non difendo qui i nuovi pizzaioli che aldilà di qualche piccola e perloppiù insignificante innovazione continuano sulla stessa falsa riga. Tutti sanno che ci sono alternative valide con farine meno elastiche e da grani non modificati, tutti sanno che l’incidenza sul prezzo del pomodoro e dell’olio biologico sarebbe ampiamente ripagata dai benefici per la salute degli avventori ma tutti utilizzano la tecnica dello struzzo… spero che nasca una vera nuova generazione di addetti del settore che diano una vera e sostanziale svolta pur conservando le cose buone della tradizione come la semplicità dei gusti e del servizio come “Da Michele”

    1. Una domanda semplice semplice: come mai lo Stato italiano e la Comunita Europea, notoriamente più attente alle questioni di salute degli Usa, non ritirano la farina 00 se è veleno? Perché se ha le prove non fa un bell’esposto ai Nas alla procura, all’Asl dicendo che in commercio c’è veleno? No, perché la 00 è sempre stata ritenuta un’arte italiana e tutti, ma proprio tutti, i grandi molini campano grazie alla 00, al di là poi del marketing e delle favolette.

    2. Magari vivessi di rendita. Eviterei di svegliarmi alle 6 ogni giorno e stare ancora sveglio a quest’ora. Io non sparerei mai a zero sulla vita di qualcuno senza conoscerlo…

  3. Si è sicuramente andato oltre…..certi ingredienti con la pizza non c’entrano niente.”il futuro della pizza è nello stomaco della gente”……MITO!!!

  4. La tradizione è tradizione e nell innovazione non vedo nessuna minaccia anzi vedo cultori della pizza accanirsi contro e non mi spiego il perché il gourmet esiste non solo nella pizza ed è apprezzato da tanti quindi è inutile sminuire entrambe e il consumatore che sceglie baci e buon lavoro a tutti p.s non sono un pizzaiolo ma un accanito consumatore

    1. Perfettamente d’accordo. Il senso del video non era un attacco all’innovazione in sè, ma alle stupidaggini spacciate per innovazione attraverso i social. A me piacciono tutte le pizze, classiche e moderne, quello che mi fa ridere è vedere pizzaioli vestiti da chef o da piloti di formula uno che spacciano per opere d’arte aborti allucinanti. Tutto qua, ma ho espresso solo il mio parere che può tranquillamente non essere condivisibile.

  5. Qualcuno può domandare al signor Condurro se, per i suoi viaggi, usa il calesse?

  6. Niente di ciò che afferma Condurro è condivisibile. La sua è una pizza senza futuro e senza iniziativa che si poggia sul concetto di (finta) tradizione, che si dimena nella storia, ma non produce gioia e non genera sistema. Bisognerebbe ringraziare chi come Gino Sorbillo, Salvatore Lioniello, Valentino Libro, Carlo Sammarco, I fratelli Susta e tanti altri, da ancora impulso al settore. Ha proprio ragione Marco Lungo quando afferma che la pizza napoletana è perdente…lo è grazie a persone come il signor Condurro che si nascondono dietro alla tradizione, ma non offrono nulla perché la scuola della pizza napoletana possa crescere nel mondo.

    1. Beh…per essere una “pizza senza futuro” mi sembra che ci difendiamo bene…e se veramente non ci sarà futuro…pazienza, ce ne faremo una ragione. Due cose. 1) il mio è un parere che non offende nessuno nello specifico, e mi dispiace vedere che lei invece offende così gratuitamente e liberamente nascosto da un monitor ed una tastiera. 2) il mondo della pizza moderna deve ringraziare Gino Sorbillo, I fratelli Salvo, Enzo Coccia, Franco Pepe (anche se la sua non è propriamente napoletana)…gli altri non li conosco.

  7. Tradizione con un pizzico di innovazione e qualche sperimentazione. anche perché la Pizza Napoletana non ha bisogno di essere molto innovata, anzi risulta molto variegata nelle preparazione e nei sapori, la pizza non è mai uguale all’altra, ecco la ricchezza di noi pizzaioli o pizzaiuoli come ci chiama Carmine Caputo patron del mulino Caputo.

  8. Depurato da alcune estremizzazioni,il discorso di Condurro è abbastanza condivisibile.è vero che la pizza sia diventato un fenomeno di costume con tutto quello che ciò possa comportare al tempo dei Social,è vero che molte non sono pizze ma pseudo panini o focacce con ottimi prodotti.

  9. La borghesia radical chic si sta’ impadronendo di un’altra realta’ ultra popolare:la pizza!!! a breve il popolo non potra’ piu’ comprarla !!!! la mangeranno i cultori della odierna gastronomia astratta,come la pittura, che grazie a giornalisti e commentatori interessati,sta prendendo il sopravvento!!!W la pizza ” da Michele” che mangio da quarant’anni!!!!

  10. “Ho fatto sempre così ” , ” il mio pizzaiolo mette farina e acqua la tocca e …”, ” solo due gusti e…”.
    Che delusione !!!!!.
    Intanto io la sua pizza l’ho mangiata , sotto bruciatissima, cornicione mezzo carbonizzato di bolle, pomodoro al contagocce e olio sicuramente non di oliva.
    Servizio pessimo , proprio a rappresentare la “brutta ” Napoli, che non mi rappresenta.
    A volte un po’ di umiltà e un pizzico di buon senso non guasta.

    1. Ecco, la prima domostrazione di umiltà dovrebbe manifestarsi nel non vomitare cattiverie gratuite su una persona che non si conosce e su un’azienda che contribuisce a portare Napoli, quella in cui tutti ci riconosciamo, nel mondo. Ma è facile fare i saputelli cinici dietro una tastiera, vero?

  11. Popolo? Ma che popolo? Come dice Lercio “la lotta di classe e’ finita, i ricchi hanno vinto”. E a me gli OGM piacciono, stesso sapore di quelli presunti Bio ma senza quel retrogusto di pesticida…

    1. Caro Alessandro, Saverio ha superato, questa volta, Vizzari. Tra le cattiverie pronunciate nei confronti di una famiglia storica della grande tradizione della pizza napoletana ce n’è una dettata dall’ignoranza quando scrive tra virgolette ”il mio pizzaiolo mette farina e acqua la tocca e …”. Non conoscendo come si fa una pizza , cosa sia il punto pasta e come riconoscerlo per terminare l’impastamento ed iniziare la puntata. Anche toccando e tirando la pasta.
      Per quanto riguarda la pizza da lui mangiata lo invito a leggere la recensione ANONIMA delle pizzerie del lungomare.
      (Primo serio tentativo di rinnovare la critica enogastronomica italiana e napoletana troppo ruffiana)
      E potrei raccontare di pizze non all’altezza delle recensioni lette di famose pizzerie napoletane.
      Detto questo, la pizzeria Da Michele ha subito negli ultimi 10 anni molteplici(ed inutili) tentativi di screditarla da parte della critica napoletana. Inutili.

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