Operazione Trasparenza: come riconoscere il vero gelato artigianale. 50 artigiani italiani mettono un punto fermo alle truffe
di Floriana Barone
È uno degli alimenti più amati dagli italiani che ne consumano oltre 6 chili all’anno pro capite: il gelato è protagonista assoluto della stagione estiva, come dimostrano anche i recenti dati della Coldiretti. Nel Belpaese esistono 40mila laboratori artigianali che scelgono materie prime fresche del territorio, quali frutta, uova, latte e panna.
Ma quali sono gli ingredienti utilizzati per produrre un vero gelato artigianale? A questa domanda intende rispondere “Operazione Trasparenza”, la campagna di sensibilizzazione che si svolge fino al 15 giugno presso tutte le gelaterie italiane ed estere associate al movimento dei Gelatieri per il Gelato e che mira a fare chiarezza nella comunicazione dei processi produttivi e degli ingredienti utilizzati al fine di informare il consumatore su come realizzare un buon gelato artigianale.
E qual è il modo più semplice e diretto per controllare la qualità dei prodotti? Quello di invitare i clienti a consultare il libro degli ingredienti del gelato, affinché possano controllare con i loro stessi occhi per avere consapevolezza di come lavora la propria gelateria di fiducia, a tutela dei loro diritti e degli stessi artigiani del gelato, che portano avanti questo mestiere con passione. E i consumatori, attraverso questa iniziativa, vengono coinvolti attivamente nella produzione dei gelatieri.
Gelatieri per il Gelato è un movimento culturale nato nel 2011 con l’obiettivo di diffondere e condividere la cultura del gelato artigianale di tradizione Italiana: gli associati si impegnano a scegliere prodotti freschi, possibilmente del proprio territorio, promuovendo le economie locali, evitando l’uso di coloranti artificiali e prodotti semilavorati che li contengono e di grassi vegetali idrogenati o altri prodotti commerciali, come le paste composte, le “basi in polvere” pre-bilanciate e standardizzate, nel massimo rispetto per l’ambiente, riducendo sprechi e consumi energetici.
Un movimento che riunisce circa 50 gelatieri tra Italia ed estero: nel Lazio gli associati sono 10. Tra i numerosi maestri del gelato, guidati dal presidente Roberto Lobrano, ci sono Gianfrancesco Cutelli, (Gelateria De’ Coltelli di Pisa), Giovanna Musumeci ( Pasticceria Santo Musumeci di Randazzo), Dario Rossi (Greed, Avidi di Gelato di Frascati), Ariele Guaschino, (Tra Le Righe di Milano), Renato Trabalza (Sora Lella di Roma), Veruska Cardelli (Gelateria DaRe di Roma), Valerio Esposito, (Tonka di Aprilia)e Dario Fainetti (Caffè del Duomo di Terracina), Stefano Ferrara (Pinguino Gelateria Naturale, Roma), Veronica Fedele (Gretel Factory di Formia).
Durante la presentazione di Operazione Trasparenza che si è svolta a Roma, anche l’ex presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, ha espresso un giudizio molto positivo per l’iniziativa, parlando di “progetto nobile a favore del consumatore” e offrendo il suo aiuto per garantire la massima tutela del consumatore.
Inoltre, il 11 giugno gli associati del Movimento apriranno tutti laboratori ai clienti spiegando il processo produttivo del gelato, le materie prime e la conservazione .
L’operazione trasparenza si concluderà a Pescara (dal 13 al 16 giugno) con l’evento nazionale dei Gelatieri per il Gelato organizzato con la LegaPro a favore dell’UNICEF, dove si svolgeranno show cooking dei gelatieri Gelatieri per il Gelato e anche dei gelatieri non appartenenti all’associazione.
6 Commenti
I commenti sono chiusi.
La stessa operazione Trasparenza dovrebbe essere fatta dalle pizzerie: farine utilizzate, molini, provenienza del grano, tipo di macinazione, agenti di lievitazione, tempi di lievitazione/maturazione, etc.
ennesima marchetta su come si produce il gelato artigianale(tra l’altro,come si vede in foto,se uno non sa come si scrive “carruba” e non “carrubba”,non ispira niente di buono).siamo sempre al solito punto:il mercato va in un senso e gli artigiani vanno in quello opposto.come per il vino naturale pieno di difetti(però è naturale)così il gelato di taluni gelatieri è “particolare”(però artigianale).questo non vuol dire che non si possa fare un gelato commercialmente valido senza semilavorati,ma che questi cosiddetti artigiani è ora che si sveglino professionalmente e siano in grado di essere al passo coi tempi.si appellano ad una naturalità che non esiste,un vero professionista rimane al passo coi tempi,studia e si adegua.il mercato oggi offre tutto,basta saperlo e volerlo cercare.
Egregio Sig. Enrico, di quale marchetta parla…?Prima di esternare un’accusa si dovrebbe informare. Lei quando scrive non sbaglia mai..? È vero che il mercato offre di tutto, sta alla consapevolezza del gelatiere decidere quali materie prime utilizzare per la produzione del proprio gelato… E grazie ad articoli come questi che si cerca e si spera in un futuro migliore per l’intera categoria… E questo dipende molto anche da voi (consumatori) che se diventate più esigenti, automaticamente anche chi vende sarà obbligato a fare un un salto di qualità… Infine ringrazio l’autrice per aver dedicato il suo prezioso tempo per la stesura di questo articolo.
Per rispondere al sigor Enrico, a parte il fatto che in regioni come la Sicilia e la Puglia spesso si utilizza il termine dialettale con due “b”, ma non credo che ci si possa attaccare a questo per una critica costruttiva. Il cliente chiede chiarezza e alcuni artigiani hanno deciso di rispondere a questa richiesta. Quindi non c’è nulla di male a rivolgersi ad un cliente attento e che ha sempre più bisogno di capire cosa sta comprando, soprattutto dal punto di vista alimentare. Chi commenta non si è nemmeno preso la briga di informarsi su chi ha promosso tale campagna e quali sono gli obiettivi. Nessuna dietrologia, ma anzi un passo in avanti, visto che i Gelatieri per il Gelato fanno della formazione, della professionalità, della ricerca e della condivisione alcune delle loro bandiere più importanti. Questa è un’iniziativa che dovrebbe appartenere a tutti coloro che lavorano con trasparenza e professionalità. Speriamo che siano sempre di più quelli che aderiranno a questa iniziativa, anche se non appartengono al gruppo che l’ha promossa. Buona stagione a tutti!
egregi signori,rispetto il vostro punto di vista,ma mi sembra che siano solo parole gettate al vento.siete sicuramente del settore(almeno il sig Roberto,conosciuto di fama),ma qui si parla di evidenza.non è certamente l’associazione a creare un punto di vista nuovo e innovativo del mercato,anzi,l’associazione stessa promuove la staticità del settore.lavoro nel settore da 20 anni e l’unica cosa che non ho MAI visto,è stata l’apertura dei gelatieri.il settore è nettamente spaccato in due parti:da una parte i vecchi gelatieri che propugnano un gelato”naturale””antico””come una volta”,pieno di difetti(è naturale!!)che rifuggono ingredienti e tecniche tanto innovativi quanto naturali,e che passano il tempo maledicendo il mercato che non li capisce. dall’altro,uno stuolo di “gelatai”che aprono buste che spesso ottengono un gelato migliore dei migliori gelatieri.nel mezzo troviamo fior fiore di nomi di Gelatieri,che si prestano all’una E all’altra causa.non è una questione di trasparenza,è proprio una questione di professionalità.sono anni che seguo la campagna(mi dispiace,ho anche pensato di aderire molti anni fa,forse c’è ancora la mia domanda in giro)ma in tutto questo tempo non ho percepito niente,il nulla,anzi il mercato richiede e premia i gelatai.quindi?non ho visto corsi seri,professionalità condivise,ma solo vecchi artigiani nascosti dietro un -si è sempre fatto così-,-io quella roba non la uso-,-le ricette sono segrete-,-non mi interessa la bilanciatura,il mio gelato è buono così-. io,io,sempre io.e intanto le buste avanzano…
Non è certo questa la sede per alimentare polemiche, però quando si generalizza non si fa mai chiarezza. Oltre a chi si lamenta e non cambia e a chi usa bustoni ci sono altri che invece si interrogano sul futuro di questo settore e che si battono per valorizzarne la storia e la cultura con un occhio al futuro. Il nostro settore ha bisogno di un Rinascimento e qualcuno crede che i tempi siano maturi, basta saper ascoltare. Una delle cose più difficili oggi: fateci caso, tutti parlano, ma pochi sanno ascoltare….