Colli di Lapio Fiano di Avellino Docg 2018 e 2019 – Clelia Romano
di Enrico Malgi
L’equazione è molto semplice: Lapio uguale Fiano. Il collinare comune irpino, di poco più di 1.500 anime ed equidistante da Avellino e Benevento, è famoso per una produzione vitivinicola di eccellenza e che ha proprio nella varietà del Fiano Docg il suo fiore all’occhiello, a parte il Taurasi. Inoltre può contare su ben cinque aziende collocate nel territorio comunale (una ogni trecento abitanti!), che sfornano etichette di grande pregio: Feudo Apiano, Filadoro, Rocca del Principe, Tenuta Scuotto e Colli di Lapio.
Colli di Lapio di Clelia Romano è l’azienda che può vantare la più lunga militanza, avendo visto la luce nel 1994. Un punto di riferimento assoluto
Colli di Lapio Fiano di Avellino Docg 2018. Ovviamente soltanto Fiano allevato a 550 metri di altezza in contrada Arianiello. Fermentazione e maturazione in acciaio e poi elevazione in vetro per sei mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale intorno ai 20,00 euro.
Colore giallo paglierino lucente. Ampio lo spettro aromatico: la componente fruttata prende il sopravvento con note di pesca, albicocca, mela golden, ananas, cedro e nocciole, rimandifloreali, speziati e di macchia mediterranea. In bocca esordisce un sorso fresco, elegante, sapido, minerale, raffinato e pregevole. Affondo finale avvolgente, edonistico e persistente. Durerà ancora per un’altra decina d’anni come minimo. Da preferire su piatti di mare e mozzarella di bufala.
Colli di Lapio Fiano di Avellino Docg 2019. Gradazione alcolica e prezzo finale identici al millesimo precedente.
Colore giallo paglierino e riflesso di effetti verdolini. Bouquet complesso, caratterizzato da un ottimo spessore olfattivo, che trasmette percezioni di pera, pesca, l’immancabile nocciola, tiglio, acacia, zafferano, salvia, menta, felce, muschio, citronella e mentolo. Rimandii fumé e di idrocarburi in sottofondo. Sorso aromatico, ben centrato, scorrevole, scattante, fresco, sapido e corposo, mielato, succoso. Appeal giovani. Vino nel complesso sfaccettato e cangiante. Retroaroma sublime per persistenza e personalità. Da abbinare a molluschi, crostacei, latticini, carne bianca ed affettati di salumi.
Ancora una volta il Fiano di Clelia mantiene tutte le sue promesse. Naturalmente, essendo un vino molto longevo, darà il meglio di sé tra qualche anno.
Sede a Lapio (Av) – Contrada Arianiello, 47
Tel e Fax 0825 982184 – Cell. 348 7626010
[email protected] – www.collidilapio.it
Enologo: Angelo Pizzi
Ettari vitati di proprietà: 5 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: Aglianico, Fiano e Greco
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Denunzio il mio conflitto di interessi nel senso che bevo queso Fiano praticamente dall’inizio (mitica la loro 99)e finora non me ne sono mai stancato perché fatto con scienza e coscienza ed anche nelle annate” minori “(diverse )per chi sa aspettare il momento giusto non delude mai anzi può mostrare sfaccettature che in quelle cosiddette perfette possono sfuggire abbagliati dal gran piacere che questo vino riesce a dare.Vino di montagna da bere al mare ma per chi per vari motivi non ci può andare su vari tipi di risotti consiglio di provare.FM
Lo so bene caro Francesco che tu ami immensamente questa etichetta e fortunatamente non sei il solo. Mi domando: come si può rimanere insensibile dinnanzi ad un Fiano di questa portata?. Il Fiano di Avellino per fortuna è sempre eccellente, sicuramente uno dei migliori bianchi d’Italia e del mondo e questo di Clelia rappresenta un vero paradigma.