Clò de Girofle Rosato Negroamaro Salento Igp 2021 – Garofano


Rosato Clo' de Girofle Salento igp 2021 Garofano

Rosato Clo’ de Girofle Salento igp 2021 Garofano

di Enrico Malgi

Più volte è stato ribadito che la Puglia è terra di grandi vini rosati, rivendicando a giusta ragione la leadership a livello nazionale. D’altra parte questo suo consacrato ed affermato ruolo egemone si poggia su solide basi ampelografiche che nessun’altra regione italiana può vantare, perché soltanto qui si coltivano molteplici vitigni autoctoni a bacca rossa tutti adatti alla bisogna: Negroamaro, Primitivo, Nero di Troia, Bombino Nero, Susumaniello, Malvasia Nera, Aleatico ed Ottavianello(parente stretto del Cinsault provenzale), senza dimenticare poi il Sangiovese, il Montepulciano,l’Aglianico, il Cabernet Sauvignon ed il Merlot.

Se non bastasse tutto questo, è bene ricordare poi che è stata proprio la Puglia, e più precisamente il Salento, il territorio indigeno a sperimentare per primo un vino rosato italiano nel 1943.
Non c’è da stupirsi, quindi, se in Puglia negli ultimi anni si è registrata una vera escalation per la produzione di vini rosati tutti segnati dalle stimmate dell’alta qualità.

Una storica azienda salentina che ha sempre creduto in questa tipologia è quella di Garofano Vigneti e Cantine di Stefano e Renata Garofano, fratello e sorella che hanno saputo raccogliere con sacro orgoglio il testimone lasciato in eredità dal loro compianto padre Severino, illuminata e preminente figura enologica di tutta l’Italia meridionale.

Controetichetta Rosato Clo' de Girofle Salento igp 2021 Garofano

Controetichetta Rosato Clo’ de Girofle Salento igp 2021 Garofano

Una produzione aziendale di altissimo livello, in cui tra l’altro primeggia proprio il rosato Girofle, nella doppia versione Classico e Controcorrente, e che ha saputo farsi apprezzare nel corso degli anni, mettendo d’accordo sia i consumatori e sia i critici. Recentemente poi è uscito sul mercato un’evoluzione di questa bottiglia datata 2021 e chiamata Clò de Girofle Rosato Salento Igp “Clò come Clou, il chiodo di garofano, la nota speziata del nostro pensare rosato. Ma anche come Clos selezione di uve pregiate, che vogliono esaltare la potenza dei rosati da Negroamaro”, come affermano giustamente all’unisono Stefano e Renata. Una novità che ha subito attirato l’attenzionegenerale, tanto è vero che al suo esordio ha immediatamente conquistato un prestigioso riconoscimento come quello ricevuto alla 25ma edizione de “I migliori rosati di Puglia 2022. Rosati in terra di Rosati, con l’aggiudicazione del premio “Miglior Vino Fermo Salento”.

Quello che differenzia questa etichetta dal Girofle classico è che qui oltre al Negroamaro è impiegato anche un 15% di Montepulciano. Vendemmia effettuata a settembre. Macerazione sulle bucce per venti ore. Affinamento in vasche di cemento per sei mesi (altra novità). Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 19,00 euro (leggermente più alto rispetto all’altro Girofle). Bottiglie prodotte complessivamente numero 7.600. Quella da me assaggiata porta impresso il numero 1.428.

Alla vista si appalesa un brillante colore rosa corallino. Lo spettro aromatico si concede deliberatamente ad un naso indulgente, che subito ne approfitta aspirando così gradevolissimi profumi fruttati di ciliegia ferrovia, melagrana, pesca gialla, clementina, pompelmo rosa, mela cotogna, ribes, lamponi e mora. Di seguito risaltano poi composite essenze di fiori rossi, radici, cipria, mirto, zenzero e pepe rosa. In bocca esordisce un sorso bello fresco e sapido, profondo e scorrevole, morbido e vellutato, rotondo e compiacente ed è poi portatore di una sensitiva grazia gustativa che appaga totalmente le papille. Frutto giovane. Silhouette elegante, fine, leggiadra, seducente e sospirosa. Percezione tattile avvolgente, armonica, intrigante, saporita, sostanziosa e mediamente corposa. Un rosato che sicuramente non lascia indifferente chi lo beve e che è destinato a sfidare il tempo per alcuni anni certamente. Scatto finale godibilmente persistente ed edonistico. Con che cosa lo abbiniamo? Con gli ottimi piatti della cucina marinara salentina ovviamente, ma il vino per la sua versatilità può reggere benissimo anche il confronto con piatti più strutturati. In ogni caso si tratta davvero di un capolavoro di rosato da provare assolutamente il più presto possibile prima che finiscano le scorte.

 

Sede a Copertino (Le) – Località Monaci

Tel. 0832 947512 – Fax 0832 1830364 – Cell. 333 4584028

[email protected]www.vinigarofano.it

Enologo: Stefano Garofano

Ettari vitati di proprietà: 16, più 20 in affitto

Bottiglie prodotte: 220.000

Vitigni Negroamaro, Malvasia nera e bianca, Montepulciano e Chardonnay.

 

2 Commenti

  1. Vorrei crederti sulla parola ma questa volta rimango scettico.Il Montepulciano in terra di Puglia non ha mai brillato.Aggiungerlo poi in un rosato di per se già perfetto mi sembra un’operazione alquanto azzardata.Chiaramente questo non toglie che una volta assaggiata questa novità la mia opinione non possa essere cambiata.FM

  2. Caro Francesco, come al solito i tuoi interventi sono sempre precisi, puntuali e competenti. Nella fattispecie, però, gentilmente lasciati dire due cose sul Negroamaro e sul Montepulciano. Per primo, per quanto può sembrare strano, il Montepulciano è la quarta specie varietale più coltivata in tutta la Puglia dopo Il Sangiovese (sic!) il Primitivo ed il Negroamaro e prima ancora del Nero di Troia. Per secondo la percentuale di Montepulciano impiegata in questo blend è appena del 15%. Terzo, come tu sai benissimo, il Montepulciano è il vitigno con cui si confeziona uno dei migliori rosati d’Italia, cioè il Cerasuolo d’Abruzzo. Quarto il Montepulciano possiede caratteristiche organolettiche molto particolari che lo rendono sicuramente approcciabile: tannini molto morbidi, pur conservando una sua solida struttura, ed è poi più fruttato e meno floreale rispetto al Negroamaro, perché la concentrazione di terpeni è molto bassa. Spero di averti risposto esaurientemente. Grazie comunque.

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