Claudio Quarta dal successo del Nasdaq al ritorno alle radici salentine, tra negro amaro e primitivo
di Marina Alaimo
Claudio Quarta abbandona New York per ritrovare il sapore della propria terra tra mare, vento e vigneti
Il richiamo alle proprie origini, alla terra che ci ha dato la vita molte volte è fortissimo tanto da accettare che ci stravolga la vita. E’quanto è accaduto a Claudio Quarta, dopo aver costellato di grandi successi il proprio iter nel campo della ricerca farmaceutica che lo ha visto partire da una semplice postazione di ricercatore universitario per approdare alla direzione della Biosearch Italia. Poi la fusione con l’azienda americana Vicuron lo ha spinto verso gli Stati Uniti fino a veder quotate al Nasdaq le azioni della propria azienda. Dopo dieci anni negli States il richiamo alle radici salentine ed alla grande passione per il vino è sempre più pressante. Così decide di fondere le sue solide attitudini manageriali alle ragioni del cuore.
E progetta, perché lui non pensa, ma progetta una holding del vino nel Sud, partendo da un piccolissimo paese nel Salento, Guagnano. Proprio qui la scorsa settimana Claudio ha ufficialmente presentato la sua holding del vino: Magistravini, al termine del lungo restauro di un vecchio opificio che oggi ne è la sede legale.
E’ bellissima e rappresenta in piccola scala il suo ambizioso progetto di rivalutazione della viticoltura di questi luoghi avvalendosi dell’utilizzo di alte tecnologie e ovviamente della sua esperienza di grande imprenditore. Le vecchie cisterne di cemento sono diventate sale da degustazione e singolari uffici dove pianificare il lavoro.
Magistravini raccoglie tre aziende vitivinicole sotto la consulenza enologica di Vincenzo Mercurio, due delle quali sono in Puglia: Emèra è in Salento, Casino Nitti nel tarantino a Carpignano, mentre in Irpinia, Campania, c’è l’azienda San Paolo. Visitiamo il vecchio Casino Nitti, in passato proprietà dello stagista Francesco Saverio Nitti che qui si rifugiava dallo stress della politica tra vigneti e campi di grano. Nei locali apogei l’antico palmento si mostra in tutto il suo splendore e Claudio ci racconta la sua idea di ridargli vita con un restauro attento nel rispetto della struttura così come era in origine.
Il Casino Nitti diventerà una location destinata all’accoglienza ed all’enoturismo, con vista rassicurante sui vigneti che si alternano ai campi dorati di grano fino a raggiungere la linea azzurra all’orizzonte disegnata dal mare. I locali destinati alla vita nel quotidiano hanno visto lo scempio dei ladri che hanno trafugato le splendide piastrelle maiolicate e dipinte a mano, come testimonia qualche superstite sul quale fa bella mostra di se il disegno di un grappolo di vite.
Il caldo è soffocante e discutiamo della storia di questi luoghi e dell’ambizioso progetto di Claudio all’ombra del gelso secolare che dà il benvenuto all’ingresso della masseria. Mi colpisce non poco il suo entusiasmo e la capacità di emozionarsi nel saper apprezzare la bellezza austera del vecchio gelso o la frugale architettura dei muretti a secco sopravvissuti solidamente alle avversità del tempo.
Qui si alleva a spalliera soprattutto primitivo ed i vigneti sono naturalmente divisi in due settori: da un lato i filari si pettinano sul terreno calcareo quasi bianco, dall’altro scorrono sull’argilla rossa. Assaggiamo i vini di Casino Nitti che il prossimo anno si affacceranno sul mercato con grandi aspettative e siamo certi che sapranno ricompensare il grande coraggio di Claudio. Perché ad investire da queste parti ci vuole un gran cuore ed infinito coraggio.
Magistravini ha sede in via Provinciale 222 Guagnano (LE). Tel. 0832 704398 [email protected]
3 Commenti
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Cara Marina, grazie per il tuo bel articolo. Sei riuscita a trasmettere anche tu, attraverso le tue precise parole, il nostro entusiasmo per il futuro del progetto di Magistravini e per la realtà che già oggi viviamo. Speriamo di rivederti presto, carissimi auguri da tutto lo staff di Magistravini.
Però definire Francesco Saverio Nitti uno stagista mi sembra un pò riduttivo … almeno un contratto a tempo determinato potevano farglielo.
Luca
Caro Luca, in effetti sono stati proprio un po’ stretti, ma sa anche Lei che continuano a dire che le tasche dello Stato sono vuote: così non si può neppure offrire un posto fisso al Presidente del Consiglio…