Ciro Picariello a Summonte


Ciro Picariello

Ciro Picariello
Summonte (Av)
Località Acqua della Festa
Tel.0825 702516
www.ciropicariello.com
[email protected]

Ciro Picariello e il figlio Bruno in cantina

Ettari vitati: 7 di proprietà(4 a Summonte e 3 a Montefredane) e  4 in conduzione(Altavilla)
Enologo: non ha enologo ufficiale ma si confronta con Carmine Valentino
Agronomi: non ha agronomo
Allevamento e densità di impianto: Guyot, circa 3.000 ceppi per ettaro
Composizione chimico-fisica del terreno: terreno vulcanico sciolto nei primi 20 cm. e più in profondità argilla marnosa ricca di potassio e calcio(Summonte). Medio impasto, non calcareo con arenarie in profondità comportanti significative percentuali di quarzo e ferro, a Montefredane. Vulcanico, sciolto e sabbioso, con azoto in evidenza,  così si compone il suolo delle vigne di Altavilla.
Produzione kg/pianta: kg 2,5 a Montefredane ed Altavilla e kg 2 a Summonte.
Esposizione vigne: est a Summonte e Montefredane e sud-est ad Altavilla.
Epoca di impianto delle vigne: Summonte  1996, Montefredane 2002 e Altavilla 2004
Altezza media: Summonte 650 mt, Montefredane 550 mt e Altavilla 450 mt
Lavorazione del terreno:  solo trinciatura
Conduzione: in regime biologico non certificato
Lieviti: autoctoni (selezionati solo nel 2004)
Mercati di riferimento: Italia 50% /Estero 50%  Regioni: Toscana-Veneto-Piemonte-Lombardia-Abruzzo/Nazioni: Usa-Giappone-Regno Unito-Germania-Olanda-Spagna-Norvegia-Francia

Bottiglie totali prodotte: 50.000
Percentuale di uve acquistate:  0%
Uve coltivate:fiano, greco, aglianico

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Ciro Picariello. Vigna di Summonte

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LA STORIA
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La cantina nasce nel 2004 con la prima vinificazione in proprio delle uve di Summonte. Successivamente si aggiungono le uve di Montefredane e la collaborazione dei due figli di Ciro e Rita, Bruno, che frequenta il corso di studio universitario in Enologia ad Avellino, ed Emma che è impegnata in Biotecnologie Alimentari a Caserta. Per capire appieno la storia di Ciro e della sua famiglia, bisogna compenetrarsi nell’essenza dell’irpinitudine contadina. La filosofia di vita di generazioni passate, tutta improntata al rigore morale ed economico, alla pulizia , all’ordine e quindi alla “sistematezza”.  Una sola parola che in Irpinia condensa un sistema di vita identificante la dignità di un gruppo familiare. Perciò, visitare la cantina di Rita e Ciro e passeggiare nelle loro vigne, buttando l’occhio qua e là per percepire l’impegno e la ratio di ogni piccolo intervento, è sempre un’ esperienza totalizzante. Colpisce il fatto che lì niente è casuale, tutto è voluto e curato nei minimi particolari, magari alcune cose sarebbero anche da discutere (i colori dei cornicioni, vero Rita?:-), ma quello che conta è la grande serietà nell’affrontare il proprio lavoro. Tanto grande da far  meritare a Ciro l’appellativo di “uomo che tinge le unghie alle formiche”.

Ciro Picariello. Vite a Summonte del 1992 e terreno

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LE VIGNE
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Come già scritto, Ciro, geometra nella mente ma “ vigneron” nel cuore, inizia con i 4 ettari di Summonte impiantati a Fiano nel 1992. Qui l’esposizione della vigna è ad est con l’orientamento dei filari nord-sud. La forma di allevamento è a guyot, in irpino “a nuovo”, nel senso che nel potare si gira sul filo di ferro il legno nuovo lasciando uno sperone che darà origine al tralcio per l’anno successivo. La densità è di 3.000 ceppi per ettaro con una produzione a regime di circa 2kg per ettaro.

Ciro Picariello. Vigna di Fiano a Montefredane localita Castelloni

Nel 2002 l’impianto di Fiano a Montefredane, in località Castelloni, la zona più alta del comune e cioè a 550mt slm. Allevato sempre a guyot, stessa densità d’impianto di Summonte, ma maggiore produttività per pianta, qui 2,5 kg ad ettaro. Esposizione sempre ad est con i filari orientati nord-ovest  sud-est.  La composizione fisico-chimica del suolo è molto eterogenea, sia tra vigna e vigna che all’interno degli stessi appezzamenti di terreno e varia dal vulcanico al calcareo, più o meno argilloso.

Ciro Picariello, vigna di Reco a Altavilla

La vigna di Altavilla invece,  è impiantata a Greco. Il sistema di allevamento è a guyot modificato, nel senso che invece di un tralcio solo, causa la cecità genetica di una significativa percentuale di gemme, sul filo di ferro si portano almeno due tralci. La lavorazione del terreno, in tutte le vigne, è ridotta al minimo : solo trinciatura dell’erba. Per quanto riguarda i trattamenti, si usa solo rame e zolfo. Grazie alla ricchezza dei suoli, non viene effettuata alcuna concimazione.

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I VINI
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Ciro Picariello, Irpinia Fiano doc

Irpinia Fiano  2013

Uva: fiano
Bottiglie: 10.000
Prezzo in enoteca: 10/12 euro
Vinificazione: acciaio
Colore giallo paglierino con nuances verdoline. Bel naso fruttato con note floreali appena accennate. Sorso pieno e pronto per tenere testa a grandi preparazioni di pesce. Un vino semplice ma comunque dal grande carattere.

Fiano di Avellino 2012

Ciro Picariello, Fiano di Avellino


Uva: fiano
Bottiglie: 22.000
Prezzo in enoteca: 15/18 euro
Vinificazione: acciaio

Colore giallo paglierino carico. Naso elegantissimo, floreale e fruttato che si spintonano a vicenda per avere la meglio, ma prevale una nota tostata di dolce fumè, eccola la castagna del prete. In bocca affilato ma pieno, in retro nasale ritornano le piacevoli sensazioni olfattive. Tanto lungo che non è semplice  trovare un piatto in abbinamento, si potrebbe tentare con una zuppa di ramata e podolico di 18 mesi…

Greco di Tufo 2013

Ciro Picariello. Greco di Tufo


Uva: greco
Bottiglie: 10.000
Prezzo in enoteca: 12/15 euro
Vinificazione: acciaio

Colore giallo dorato. Sensazioni agrumate con un finale leggermente solfureo. Sorso ricco e appagante, graffiante acidità che sostiene un corpo voluminoso. Un noto giornalista, Andrea Scanzi, scrisse che Ciro faceva il Greco con la mano sinistra, nel senso che lo giudicava buono ma non ai livelli del fiano, io direi che lo fa anche con mezza mano destra!!!

Rita e Ciro Picariello

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CONCLUSIONI

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Non si può capire l’Irpinia senza fare un giro da una decina di produttori della provincia. Ciro è uno di questi. La sua maniacale cura delle vigne e della cantina si toccano con mano e danno plasticamente l’idea della caparbietà, dell’impegno e della costanza nel ricercare la qualità. Persone vere, che nonostante abbiano raggiunto degli ottimi livelli sia qualitativi che mediatici, stanno sempre con i piedi per terra, spesso anche con forti dosi di autoironia. Sarà la fortuna di essere in una terra particolarmente vocata per il vino e per giunta in uno degli areali che si esprime ai massimi livelli, sarà l’abnegazione nel fare con grande impegno e serietà il proprio lavoro, fatto sta che ormai in Irpinia non si può parlare diFfiano senza parlare anche di Ciro Picariello.

Lello Tornatore

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