Cilento, una stagione estiva da dimenticare
di Marco Contursi
Sono giorni che ho nel pc questo pezzo in giacenza, “ma chi me lo fa fare di farlo uscire”, pensavo, visto che un pezzo simile 10 anni fa fece scalpore ma nulla è cambiato. Ma stamane apro Facebook e trovo un artista cilentano che lamenta una completa disorganizzazione e costi alti ad un evento tra la sagra e la rassegna musicale, tra cui una navetta pagata che però a fine serata è scomparsa e cibo stantio. E visto che numerose sollecitazioni a parlarne mi vengono proprio da operatori turistici cilentani, oltre che da affezionati al Cilento come me, ecco che mi sono deciso, già conscio delle facili difese d’ufficio di tanti che avremo e del fatto che non verrà da tutti capito che certe critiche vengono fatte per affetto, perché certe volte le orecchie vanno tirate a chi si vuole bene, mentre il silenzio è la più evidente manifestazione di disaffezione.
Cari Amici, diciamoci la verità, in Cilento più che altrove, in fondo, si è contenti di un isolamento secolare, a cui si deroga solo per 2 mesi, giusto il tempo di farsi un po’ di soldi con affitti e spiagge, ma poi via tutti, che ci date fastidio.
Da più parti, Codacons compreso, si denuncia un calo importante dei turisti in Cilento in questa estate che si è appena conclusa con la fine di agosto. Luglio è stato moscio, tranne i fine settimana, agosto un po’ meglio ma a macchia di leopardo.
Singolare il fatto che alcuni operatori del turismo abbiano accusato del calo le politiche di alcuni loro colleghi, che, negli anni, hanno pensato più a spolpare i turisti che a mettere in atto comportamenti tesi alla fidelizzazione dell’utente. Uno su tutti, un menù che nei giorni di festa aumenta i prezzi lasciando invariati i piatti, pratica che reputo assai scorretta..
Quello che non si è capito è che la massiccia presenza degli ultimi anni, era causata dal covid, dai divieti di andare fuori ma oggi non è più così.
Altra cosa che non si comprende che a fronte di aumenti ogni anno, lo stipendio della maggior parte delle persone è rimasto uguale e quindi non consente di spendere certe cifre.
Vediamo nei dettagli.
Caseifici. Lungo la strada che porta alle località cilentane, tantissimi i caseifici che si incontrano, alcuni molto famosi, che ormai offrono di tutto dalla pasticceria alla cucina vera e propria. Bene, l’offerta a mio parere non giustifica i costi, spesso altissimi. Sia perché come aziende agricole hanno un regime fiscale agevolato sia perché i servizi spesso non sono all’altezza della cifra richiesta. Esempio? Le addette al banco quasi mai conoscono le lingue, come ho avuto modo di constatare di persona in tre strutture diverse. Altra nota dolente la pulizia dei bagni, spesso molto approssimativa, se fai 200 persone all’ora ci deve essere una persona dedicata, non fare una pulizia una tantum. Una struttura è arcinota per prezzi fuori dal buonsenso. Un’altra, blasonata, mi ha fatto pagare 3.5 euro un cornetto alla crema, oltretutto con risposta idiota del customer service aziendale, che dimostra una supponenza irritante. Inoltre, in tutte il servizio è affidato a ragazzi giovanissimi e quasi sempre manca un responsabile sul campo (volutamente credo) con cui interfacciarsi in caso di problemi. Così il cliente desiste dal protestare perché capisce che il 20enne messo lì, non ha colpe e funge da paracolpi. Certo, il fatto che quotidianamente centinaia di persone ci vadano comporta che i titolari facciano spallucce dinanzi alle critiche, poiché c’è un ricambio continuo e guadagni importanti, ma è sicuramente una delle cause di un calo delle presenze in cilento, poiché tutto ciò che è negativo concorre a far scegliere ai turisti un’altra meta per le prossime vacanze. E in rete di lamentele di clienti se ne leggono tante. E la cosa non può passare inosservata.
Chi ha molti onori deve capire che diventa un biglietto da visita di un intero territorio e quindi deve tenerne conto e non solo pensare a fare cassa.
Affitti. Ho sentito cifre assurde, tipo 1500 a settimana un monolocale, una singola in un b&b a settembre 100 euro al giorno e parliamo di mezza collina, non sul mare. Cifre francamente spropositate. In alcuni comuni si affittano anche garage, adibiti a casa, e sottoscala. Spessissimo in nero. Cifre che sono lievitate moltissimo dal 2020 quando l’emergenza covid, con le persone chiuse per mesi (e quindi impossibilitate a spendere) e il divieto di viaggiare ha fatto sì che alcuni affitti raggiungessero cifre folli e che venissero pure pagate, ma oggi se uno deve spendere 1500 per una settimana di affitto di un sottoscala sceglie altre mete.
Ristoranti. Qui gli aumenti sono sensibili ed in alcuni casi ingiustificati. Anche perché complice la carenza di manodopera qualificata, molto spesso il servizio è affidato a ragazzi inesperti. Capiamoci, se mi fai pagare uno spaghetto a vongole 22 euro o un risotto 28 non posso accettare che mi finisca l’acqua o mi cada la forchetta e per averle devo chiederle 3 volte. Nota dolentissima l’olio. Ci si riempie la bocca con la dieta mediterranea ma quanti locali usano olio extravergine locale? Pochi. Altra mancanza, l’assoluta assenza di una benchè minima capacità di problem resolving. Se io ti dico che quel piatto non l’ho gradito, motivando cosa non è andato bene, non è corretto fregartene e ritrovarmelo nel conto. Soprattutto quando l’ho pagato 28 euro e quindi non sei una trattoria. La cucina di pesce poi non va mediamente molto oltre l’insalata o marinati di mare, spaghetto a vongole, frittura o grigliata di mare, con i soliti pesci e crostacei visti e rivisti (alici, gamberi, calamari, tonno.). Inoltre un ristorante o una gastronomia deve farsi ambasciatore delle produzioni locali e non comprare altrove (fuori regione) perché glielo vendono alla metà, come pure i produttori locali devono agevolare i ristoratori del territorio con prezzi che consentano loro di lavorare. Invece, da anni, è la stessa storia: gli uni si lamentano di non vendere, gli altri che i prodotti locali costano troppo. Sempre così. In saecula saeculorum.
Certo ci sono delle eccezioni. Ma a sentire tanti conoscenti che hanno trascorso le vacanze da Agropoli in giù, la situazione non è rosea. Ovviamente guai a fare critiche, tutti offesissimi se non dici che sono tutti Massimo Bottura e che un risotto alla pescatora non può galleggiare nel brodo.
Lidi. Costi spesso alti, servizi sufficienti. Cibo pessimo e caro. Bagni indecenti. Qualche eccezione certo, ma le segnalazioni negative sono state tante.
Agriturismi. Qui mi girano, quanti agriturismi conoscete che somministrano quello che producono? Io pochissimi, ovviamente non è un problema solo cilentano ma qui ci si aspetta altro perché la terra non manca ma manca chi la vuole coltivare. E’ piu facile comprare al cash che zappare o trovare chi ti aiuta a farlo.
Sagre. Io non ce l’ho con le sagre ma con chi le vede solo come un modo per fare soldi. Un piatto di fusilli o cavatelli NON può costare 9 euro, quanto un ristorante per capirci, se devo mangiarlo su un tavolo traballante, con un bagno chimico e dovendo fare un’ora di fila per prenderlo. Le sagre nascono per fare promozione delle tipicità locali, non per fare cassa o prendere fondi e sovvenzioni varie. Anche perché visto che ci sono sagre ogni settimana da luglio ad agosto, la ristorazione spesso ne risente. Poche, ma fatte bene, con qualcuno che controlli cosa venga somministrato.
Riflettendo. Sapete cosa ho notato nella mia pluridecennale frequentazione cilentana? Che i titolari di attività, anche importanti, raramente si affidano a qualcuno per farsi aiutare nella gestione, convinti che loro e solo loro, hanno la verità infusa. E anche quando assumono qualche giovane brillante, magari con studi ed esperienze importanti, vogliono che si limiti ad essere un mero esecutore. Ma come disse Steve Jobs “prendere uno che è meglio di te per fargli eseguire ordini è stupido”, mentre Brunello Cucinelli racconta sempre che l’idea del pallone in cashmere, uno dei successi mondiali della sua azienda, venne alla signora delle pulizie che si intromise in un discorso, perché sapeva che anche lei, aveva voce in capitolo nella sua azienda e non sarebbe stata messa a zittire con “ma che ne vuoi capire tu..”. C’è una visione ancora troppo provinciale dell’impresa, piccola o grande che sia. Un esempio su tutti, è notare ancora quante poche persone in bar, ristoranti, caseifici conoscano le lingue. All’estero la situazione è totalmente diversa, ma anche in costiera amalfitana.
E questo è indicativo di un modo di pensare, sei tu cliente che devi adattarti a me, non io che devo venire incontro alle tue esigenze.
O ancora, per quanti imprenditori conta il welfare dei dipendenti, che è alla base di una impresa sana e proficua, poiché chi sta male ti lavora male??? E invece sento lamentele su orari assurdi, stipendi ridicoli, pretese folli.
Ovviamente ci sono le eccezioni, ma queste dovrebbero essere la regola.
Certamente in Cilento c’è un mare meraviglioso, borghi incantevoli, i resti di un passato importante, una gastronomia, che se ben fatta regala autentiche emozioni. Ma anche questa deve essere fatta e comunicata nel modo giusto. Se vado a Vallo o a scendere, mi aspetto di trovare, cacioricotta e mozzarella nella mortella, non l’onnipresente mozzarella di bufala, che ricordiamo non essere tipica del cilento ma della piana del Sele. Come pure mi aspetto di trovare vini e salumi locali e non altre di province campane, solo perché costano di meno.
Territorio, Accoglienza, Prezzi giusti questa la chiave di volta e di svolta di un lembo di terra baciato da Dio, che potrebbe vivere di turismo almeno 8 mesi l’anno con opportune politiche di destagionalizzazione dell’offerta. Ed evitare che tanti giovani vadano a lavorare all’estero perché qui, ora, l’offerta di lavoro va solo da giugno a settembre.
Io confido molto, per una svolta, nei tanti giovani che hanno deciso di restare e si stanno affacciando sulla scena, soprattutto delle produzioni locali (olio, salumi, ecc), certamente supportati dalla vecchia guardia, ma magari, più propensi ad aprirsi a collaborazioni, sia interne che esterne al territorio, e a comunicare ciò che fanno nel modo giusto.
Perché l’eccellenza non ha senso farla se non sai raccontarla con efficacia.
Ma prima devi farla, e farla per davvero, però….ad un giusto costo.
p.s. prima che si attacchi con la solfa che non si trovano dipendenti, cosa vera, chiediamoci cosa si è fatto negli ultimi anni per far restare quei pochi seri che si sono trovati. Poi, che oggi ci sia una crisi dei valori, tra cui il senso del lavoro, è cosa vera e figlia dei tempi, ma quando si trova uno serio e in gamba, non bisogna farselo scappare.
Condivido ogni parola, virgola, punto, di questo articolo. Da frequentatore e amante del Cilento.
Grazie per la sua testimonianza
Sono no d’accordo di più per le cose che hai scritto una analisi perfetta fatta su questo territorio ho avuto una casa al parco le ginestre tenuta dai miei suoceri siamo andati via perché era impossibile esserci luglio e agosto che era gremitissima che siamo spostati a giungano una di ensiine molto più tranquilla e se vogliamo andare al mare siazzuamo per il Cilento trocando spiaggie più grandi
Io ho una casetta da 20 anni a Casalvelino diciamo che la disorganizzazione è molto presente xro quest’anno ho trovato dei prezzi assurdi x esempio ho comprato dei limoni a 5€ al kg assurdo
Ai primi di luglio spiaggia Calanca, ombrellone e due lettini 26 euro.
Immediatamente prima del Covid pagavo 10 euro.
Credo che questa disamina settembrina pottebbe essere uguale in qualsiasi località turistica (con caseifici e non) e non solo d Italia ma del mondo… Io vedo che le cose stanno migliorando e non è vero che le cose sono uguali a 10 anni fa……quante banalità
Condivido in pieno. Una pessima deriva che dura ormai da anni e le nuove generazioni di gestori sono peggiori dei padri che almeno avevano la scusante di essere neofiti delle attivita’. Dopo 50 anni di frequentazione l’anno prossimo con dispiacere non ritornero’.
Si condivido anch’io purtroppo tutto. Ci passiamo ogni anno quando andiamo in Sicilia. Stessa cosa se non peggio…
Da Scario a Sapri, passando per Policastro, solo indifferenza al turismo, assenza di strutture, assoluta mancanza di competenze nei locali pubblici.
Idem.Punto.
IL TURISMO SI FA CON LA COMPETITIVITA’ – QUA SIAMO ANCORA ALL’ANNO ZERO, dove capre e ciucci si sono invendati imprenditori turistici,. Sono diventati tutti multistellati e siamo il Cilento ancora antico e fatto da imprenditori ignoranti ed incompetenti.
Siamo più cari di MONTECARLO dove il cliente di pregio è una cara famigia napoletana anche limitata nelle spese. I nostri giovani prendono uno stipendio misero e pretendiamo che il turista che arriva qua svuoti il portafoglio. Io abito a Paestum, sabato scorso sono stato a Mercato San Severino, mi fermo in un bar e il barista amico mio mi ha detto che noi di qua (Paestum) abbiamo pero la testa. E’ venuto una domenica a mare ed ha detto che non ci tornerà mai più. 6,00 eur di parcheggio, 5,00 eur 2 caffè, 35,00 eur un ombrellone per due persone e 90,00 eur uno spaghetto sul lido con un gelato e due bottiglie di acqua minerali ed un peroncno da 33. Totale della giornata Eur 136,00.
Al rirorno nel parcheggio comunale l’auto era a 100 gradi e piena di polvere. Oltre che si sono fatti un kilometro a piedi.
Non voglio commentare altro sarebbe un ulteriore danno alla mia comunità dove vivo e abito. SAREBBE BUONO APRIRE UNA NUOVA SCUOLA DI TURISMO, E DOVE DOVREBBERO PARTECIPARE TUTTI PER IMPARARE COSA CERCANO I FLUSSI TURISTICI.
OTTIMO RAGAZZI ANDIAMO AVABTI GIOVANNI 59
Parole sante,concordo su tutto.
Condivido l’analisi e apprezzo il coraggio di dire le cose come sono. Mi permetto di dare un ulteriore contributo , per approfondire alcuni temi già trattati o lambiti .
A) È grave la mancanza di preparazione tecnica e manageriale della gran parte di chi lavora nel turismo, che per molti è un settore di ripiego (non so/ non riesco a fare altro nella vita e apro un locale/fitto una casa , lavoro 30 gg e sopravvivo per un anno) . Settore al quale si accede con scarsi capitali finanziari ed umani . I risultati raggiungibili non possono che essere deludenti , data la notevole concorrenza regionale o nazionale.
B) Allergia al rispetto delle leggi sul lavoro e sulla fiscalità. Molta parte del lavoro è sommerso o solo affiorante (part time fasulli per evadere i contributi e le tasse ) con bassissimo rischio di incappare in controlli , perché sono tutti amici degli amici . La classe politica ( che dà gli indirizzi) e quella dirigente del Cilento hanno gravi colpe per questo , ma a (quasi ) tutti sembra normale e condivisibile , a partire dagli elettori della prima. Il sommerso ed i sotterfugi non fanno crescere le attività, limitano l’accesso al credito , ai benefici fiscali ed economici , stroncato la possibilità di programmare lo sviluppo. Ma poco importa , anche agli organi di controllo del territorio. Lo dico provocatoriamente, senza fare paragoni proporzionati, ma anche le organizzazioni criminali fanno emergere i capitali illegali per farli fruttare meglio. Lavoratori marginali che sopravvivono con la disoccupazione ( altra fonte di lavoro nero) non possono accedere al credito o a un mutuo per progettare una vita , quindi scappano altrove , nord o estero.
C) Dobbiamo iniziare a fare i conti con la demografia in rapporto allo sviluppo delle attività . In un paese qualsiasi della costa cilentana negli anni 80 vi era una fascia di giovani numericamente ampia e poche attività . Quanti bar /stabilimenti a mare/ristoranti c’erano 45 anni fa e quanti giovani si offrivano per lavorarvi? Oggi nelle cucine e nei lavori più ingrati e pesanti si ricorre in parte agli immigrati ,ma il gap numerico (se fosse solo questione di quantità) non è colmato. I nostri figli di famiglia , oltre ad essere pochi , non hanno lo spirito e la necessità di decenni fa , il rapporto tra obblighi di lavoro /vita privata è ribaltato . Senza dare nuova dignità al lavoro ( formazione, paghe decenti, giorno libero, turni sostenibili ) , sarà difficile assicurare servizi accettabili. Nel frattempo la compagnia dei NEET (persone che non studiano e non lavorano) ha pure il tempo di crescere.
D) La classe professionale /consulenziale di chi opera nei servizi è di caratura modesta – con le dovute eccezioni – a partire dal settore della gestione immobiliare . Il patrimonio edilizio è imbarazzante e con standard da paese men che in via di sviluppo, purtroppo anche per buona parte delle nuove costruzioni .
E) Gli spazi pubblici sono tenuti mediamente male e manca la visione di una gestione ambientale adeguata ( rumori, polveri, qualità delle acque e dell’aria , salvaguardia del suolo) che dovrebbe essere l’ABC degli amministratori e dei dirigenti pubblici dei territori del Parco Nazionale CVD
Ma di positivo cosa c’è? Uno straordinario patrimonio paesaggistico che non meritiamo e non sappiamo rispettare , conservare e gestire . Da solo, soggetto a continui attacchi , si esaurirà. E con i cambiamenti climatici in corso altre località di turismo e di soggiorno potrebbero essere favorite .
La ringrazio di cuore Walter per questo commento
Perfetta analisi!
Sono campano, ho trascorso la mia infanzia e adolescenza a S.Marco di C te. Ho sposato una donna della zona e trascorso molto tempo a S.Maria di C te. e con cognizione di causa dico che in 40 anni ho visto quelle zone , il mare e i pochi servizi, (che da sempre sono stati pochi..) andare letteralmente in frantumi.
Purtroppo la gente del posto, diciamo una buona parte della gente del posto, non è disposta ad investire sul “bagnante di turno”.
A loro tutto è dovuto, hanno il mare bello.. dicono.
Ogni qual volta mi trovavo a parlare con parenti (acquisiti) avevo sempre le stesse ottuse e assurde risposte.. “i bagnanti fanno casino, non meritano niente”
E vai con case dai tetti cadenti e mura ammuffite, e vai con stabilimenti dai prezzi proibitivi, e vai con i prezzi dei bar alle stelle, dove i gelati venivano venduti anche al doppio del prezzo imposto, e vai con pizze immangiabili semi surgelate pagate a peso d’oro.
Un territorio da un potenziale enorme, mare e montagna (anche se non altissime) tutto a portata di mano, e tutto distrutto da istituzioni, commercianti e abitanti dalla mentalità chiusa e ottusa, che purtroppo porteranno il loro bellissimo territorio sempre più in basso.
Buongiorno Walter, ho letto tutto con le lacrime, ma anche dovendo confermare tutto, io sono di uno dei paesi cilentani (probabilmente il più bello), trapiantato al nord ormai da tempo. Torno tutte le estati (ho la casa) e si continua a “voler” star chiusi dal resto del pianeta, varie volte negli anni mi è venuta l’idea di tornare, dare un taglio per dedicarmi professionalmente al lavoro stando però a casa mia, ma ogni volta dopo mille riflessioni mi arrendo, si dice manca il coraggio, forse, ma mi accorgo ogni anno e che proprio la professionalità non vogliono, hanno paura di alzare l’asticella, di saltare il fosso, di dover sentirsi dire da un “dipendente”, facciamo così piuttosto che così, invece di investire su persone qualificate, al contrario le sommergono per paura di non essere all’altezza e quindi diventano di disturbo. Io continuo a sperare che finalmente ci sia un cambio di rotta, ma la vedo dura per il semplice motivo che l’80% dei titolari dell’imprenditore in generale non sono preparati in ciò che conducono. Saluti Domingo!
Grazie per la sua testimonianza
Condivido appieno la dasamina, nello specifico vorrei parlare di Marina di Camerota, coste bellissime ma lasciate ad un degrado ormai insopportabile(sentiero che da Capo grosso porta alla Calanca) di contro i costi delle strutture costantemente in ascesa.
Grazie per la sua testimonianza
Condivido pienamente.facciamo talvolta ferie altrove.peccato davvero per questi luoghi incantevoli e mare pulito
Sono perfettamente d’accordo, anche se devo dire che in uno dei ristoranti da voi ben recensito, lo sciabecco, mi sono sono state servite, oltre ad altri piatti, due fritture composte, singolarmente da sette alici, due gamberi ed un pesce senza testa, non identificabile, per la modica cifra di 20 euro cadauno. Quindi siate anche voi più obiettivi.
Quando uno fa una recensione racconta l’esperienza di quella sera, purtroppo non si può escludere che in un’altra sera qualcosa vada storto. Ovviamente dispiace sentirlo in primis a chi ha scritto l’articolo quando un lettore non resta contento.
Un ombrellone e due lettini 50 euro. Potremmo già chiudere qui la discussione, oltre le sacrosante osservazioni. Sembrano concordare tutti tranne i responsabili della scellerata offerta turistica.
Zona Lago di Santa Maria si Castellabate ove ho una casetta dal 1975. Quel Mare cristallino e spettacolare della mia infanzia/giovinezza da qualche anno, ad agosto soprattutto, viene sporcato da scarichi di vario genere.
In questa estate in particolare, ci sono stati giorni in cui nn si poteva a neanche fare il bagno per quanto era lurido. Forse sono fuori tema, ma pongo queste domande.
Il Cilento vive della sua bellezza naturale, se il mare viene sporcato (probabilmente per l’eccedente carico antropico e la carenza delle reti di smaltimento liquami), come può il turismo svilupparsi seriamente? Vige solo la regola del mero guadagno?
Il problema dell inquinamento nei periodi di affollamento è un’altra cosa che bisogna risolvere.
Io e mio marito siamo spesso in Cilento e , purtroppo, le osservazioni esposte nel commento ci trovano pienamente d’accordo. Aggiungerei anche la scarsa capacità di accogliere e condividere.
Costi altissimi che non corrispondono all’offerta
Tutto vero… Io sono di Positano e spesso mi reco nel Cilento per assaggiare le specialità locali ma, ahimè, sono sempre offerti i soliti cliché a prezzi sempre più cari… Su una cosa on sono d’accordo, all’estero spesso sr ne fregano da dove vieni, o parli come loro o ti fai capire… Se poi ti capita di viaggiare in Francia o in Germania, rischi di restare senza pranzo se non parli la loro lingua. Qui in Costiera Amalfitana anche a un facchino ai piani è richiesta la conoscenza di almeno una lingua straniera, figurarsi ad un cameriere o ad un barman… Il Cilento ha potenzialità che neanche la costiera offre, datevi da fare e per favore non fate affidamento sui giovani dicendo loro che sono il futuro… I giovani sono e devono essere il presente!
Amante della nostra Italia, arrivo da una esperienza cilentana. Posti mai visti, e penso, che, difficilmente rivedrò.
Stagione estiva che dura solo due mesi,?? già!! sinonimo di…. Turisti ci date fastidio….. Tutto lasciato al degrado, strutture, spiagge, ogni dove spazzatura. Se non conosci l’amico dello zio, del cugino, mi chiedo quanto avrei pagato le mie cene nei ristoranti o pizzerie, visto che siamo sull’ordine dei prezzi che trovo in Brianza. E di pesce senza testa… Ne ho visti!!
Altro che pallone di cashmere…..
Dimmi tu,e fatti una domanda,la presenza dello stato in queste zone costiere dove?.qui convive camorra e rappresentanti dello stato,anche le pietre in mezzo alla strada sanno come te da decenni, nessuno fa niente.chi ci ha provato e stato ammazzato, Angelo,ok .lascia stare siamo alla macedonia.tutta l’ Italia.
Sarei curiosa di capire perché immaginava di trovare, in una località turistica e in alta stagione, prezzi inferiori rispetto alla Brianza , considerando che i costi delle materie prime, dell’ energia elettrica e dell’ acqua ( tanto per informarla , l’ acqua che ci vende la Consac è la seconda piú cara d’ Italia ) sono pressochè gli stessi.
È vero che in molte destinazioni turistiche il turista può sentirsi “spremuto come un limone”, cioè pagare prezzi eccessivi per cibo di bassa qualità o ricevere un servizio insoddisfacente. Questo può accadere per diverse ragioni: un’economia fortemente dipendente dal turismo, la presenza di operatori poco scrupolosi, la mancanza di regolamentazioni o una scarsa competizione. Tuttavia, anche all’interno di queste esperienze spiacevoli, c’è sempre una differenza nei dettagli: il tipo di cibo servito, le interazioni con le persone, il contesto culturale o ambientale, e l’interpretazione locale di “ospitalità”. Il Cilento non è solo nell’elenco delle località “spremitutto”.
Condivido l’analisi….Ma accade anche in costiera amalfitana e in Penisola sorrentina. A Roma come a Firenze, Milano o ancora Venezia.
Ogni Mondo è Paese!
Quindi come hai ben detto ciò che ci vuole per il benessere di tutti cilentani e turisti è la sacrosanta cultura con la C maiuscola. C’è necessità di cultura della semplicità e della genuinità che a quanto pare è la cosa più difficile di tutte. Studiare e studiare…un diamante 💎 diventa tale solo dopo molti anni sottoterra. Ad maiora. Aria
Condivido ogni singola parola scritta, complimenti davvero per la disamina, eccellente.
Amo il cilento, ci trascorrevo almeno una settimana ogni estate. Ma dal 2020 ho detto basta. Basta ai ristoranti sporchi con cibo scadente e costosi, basta ai b&b costosissimi arredati con i mobili che all’host non servono più perché rovinati e luridi …basta alle docce con teli di stoffa, alle pale al soffitto al posto dei condizionatori ecc. ecc.. sottoscrivo, purtoppo, ogni sillaba…questo modo di fare turismo
umilia un territorio talmente bello…Spero cambi qualcosa perché il cilento mi manca.
Finalmente lei ha avuto il coraggio di dire realmente come stanno le cose e non c’è una virgola nel suo articolo che non corrisponda a realtà.La verità sul settore turistico cilentano è proprio questa e nessuno si lamenti di nulla…piuttosto si passi una mano sulla coscienza!Io faccio parte di quella piccola fetta di persone restate nella propria terra perché la amano profondamente e questo mi è costato caro.
Caro Marco però tolte poche località agosto è stato un mese pessimo per tutta italia.i problemi che rilevati per il Cilento sono gli stessi per molte zone di italia.in più nelle grandi città si sta distruggendo il tessuto sociale dei centri storici.il combinato disposto delle case vacanze ovunque più riforma Salvini ha fatto sì che oggi si fittino anche i sotto cantine come è emerso dalla tragedia di Forcella.
Caro Marco ci conosciamo da tanti anni e so della tua professionalità e di tutto l’impegno che metti nelle cose che fai , ma questi pensieri ed articoli lo vai dicendo da tanti anni che io condivido in pieno . Ultimo che mi è successo un po’ di tempo fa’ ebbi un regalo di trascorrere pochi giorni in un Agriturismo in pieno Agosto i condizionatori rotti e lo facemmo notare ai proprietari risposta fu nessuno si è lamentato siete i primi la ci sono le piantane con i ventilatori prendetene uno e portatelo nellavs stanza .Ma il bello c’è lo disse un dipendente in via confidenziale che ogni anno i condizionatori venivano staccati dai proprietari per risparmiare elettricità.Grazie per avermi ospitato e continua le tue battaglie e speriamo. Ciao
Ecco questa è l essenza del tuttto e ti ringrazio per la testimonianza. Climatizzatori spenti, ti dicono che nessuno si lamenta, un dipendente sicuramente maltrattato (senbo stava zitto) che rivela che la cosa era voluta. Un caro abbraccio Giuseppe.
Analisi più che condivisibile. Aggiungo che, purtroppo, le critiche anche presentate in modo civile e pacato non vengono sempre accettate. Mi è capitato di scrivere in un gruppo FB che, almeno ad agosto, gli impianti di trattamento delle acque reflue di un paese del Cilento dovrebbero essere potenziati, altrimenti l’eccesso di turisti può comportare la ricaduta in mare di acque di scarico non trattate in modo adeguato. Il mio post, dopo che aveva ricevuto numerosi consensi, è stato eliminato……
Classico esempio di persone che prefetiscono Mettere la testa sotto la sabbia e fingere che tutto vada bene
Non si può che sottoscrivere tutto, parola per parola . Ci sono , certo , delle eccezioni…ma questo è l’andazzo generale…i soldi si fanno lavorando, offrendo qualità, servizi, cortesia…non applicando prezzi ” a schiovere “. Ci vorrebbe un grosso mea culpa e un cambio radicale, di mentalità….assistito dalle istituzioni. Ma è solo fantasia, non ce la possono fare. Non nel breve periodo, almeno. Ti amo, Cilento…ma sei destinato a restare povero, se non decidi di rinnovarti e di ripulirti, in ogni senso.
Marco ha scritto quello che tutti sanno e … che tutti fanno finta di non sapere!
Perché fa comodo a tutti caro Diodato di chiudere gli occhi.
Purtroppo il quadro è tutto davvero ben dipinto!
Sono bergamasco, la mia compagna è cilentana, comune di Camerota, e frequento il Cilento da ormai 20 anni.
In questo periodo ho sempre fatto una riflessione amara: perché a Rimini e zone limitrofe fanno in miliardi con un mare inavvicinabile, ed invece nel Cilento con un paradiso terrestre a disposizione si tira malamente a campare?
Perché il nocciolo del problema sta qui: se vuoi fare turismo, quello che fai pagare deve rispecchiare quello che offri; se vuoi fare turismo, devi parlare almeno inglese, perché il mondo parla così, e dire che siamo in Italia e gli altri si devono adeguare è una delle peggiori bestialità mai sentite; se vuoi fare turismo devi avere personale all’altezza, pagato come Dio comanda e motivato; se vuoi fare turismo dicendo che sei il Cilento, allora devi offrire cibo del territorio e non si può transigere.
Alla fine, se invece opti per il mordi e fuggi, se scegli di spennare il pollo raccogli il calo delle presenze e le recensioni peste e corna, semini vento e raccogli tempesta, e non basta il mare bello a fare tornare chi si è sentito preso in giro e spremuto.
Perché in ultima analisi chi ha casa nel Cilento come noi torna, ma chi viene bastonato e sbeffeggiato non tornerà mai più.
sottoscrivo in pieno! complimenti
Sono 5 anni che trascorro due settimane a Pisciotta con la famiglia e posso dire con certezza:
– Gli affitti sono aumentati del doppio
– I prezzi dei lidi a Palinuro ogni anno aumentano di 5 euro ma i lidi non cambiano di una virgola
– i ristoranti aumentano ogni anno i prezzi
– Non c’è una giostrina per bambini neanche a pagarla, devi andare solo a Marina di Camerota.
I prezzi sono aumentati e gli stipendi sono sempre gli stessi, vado in Cilento per comodità, ma con i soldi che spendiamo in due settimane potremmo prendere un aereo ed andare altrove.
Piangono perché ogni anno i turisti si dimezzano ma non fanno nulla per migliorarsi.
Sono per metà originario del basso Cilento. Da quando sono nato vado in Cilento. Per me il post segnala problemi reali ma non inquadra bene la questione. Il Cilento è un caso nazionale in quanto terra enorme, difficile da mantenere e con popolazione numericamente irrisoria. Soprattutto da Ascea a Sapri il territorio è aspro. Inoltre la popolazione rimanente è tradizionalista e attenta quasi esclusivamente alla ripetizione di riti (come in generale succede al sud). Da un certo punto di vista questa potrebbe essere una risorsa ma non lo è mai diventata. Unica risorsa ipersfruttata: la costa! Mancano persorsi di montagna, manca turismo della collina e della montagna. Non ci sono investitori. Per quanto riguarda i lidi sono stati dati a famiglie che vogliono trasformare le coste… nell’Adriatico. Poche famiglie che occupano le spiagge con prezzi esorbitanti. Occorrerebbe ridefinire del tutto i servizi in spiaggia e ridurre le occupazioni. Ma ciò andrebbe bene al borghese napoletano che vuole i servizi in spiaggia? Idem le coste piene di barche enormi e utili solo ai pochi occupanti danarosi. I comuni sono troppi per così pochi abitanti. Occorre uno sforzo comune per migliorare il turismo e il rapporto costa – entroterra. Ci sono poi anche eccellenze ad esempio Pisciotta con il paese divenuto un albergo diffuso e pieno di locali costosi ma di alto livello. Anche Vallo ha molti locali di livello alto e alcuni top in Italia per alcuni prodotti. Occorre ripartire dalle eccellenze, tuttavia la situazione è difficile. La politica non fa quello che dovrebbe fare, non solo la locale ma anche la nazionale ha deciso di non occuparsi dei difficili territori del sud ormai disabitato. Quindi la situazione è complessa e non riducibile a problemi esclusivamente turistici, i problemi non sono le sagre (ma voi organizzereste una Sagra ad Agosto con fatica e sudore per guadagnare pochi spicci?), i problemi sono politici e ideologici. Queste lamentazioni così lasciano il tempo che trovano e sembrano fatte dall’alto…
Sono l’autore dell’articolo, accetto ogni opinione purché non si dicano cose assolutamente false come il fatto che le mie osservazioni vengono “dall’alto” essendo frutto genuino di una mia presenza sul territorio ventennale. Alcune delle cose che lei dice sono sicuramente vere ma lo sono soprattutto le mie e le centinaia di testimonianze che stiamo avendo su Facebook da parte di utenti ed operatori commerciali cilentanj lo testimoniano. Io organizzato eventi in modo gratuito di promozione nel mio territorio che l’agro nocerino sarnese per 15 anni spaccandomi la schiena senza vedere neanche un centesimi, quando si vuole fare promozione del territorio questo è il modus operandi.
Troppi commenti di persone che vorrebbero trasformare il Cilento nell’Adriatico. Il punto che non si chiarisce è che il Cilento è un territorio difficile con tradizioni culinarie proprie che non sono quelle turistiche e non sono quelle napoletane. Lo sforzo ci vuole da tutte le parti. Ma avete mai mangiato in un ristorante a pranzo? Tutti deserti…al ristoranti solo di sera?! Allora occorre togliere strutture dalle spiagge e non aumentarle, occorrono buoni contratti e formazione per chi lavora, occorre spostare turismo dalle spiagge alle montagne, rivalorizzare immobili abbandonati e non costruire, togliere Imu per chi acquista, ridefinire tasse su immondizia per un mese all’anno, bisogna spingere il turismo a vivere il territorio e non lamentarsi della mancanza dei condizionatori. Chi viene in Cilento vuole la pizza e i dolci dell’alta Campania, la mozzarella di bufala i dolci e il pane che fanno altrove. Nel Cilento si mangia pane nero, il cibo è a base di verdure e poco pesce azzurro e soprattutto nel Cilento si cammina moltissimo…per questo i cilentani vivono a lungo perché il territorio è aspro e occorre camminare per vivere, si fa moto naturale. Io da bambino andavo in campagna e la fatica la vedevo. Non si può pretendere ciò che il Cilento non è e non potrà mai essere. Ma vi siete fatti un giro usando la statale 18? Allora facciamo discorsi complessi e non attribuiamo sempre le responsabilità al di fuori di noi stessi.
È comunque io ho espresso un’opinione che non può essere definita falsa! Un’opinione può essere condivisa o meno….accettata o meno….questo è parte del problema.
E comunque …
L’opinione falsa è dire che le mie critiche sono venute dall’alto, non ho contestato il contenuto delle critiche ma solo l’ultima osservazione che riguardava me E che quindi so perfettamente che nessuno mi ha suggerito nulla. Ho solo difeso la correttezza del mio operato.circa poi la libertà di opinione tenga presente che se io dico che un tre ruote ha quattro ruote non è un’opinione ma una sciocchezza. Nessuno vuole i dolci di altre zone della Campania o il pane bianco vanno benissimo quelli locali venduti ad un prezzo congruo, come gli affitti e tutto il resto. La qualità dei servizi non può essere minore in Cilento in nome di una cilentanitá a cui ci si deve adeguare. Un bagno pulito su un lido, un lettino e un ombrellone in condizioni decenti, una pizzetta commestibile ad un prezzo giusto devono essere garantiti al turista in tutto il mondo non ci possono essere delle enclavi di disservizio giustificato.
Non ho detto che un auto ha tre ruote. Ho detto che le critiche “sembrano” fatte dall’alto. Non solo le sue ma quelle dei vari commenti con cui si congratula. Non si risolvono i problemi scrivendo che ci si aspetta che nel Cilento ci siano più servizi di alto livello. Allora se volete i servizi di alto livello andate nel nei posti di alto livello e c’è ne sono ad esempio a Pisciotta (che non ha avuto carenze di presenze nonostante i prezzi alti) o a Vallo. Il punto è altro e riguarda cosa vogliono i turisti dal Cilento e anche la politica nazionale nei confronti di un territorio vasto e disabitato. Allora alzare i prezzi è una politica per allontanare i turisti e offrire servizi solo a chi se lo può permettere e le assicuro che se spende almeno 40 euro mangerà bene. Non le faccio i nomi ma i posti ci sono. Ma non si risolve così il problema…le pizzette ci sono in abbondanza anzi di solito i turisti mangiano pizzette e panini stanno al mare tutto il giorno e non gli interessa niente della cultura cilentana. Mangiano pizzette e panini e stanno al mare a vagolare. Vorrei capire quanti sono andati a vedere i musei di Rocca Gloriosa o sono andati a visitare il santuario di Novi anche lì si mangia bene….ecc… Ripeto lamentarsi che nel Cilento non ci sono servizi è porre i problemi in modo non complesso e alla fine la strategia di riduzione delle presenze aumentando i prezzi è ne più ne meno la stessa strategia del abbassare o alzare i tassi di interesse. Oppure di fare emigrare i meridionali per risolvere la questione meridionale…le questioni sono complesse…e si vogliono risolvere con la buona volontà e con l’indignazione….magari sarebbe utile che i turisti vadano nei ristoranti a pranzo e non solo la sera a ingolfare e a lamentarsi dei servizi….magari a pranzo funzionano meglio… occorre uno sforzo da parte di tutti e occorrono risorse e la voglia di vivere un territorio per intero.
Sono un neofita del Cilento. Vivo in penisola sorrentina, e mi sono accorto che, per evitare sorprese, bisogna indirizzarsi verso strutture di fascia alta e medio alta.
Questanno delusione enorme da un famosissimo ristorante di Castellabate, nel quale mi ero consolato solo tre anni fa, chiedendo che la chef mi raggiungesse in sala.
Deliziosa cena, quest’anno a Palinuro, nell’albergo dove alloggiavo (>200 euro la stanza con colazione) e dove non era possibile fare la mezza pensione.
Siamo troppi …
Articolo che ben fotografa la situazione, bravo Marco.
Mi sono però sempre chiesto, ma i turisti li vogliamo per davvero? Ogni appunto ha in comune con l’altro la carenza di spirito di accoglienza.
Caro Marco, mi hai letto nel pensiero.. quest’anno ( dopo 11 anni ) sarà l’ultimo anno di vacanza in cilento, abbiamo deciso di vendere.. tutto ingiustificatamente caro, condito anche da un senso forte ed evidente di fastidio nei confronti del turista : “quando te ne vai che mi dai fastidio? posa i soldi e ciao”, vabbè c’è il mare.. ma solo quello! ed in alcuni posti neanche più. Mancanza di educazione, di managerialità, di visione, di cultura del turismo.. il tutto condito dal pressapochismo del tiramm a campà, lidi che smobilitano dal 20 agosto.. mentre in riviera adriatica si cerca di tirare la stagione fino a fine ottobre… invece il ns cilentano aspetta settembre perchè deve prendere la disoccupazione e stare seduto fino a giugno, quando non si alza nemmeno ed allunga la mano per incassare l’affitto di tuguri o peggio . Peccato, davvero peccato, non ci sarebbe nulla da invidiare alla costa smeralda, ma non c’è visione , non c’è ambizione!
Permettimi di fare una nota all’unica cosa che mi mancherà: Angiolina a Pisciotta è ogni volta una sorpresa, mi alzo e dico : devo tornare per provare quella cosa. Imparassero da imprenditori seri e legati al territorio.
Grazie per il tuo contributo e per la discussione che hai aperto, ci sono imprenditori che vogliono cambiare , ma è una battaglia culturale, speriamo nelle nuove generazioni.
Grazie a te per la tua testimonianza preziosa e spero anch’io che le nuove generazioni facciano un’inversione di tendenza importante capendo che per guadagnare bene in modo duraturo bisogna fare qualità e non volere tutto e subito.
Passo l’estate da 40 anni in Cilento dove ho casa a Policastro (la famiglia di mio marito è di origini cilentane) e condivido appieno quanto esposto nell’articolo. Condivido con grande dispiacere perché così si perderanno quelle caratteristiche che rendono questo territorio piacevole meta anche di turisti da regioni vicine. I prezzi assurdi a fronte di qualità e servizi spesso insufficienti. Peccato, tante occasioni mancate per un territorio che meriterebbe una programmazione ed una gestione più accorta
I miei genitori hanno casa in zona Montecorice da 40 anni. Gli sgarbi e le vessazioni che abbiamo dovuto subire nel tempo (ma sopratutto negli ultimi 15/20 anni) in quanto “turisti” sono molteplici e a tutti i livelli. Ovviamente la mia esperienza collima perfettamente con le critiche espresse dall’articolo (e purtroppo potrei andare anche oltre). Dopo tanti anni, quest’anno ho alzato bandiera bianca e, pur avendo a disposizione una casa, ho scelto di trascorrere le vacanze altrove con tutta la famiglia. Mai scelta fu più azzeccata!
Frequentando il Cilento da oltre quarant’anni, non posso che concordare integralmente con quanto indicato nell’articolo.
Condivido tutto, in particolare il concetto che si critica a fin di bene.
Aggiungo un altro punto dolente, e cioè il puzzo – tossico – che si diffonde la notte, proveniente dalle vasche di smaltimento di alcuni villaggi turistici. Forse troppi turisti e sistemi fognari ancora inadeguati, non so, ma chi ci torna più, laddove ti svegli la notte vomitando?
E poi, l’assenza di Guardia Costiera.. si chiama Area Marina Protetta, ma “PROTETTA” da chi, visto che troppo spesso natanti privati navigano sottocosta nelle zone vietate? Ignoranza o menefreghismo?
Secondo me lei è stato troppo buono, ho frequentato il Cilento per più di dieci anni prendendo in fitto casa ad Ascea naturalmente sempre a nero, ma dal dopo COVID la situazione è peggiorata.
Per la ristorazione stiamo vivendo un festival di improvvisazione e confusione un po’ d’ appetito, sinceramente preferisco mangiare e cenare a casa mia
come non essere d accordo! però inoltriamoci nel cilento interno. Qui le cose son diverse. Ancora poca gente ma va bene così. Troppa gente se non sai gestirla non è ricchezza. Aspetto commento sul Vallo di Diano che conosco meglio.
Gentile Maria io purtroppo il Vallo di Diano l ho vissuto meno, In passato mi è capitato di scrivere qualcosa ma se devo dirle che ho una panoramica chiara e attuale le direi una bugia, anzi se lei ha qualche osteria o agriturismo produttore valido da segnalare le sono grato se lo farà qui.
Le critiche costruttive sono solo da applaudire
Anche io sono stato quest’ anno iniziamo dalla casa che ho preso in affitto con un costo molto elevato senza una fattura non ci potevamo muovere piccolissima .dove andavi a comprare qualcosa sembravano cani ti volevano tirare i soldi da mano x non parlare del lido ombrellone e due lettini 30€ senza scontrino fiscale e poi poi … Lasciamo perdere
Analisi assolutamente pertinente ed rispondente pienamente alla realta’.È stata un’estate caldissima eppure difficilmente si trovavano i climatizzatori accesi( nei bar, ristoranti etc),le bevande troppe volte non fredde al punto giusto, ragazzini che servivano ai tavoli che, piuttosto di conoscere altre lingue, magari conoscessero l’italiano…tutto questo a prezzi spesso vicini a quelli della “Divina amalfitana” e “doppi” rispetto alla costiera calabrese o emiliana. Speriamo ci sia un’invenzione di tendenza…
salve ho letto il suo articolo, caro walter e sono d’accordo su tutto quello che ha specificato, perchè le stesse problematiche le ho trovate in puglia salento per la precisione negli ultimi due anni, quella dei lidi e ancora peggio, grazie
Carissimo Luciano. Mi chiamo anch io come te e sono originario di Celle di Bulgheria ma vivo a Firenze da 31 anni e lavoro nella cantina più bella del mondo. Purtroppo è da parecchio che si assiste ed un continuo degrado del nostro bellissimo Cilento. Condivido appieno la tua riflessione e aggiungo che gia’ una quarantina di anni fa quando lavoravo come rappresentante di alimentari in quelle zone lamentavo l apertura dei villaggi e delle struttura turistiche solo all inizio di Luglio. Prima era impossibile trovare una struttura aperta.
Luciano Caputo.
Secondo me l’articolo è stato (anche) fin troppo benevolo.
[Salvo poche eccezioni]
Nel Cilento manca la cultura del turismo, manca l’apertura mentale, manca la volontà di specializzarsi in un’arte.
C’è improvvisazione ed approssimazione.
L’accoglienza dei paesani nonchè degli operatori turistici è scontrosa, diffidente e poco garbata (per non dire zotica).
Il motto è sempre stato :”Dovete portarci i soldi ed andarvene velocemente perchè date fastidio!”
Mancano le infrastrutture e soprattutto i mezzi di comunicazione che loro non hanno voluto perchè non vogliono gli estranei.
Manca la contaminazione che ti permette un confronto costruttivo.
Non favoriscono l’imprenditoria che viene da fuori perchè “spendono” solo dal conoscente (che poi un domani potrà ricambiare qualche “favore”).
Spremendo sempre di più la vacca (il turista) hanno ormai esasperato questo microcosmo …ed è difficile tornare indietro senza fare un bagno di umiltà e senza ammettere che la “favoletta” del Cilento quale luogo in cui va tutto bene, è per l’appunto una favoletta.
La risposta a questo commento sarà “Non ci venire più!”…a furia di rispondere così , si sta avverando il loro auspicio
Per non parlare degli alberghi e delle strutture ricettive: tutti a 4 stelle, con servizi al di sotto di un 3 stelle e ambienti mai rinnovati, ma con prezzi da 5 stelle lusso!
Caro Marco, non sempre condivido i tuoi articoli, ma li trovo sempre spunto di profonda riflessione. Sono un semplice lettore, ma riconosco che la tua penna non è mai banale, scava nel profondo di ogni lettore, è sempre pungente, come dovrebbero essere quelle di tutti i giornalisti. Dopo aver fatto l’ennesima vacanza agostana in cilento ed essere tornato il 9 agosto, avrei voluto scriverti una mail privata, ma questo articolo è l’occasione. Gran parte dei punti dell’articolo sono fattuali e non opinabili. Mi permetto di aggiungere degli spunti personali verificati con nomi e cognomi.
I lidi e le spiagge: esageratamente care, a metà Giugno Maratea spiaggia Fiumicello prima fila con parcheggio gratuito, spogliatoio, bagni puliti, servizio gonfiabili: 15 euro, a luglio Ogliastro Marina, terza fila 25 euro, parcheggio 5 euro, assenza totale di bagni e spogliatoio, stessa situazione ad agosto ma con il balzo a 35 euro. La domanda è: è giusto il prezzo richiesto per quello che si offre? Risposta per il caso di Ogliastro NO! Se siamo 2 adulti ed 1 bimbo ed entrano 2K al mese e partiamo dall’agro nocerino per una giornata di mare decente (ossia da Castellabate in giù) a giugno e luglio mi costa 65 euro al giorno, ad agosto 75 euro (ovviamente se ci si porta il classico panino da casa). Troppo per quello che si offre e troppo per un nucleo familiare come il mio. Morale i weekend 24-25-31 sono restato a casa non potendomi permettere questo esborso.
I turisti visti come un fastidio e la qualità bassa anche in zone frequentate: 1 settimana in villaggio a Scario pensione completa, 2.500 euro in una struttura che in quanto a zone esterne, lido, animazione ecc. merita le 4*, ma che in quanto a sale ristorante e camere era un 2*. Giorno 8 Agosto, giro serale a Palinuro non piena ma strabordante di turisti, tutti i parcheggi con tariffa fissa a 4 euro (indipendentemente dal tempo di stazionamento). Ristoranti vuoti per la metà, uno e dico letteralmente un negozio che vendeva qualcosa di tipico (miele ed olio), non una enoteca, non un negozio di salumi cilentani, lavorazione del legno, taralli, pasta ecc. ecc. Negozi di abbigliamento e bigliotterie che trovi ovunque, cineserie, profumerie degli anni 70. Giorno 09 Agosto stessa identica situazione a Scario, con l’aggravante che il piccolo lungomare è preso d’assalto da persone di colore che realizzano treccine, cuochi di crepes waffel ecc.insomma tutti prodotti tipici cilentani. Ora vi chiedo, in paesini come San Gimignano, Montefalco, Greve in Chianti, Bevagna ecc. quale è la percentuale di enoteche e prodotti tipici rispetto alla totalità dei negozi? Palinuro avrebbe le potenzialità per competere con i paesini anzi citati?
Concludo, citando alcune mosche bianche e tornando sulla domanda inziale: Da 3 anni consecutivamente festeggio a giugno il mio anniversario di nozze con un weekend a Maratea e tra strutture lidi e ristoranti ho trovato sempre i prezzi immutati; anzi vi dirò di più, al ristorante Sapori di Marianna, la qualità e la competenza aumenta di anno in anno: ogni cena con: 1 antipasto 3 primi 2 secondi 2 dolci e 1 bottiglia di Aglianico (Paternoster, Teodosio ecc. ) costa sempre 100 euro: è giusto il prezzo richiesto per quello che si offre? Risposta: assolutamente SI. Certo, Maratea non è Portofino o Porto Cervo, ma è molto ma molto avanti al Cilento.
Io ho fatto qui su questo blog la segnalazione sui sapori di Marianna, l’hai letta? Sono stato benissimo. E quando vuoi scrivermi in privato mi fa sempre piacere avere un confronto costruttivo con te.
Certamente, come tutte le tue segnalazioni. Dai primi articoli su questo ristorante si notavano le grandi potenzialità, ed ogni anno migliorano, dall’introduzione dell’olio di Elena Fucci (a proposito di oli…), all’ampliamento della cantina. Quest’anno ho trovato un ragazzo inglese impiegato in sala, di una cortesia e competenza impareggiabile. Quanti altri locali in Cilento hanno avuto un miglioramento del genere: Paisà ad Agnone, Angiolina a Pisciotta e poi? Ma ancora non mi capacito di come a Palinuro (sommersa dai turisti) non sia possibile acquistare in nessun negozio: i salumi di GIOI (a te tanto cari), le Alici di Menaica, i ceci di Cicerale, la Cacioricotta di capra, i fusilli di Felitto, i fichi bianchi, i tanti ottimi vini delle tante cantine cilentane? So che spesso ti incontri con questi produttori, perchè non hanno interesse ad aprire store in questi paesi dove avrebbero una visibilità enorme (seppur limitata a 3 mesi)?
Perché essendo una vendita confinata a quei tre mesi in quanto Palinuro in inverno è completamente deserta non coprirebbe costi e regolamenti comunali che vietano store temporanei.
Io a Pisciotta ho mangiato meglio molto meglio nei nuovi ristoranti gourmet a meno di 50 euro a testa e tra l’altro sono andato al mare in spiaggia libera …il problema è capire cosa fare dove andare e non lamentarsi continuamente…prendere l’auto andate nell’ entroterra e troverete posti migliori, andate a pranzo e mangerete meglio evitate di essere sfruttati andando nelle spiagge libere e combattete per farle mantenere libere togliendo tanti lidi improvvisati che sfruttano un bene pubblico. Solo in Italia ci sono i lidi così e nel Cilento 20 anni fa i lidi erano pochissimi.
È la droga data al tossico per tre mesi all’anno.Da economia accessoria è diventata l’unico stagno dove tutti vogliono disordinatamente bere, alcuni con le taniche altri con le botti. nessuno scava più i pozzi e costrusce dighe, tanto arriva la pioggia che riempirà ogni anno quel fottuto , sempre più sporco e maleodorante stagno. Fonte facile e apparentemente inesauribile, evasione di ogni responsabilità , che solleva ogni amministrazione attività e cittadino dal tentativo di costruire uno sviluppo serio e un’esistenza dignitosa ancor prima a chi ci abita e di riflesso al turista che ahimè forse non si rende conto che il servizio che gli viene offerto è lo specchio dell’incuria a cui sono esposti i locali per il resto dell’anno.
Caro Marco grazie per questo articolo. Non è storia solo di quest’anno, è un lento degrado che oggi purtroppo tocca l’apice con questi risultati. Grazie per il coraggio, perché le critiche in questa terra vengono sempre prese male. Mi chiedo è solo colpa degli operatori turistici? Quante responsabilità si annidano nei vari poltronifici della politica che GALleggiano tra convegni improbabili e idee strampalate con il solo scopo di foraggiare qualche amico senza uno straccio di idea vera per migliorare l’offerta turistica del Cilento. Quanti convegni sulla Dieta mediterranea letteralmente sparita dalle tavole dei ristoranti ma non dalle tavole rotonde ben pagate.
E mi chiedo ancora e lo chiedo a noi, a te, a me, è possibile che mangiamo sempre bene? Che il servizio è sempre adeguato? Anche questo blog deve tornare alle origini e senza timidezza pubblicare anche recensioni critiche, io sono timido e ne ho prodotta solo una verso un mozzarellificio di un grande e onnipresente produttore di vini, il blog è stato più timido di me e non l’ha mai pubblicata.
Con affetto
Antonio
Quanta verita nelle tue parole….quanta!!
Antonio scusa, ma quando hai mandato l’articolo? Non abbiamo mai detto no ad alcuna opinione e non vedo perchè non avrei dovuto pubblicare la tua. Mandala e la metto in rete
Grazie Luciano, è un vecchio articolo di anni fa che non saprei nemmeno trovare…hai sempre pubblicato tutto e mi era rimasto il dubbio per questo, ma ci ritorno e ne faccio una versione aggiornata ad oggi. Grazie ancora Antonio
Premesso che adoro il cilento. Quest’anno per problemi personali non ci sono andato.
Non mi meraviglia questa situazione descritta e confermata , il sentore di fare quanta + cassa possibile in 2 mesi c’è sempre stato ed eccoci arrivati alla frutta!
Ma la cultura imprenditoriale. Fare soldi è una cosa, avere cultura e sapersi mettere in rete per organizzare una rete e dare forza al territorio un’altra.
Molto provincialismo e menefreghismo. “La gente viene e paga, cosa me ne frega a me se non si trovano bene? Vanno da un’altra parte!”, pensano. Senza sapere che un cliente insoddisfatto sono 10 persi. Perché le lamentele nel tempi si sommano e stratificano e all’improvviso portano i loro frutti. Poi, tutti a chiedersi “perché?”. Umiltà, ci vuole umiltà. Il fatto dei risentimenti quando gli dici che un piatto non va bene! Un piatto che non hanno nemmeno assaggiato magari. Umiltà.
Posso essere d’accordo su tutto ma i turisti che frequentano la costa cilentana e sottolineo costa (l’interno è un’altra cosa) da dove provengono? Per il 90% da Napoli e provincia. Generalmente chi va in vacanza dovrebbe sapere che bisogna spendere soldi, non si va in vacanza per risparmiare. Io ho viaggiato moltissimo e queste problematiche possono essere indicate anche per molte altre località, in Francia, in Spagna, in Turchia per non dire della Grecia. Ma allora cerchiamo di goderci questi posti bellissimi e allarghiamo le tasche che l’inverno è lungo soprattutto al Nord.
Gilard
Concordo pienamente con la puntuale e realistica disamina. Anch’io amo il Cilento, di cui mio padre era originario essendo nato a Vallo della Lucania.
A maggior rafforzamento circa i lidi, direi che i prezzi sono eccessivi, i servizi (bar, ristorante) mediamente scadenti e cari (neanche a Milano un piatto di spaghetti allo scoglio costa 22 euro!) e spesso le spiagge a pagamento sono assiepate di ombrelloni, modello Liguria.
Anche la ristorazione è in genere diventata più scadente e più cara, molto cara considerando tutte le condizioni al contorno. Ormai antipasto +primo+dolce, con acqua e vino di mediobassa qualità, costano non meno di 40 euro!…
Sì, la percezione che il turista sia un disturbo anziché un valore è spesso lampante.
PS: cultore della buona tavola, sono anni che mei ristoranti non trovo più un “ragù cilentano” come lo faceva mia zia…
Sono di Milano non so di che ristoranti parli, io abito in centro e i primi di pesce viaggiano sui 25 euro, certo se vai in periferia o in certe trattorie li paghi poco ma sono freschi?
Non sono d’accordo. Frequento spesso buoni ristoranti con ottime valutazioni e ti garantisco che i primi di pesce si aggirano intorno ai 16-18 euro. Non so che ristoranti frequenti tu! E comunque, la tua osservazione è il modo migliore per fare un cattivo servizio verso le cose che non vanno: si parla di Cilento, non di Milano…il mio era un esempio.
Veramente non so che ristorante frequenti lei. Forse all’ora di pranzo quando hanno i prezzi più bassi? Io abito a Porta Garibaldi e in zona ci sono parecchi ristoranti ma i prezzi non sono certo quelli che dice lei (ci conosciamo vedo che mi da del tu) comunque mi sa che lei non è di Milano e comunque io le ho risposto solo per Milano, per il Cilento mi sono già espresso e sinceramente visto il turismo che ce alzerei ancora i prezzi così si fa una selezione. A presente Maratea?
Sono in totale disaccordo e non andrò oltre in questa sterile e depositante polemica. Il mio uso del “tu”, tutt’altro che irrispettoso, deriva dall’uso suo di quel verbo “parli” di cui alla sua prima obiezione…
All osteria del notaro a ceraso se chiami il giorno prima tel lo fanno benissimo. Col fusillo fatto a mano.
Una rondine non fa primavera! Scusa, ma ti è sfuggito il senso sia dell’articolo sia della mia osservazione…
Ho letto questa analisi ed è parzialmente condivisibile perché raccoglie o evidenza le istanze di chi viene nel Cilento e pretende il tutto senza dare niente. Perché non analizza anche il costo di una attività? I costi tra spese, tasse e danni che fanno gli ospiti in una casa vacanze? Ci sono molte realtà che hanno ragazzi non professionisti, certo come ci sono tante carenze organizzative e di servizio. Ma da questo ad demonizzare una zona. Ho letto che non si conoscono le lingue, che i prezzi sono più alti della divina e della costiera adriatica. Come si vede che non si viaggia. Io per mia sfortuna per lavoro e diletto ogni tanto vado in giro e per quanto riguarda le lingue posso tranquillamente dire che in Francia, in Spagna parlano raramente l’inglese e gli inglesi da quegli arroganti che sono parlano solo la loro lingua. Per i prezzi stesso discorso. Ma una domanda non si evince dall’analisi, ma è aumentato tutto o e diminuita la capacità di spesa dei turisti? Ed ancora la qualità dei turisti che vengono ne ha fatto una analisi? Mi sa che si e scambiato il diritto alle ferie con il diritto alla vacanza.
Condivido parola per parola la sua analisi; frequento il Cilento da almeno 25 anni per essere proprietario di un appartamento e le cose peggiorano di anno in anno. Forse L’ente Parco potrebbe fare di più tentando di creare rete tra le varie località.
Sull’ente Parco pure si potrebbe aprire un capitolo
Contursi ha fatto un quadro della situazione estremamente veritiero….. purtroppo.
Vengo in Cilento da 53 anni ed ho seguito, gioco forza, tutti cambiamenti imposti, di volta in volta da politici (?), lobby, poteri economici. Uno sfascio che ancora viene perpretato con costanza, oserei dire, criminale.
Non so se per desiderio di tranquillità o cos’altro, ma Contursi ha saltato a pié pari la voce “politica locale”.
Le connivenze, le furberie, le complicità, sono tante e tali da non essere più sopportabili.
Un esempio banale: ogni anno, ad Acciaroli, la frazione più fuori di testa di Pollica, la Lega Ambiente si prodiga in lodi.
Non c’è posto più violentato di Acciaroli in tutto il Cilento. Ma quelli di Lega Ambiente ci sono o ci fanno?
Ed è meglio fermarsi qui.
Guardi io giro l’Europa e dunque sono stato trovato menu scritti in italiano e una conoscenza dell’inglese anche nel locale piccolo. Per quanto riguarda l’utenza spesso viene selezionata dall’offerta, se io invece di chiamare un cantante neomelodico faccio una rappresentazione del teatro greco o una presentazione di libri difficilmente in quella zona verranno tamarri. Chi fa un’offerta turistica deve cercare di farla al meglio, senza accampare scuse di vario genere. I costi ci sono ma nessuno dice che non si debba pagare il giusto, ma chiedere 6000 € per due stanze 15 giorni, parlo di stanze non di case, francamente non mi sembra corrisponde al concetto di giusto.
Marco è davvero triste constatare che hai perfettamente ragione. Io nei tempi sono sempre stata un’appassionata del Cilento, della perla di Pollica, ma negli ultimi anni la situazione peggiora anche li. Fitti altissimi ed in nero con consapevolezza, perchè la ricevuta, quando te la fanno, è un terzo di quanto effettivamente paghi. L’ orto frutta costa un occhio anche dai contadini, il pesce fresco nei ristoranti è spesso una chimera. Ti appioppano calamari, gamberi, tonno e pesce spada tutto congelato ma non evidenziato come tale. Una frittura di paranza diventa spesso una vana speranza, per non parlare di pesce azzurro cucinato in maniera semplice. E’ la patria della dieta mediterranea ma cosa è rimasto degli insegnamenti di Ancel Keys? Poco, troppo poco. Penso che hai fatto bene a pubblicare perchè credo che dobbiamo denunciare il negativo per migliorare e difendere le bellezze e le tipicità della nostra Campania. C’è anche il museo della dieta mediterranea e del mare ma i visitatori diventano sempre meno e i comuni non coinvolgono i turisti nelle vere specificità dei posti. Secondo me la dieta mediterranea deve riconquistare un ruolo importante e che purtroppo sta perdendo. I lidi sono cari e non ti offrono nessun servizio. Risultato da 2 anni con la famiglia e nipotina piccola andiamo altrove, regione limitrofa. Lido splendido a 20 euro attrezzato di tutto, con anche le pompe a disposizione per gonfiare i salvagenti ed altro, che sembra una sciocchezza ma chi ha bimbi sa quanto è importante. personale gentile e disponibile a risolverti qualsiasi problematica se possibile. Ecco prendiamo tutti parola, denunciamo le negatività con la speranza di essere ascoltati e perchè abbiamo a cuore il nostro Cilento e non solo. Grazie Marco per questa possibilità.
Grazie a te per aver portato la testimonianza che anche una cosa in apparenza insignificante come mettere a disposizione le pompe per gonfiare i materassini nella realtà si tramuta in un servizio importante per l’utenza che apprezza e ritorna.
Popolazione stagnata e stagnante e non lenta come millantano per para€✓laggi#e.
Non hanno visione e non gli interessa averla.
Tanti animali da soma e zero risorsa intellettuale.
Turismo fatto di vecchi o di ragazzini a seguito delle famiglie in vacanza.
Prezzi alti e servizi pessimi.
Nessuno e dico Nessuno che parla inglese e questo è disagiate oltre ad essere la fotografia del livello culturale e della voglia di migliorarsi e soprattutto di internazionalizzarsi un po’ per potersi scrollare di dosso la zavorra culturale che acceca e limita.
Inclusione pari a zero.
In un lido sono arrivate due coppie gay e la proprieta’ e non solo hano esclamato: ” mo arrivano sti cazz re ricchiun” esplodendo in una grassa risata sarcastica.
I ragazzi sconvolti hanno lasciato il.lido ed anticipato la partenza.
Non ci sono giovani o gente fresca per vivere una proposta ( che al momento non esista) piu allettante ed incline al relax ed al.divertimento. Zero festival, zero feste di un certo tipo che possano attrarre anche un turismo internazionale.
Sistema lavoro ambiguo, caotico, logorante, senza nessuno planning con paghe da fame, orari interminabili e se c’è l’alloggio molto spesso è DAVVERO degradato e degradante. Intaccare la dignità delle persone è come intaccare l’andamento positivo del proprio business.
I livello di civiltà è bassissimo: rifiuti abbandonati per strada, sulle spiagge e altrove. Le amministrazioni locali concentrate solo ad aumentare i prezzi dei parcheggi e a fare multe non provvedono al decoro, alla pulizia ed alla prevenzione della stessa, oltre a creare servizi per chi arriva per trascorrere le vacanze.
I luoghi son fatti da persone e quei luoghi sono lo specchio di chi vi abita.
Perfetta disamina. Basterebbe realizzare ciò che è scritto nel tuo intervento, più altre cosette, per migliorare del 70% la situazione disastrosa del Cilento ( di questo stiamo parlando). Ho letto un commento che dice che non è vero che negli ultimi 10 anni tutto va male. Purtroppo non è così. Negli ultimi 20 anni si è perso tutto. Chi ha la mia età e ricorda cosa erano questi paesi negli anni 60/70 non può che sottoscrivere ogni concetto del tuo intervento.
Sono un Cilentano emigrato prima a Milano, poi a Roma.
Amo questa terra e sono fiero di esserci nato. Ho letto tante cose interessanti e molte le condivido ma vorrei fare una domanda a tutti:
Qualcuno conosce per caso un evento culturale di livello Nazionale o meglio internale realizzato e fatto diventare un format annuale, per la promozione di una vasta terra e del Parco nazionale del Cilento?
Io non ne conosco neanche uno!
La cultura e l’arte in genere, qui vengono dopo o insieme alle sagre.
Se i primi cittadini con le amministrazioni non credono in questa forma di sviluppo, vuol dire che il paese si impoverisce e resta intrappolato in una mentalità’ chiusa e non progressista.
Il resto e’ solo la inevitabile conseguenza.
Mi addolora.
Grazie Saverio per la tua testimonianza che riporta il ricordo degli anni 60/70.
Marco condivido in pieno le cose che ha scritto, anzi ritengo che lei sicuramente non ha voluto infierire ma ha dato comunque un quadro della situazione molto veritiero, sono solo sorpreso del ritardo con cui è arrivato a queste conclusioni,
Sono un cilentano di adozione da trentacinque anni, avendo casa in uno dei paesini in collina affacciato sul mare e sono testimone delle trasformazioni profonde avvenute in questa terra.
Non voglio aggiungere altre critiche e ce ne sarebbero tante ma voglio fare un esempio esplificativo che mi ha colpito molto: in un noto bar gelateria di Acciaroli vado alla cassa per pagare e lo scontrino fiscale non mi viene consegnato, alla mia richiesta mi viene detto con modi arroganti di prenderlo da me dal registratore di cassa e noto che anche agli altri clienti viene detto la stessa cosa, sempre con fare sufficiente e con modi poco gentili. torno giorni dopo e noto sempre la stessa scena.
Purtroppo, da cilentano, non posso che confermare il triste scenario descritto nel post. Nel corso degli anni, soprattutto negli ultimi 5-6 anni, ho visto un continuo aumento dei prezzi e un drastico crollo della qualità. E non vale solo per l’alta stagione perché, vivendoci, devo convivere con prezzi alti e qualità scarsa anche negli altri periodi dell’anno. Ormai andare fuori per mangiare nel ristorantino sul mare o alla sagra di paese o nell’agriturismo in collina, di cui magari si aveva un bel ricordo, mi lascia sempre con l’amaro in bocca per aver mangiato male pur avendo speso molto più della volta precedente.
Sicuramente il settore che ha risentito più del problema segnalato è quello dei cocktail bar, dove i prezzi hanno superato in molti casi perfino quelli di Milano centro. I cilentani, da un po’ di tempo, hanno scoperto l’aperitivo con spritz e gin tonic, ma anche i semplici spritz arrivano a costare – o superare – i 10€ anche nel bar di quartiere.
Nota positiva, invece, per le pizze. I prezzi alle stelle ma la qualità è aumentata sensibilmente, trovando spesso un’ottima sinergia con la valorizzazione dei prodotti locali.
Unica cosa che non condivido del post riguarda i caseifici e le mozzarelle. Non trovo nulla di male nel valorizzare la mozzarella di bufala anche nel Cilento. Stiamo parlando di un’eccellenza che rappresenta ormai la gastronomia italiana nel mondo, valorizzata anche in altre regioni a fini turistici; escluderla dai percorsi gastronomici cilentani solo perché la migliore (o una delle migliori) si produce 5-10 km più in là mi pare eccessivo. Il mistero è capire perché la mediocre mozzarella “co a mortedda” arrivi a costare più della mozzarella di bufala.
Per la critica sui caseifici, io sono felice di una loro trasformazione in aziende agricole, capaci di ampliare l’offerta e offrire anche ristorazione a base di prodotti di bufala. In alcuni casi i prezzi sono ingiustificatamente alto, in altri casi però riguarda grandi eccellenze dell’arte casearia, spesso un riferimento a livello internazionale, quindi prezzi più alti sull’intero menu diventa accettabile. In fondo, se andiamo al Café Sacher a Vienna paghiamo tanto pure la bottiglietta d’acqua, non solo la fetta della loro famosissima torta. Poi, ovvio, il servizio dovrebbe essere adeguato (a Vienna lo è, a Paestum no)
Tutto il Sud Italia, con poche eccezioni, soffre dei soliti difetti. Sono stato in Sardegna, a Pula, ed ho riscontrato gli stessi problemi: tanta improvvisazione, pochi servizi, prezzi ingiustificati, abusivismo diffuso. Lo stesso nel Salento due anni fa.
Posso riferire che in Versilia, zona molto rinomata e ricercata dai cosiddetti VIP, puoi avere a 16/18 euro un risotto di mare o una frittura mista o il classico spaghetto con vongole o scoglio che sia e la qualità è decisamente buona. Servizi efficienti, pulizia, cortesia e professionalità adeguati alla categoria di locale prescelto. Eppure il mare e le bellezze paesaggistiche sono molto meno attraenti delle coste del Sud.
Caro Marco,
ho letto il tuo articolo con attenzione e, pur comprendendo parte delle tue riflessioni, ci tengo a esprimere il mio disappunto. Non trovo corretto generalizzare e accomunare tutte le sagre del Cilento sotto lo stesso giudizio. Eventi esempio, come La Rocca delle Arti a Roccagloriosa, di cui faccio parte, non possono essere messi sullo stesso piano di feste improvvisate o mal gestite. Noi offriamo molto di più che un semplice “piatto da 8 euro”. Il nostro piatto simbolo, il cavatello di farro, è radicato nella storia locale, e abbiamo messo grande cura nell’offerta culturale, con laboratori, mostre, visite guidate ai musei e chiese, oltre a un intrattenimento di qualità per tutte le età. Non vorrei che il tuo messaggio scoraggiasse le persone a scoprire eventi come il nostro, che lavorano duramente per valorizzare il Cilento in modo serio e professionale. Spero che in futuro si possa parlare con maggiore distinzione, riconoscendo chi si impegna a offrire esperienze autentiche e ben organizzate. Grazie e un saluto.
Francescantonio Cavalieri
Un esempio pratico di cattiva gestione da parte degli operatori cilentani :
Da quando è partito il metro’ del mare per il Cilento dalla Stazione Marittima di Salerno , la nave veloce HSC continua ad imbarcare poche decine di turisti da Salerno (qualcosa in più da Agropoli solo perché, da lunedì a venerdì , i furbi gestori hanno optato per la linea che mette in connessione la dieta mediterranea con la Costiera Amalfitana !!!) .
In contemporanea gli imbarchi per Capri dallo stesso molo Manfredi vedono file e file di turisti sotto il sole, spesso ignari di questa alternativa .
NESSUNO HA MAI PENSATO AD UN
SERVIZIO DI INFORMAZIONE TURISTICA
“CILENTANA” SUL POSTO CHE DIRETTAMENTE ALL’IMBARCO PROMUOVESSE LA POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE PER IL GIORNO SUCCESSIVO LE METE CILENTANE, OLTRETUTTO AD UN PREZZO “REGIONALMENTE RIDOTTO” E CONVENIENTE ?
Ad Maiora .
A chi ha scritto l’articolo: perché tutte queste cose non le hai scritte 10 anni fa ? No perché 10 anni fa la situazione era sempre la stessa. Soprattutto l’incompetenza era sempre la stessa di chi fa turismo. L’unica verità è che a voi brucia il culo per l’aumento dei prezzi. Perché se già 10 anni fa c’era personale che non parlava inglese , ora è lo stesso, ma ora vo lamentate, all’ epoca no. Se c’erano ragazzi impreparati all’epoca ci sono anche ora ma all’epoca tutti zitti, nessuna lamentela. Ora siete tutti food blogger e travel blogger e vi lamentate di tutto. Se la vacanza a determinati prezzi non ve la potete più permettere, non fatela, nessuno vi obbliga. Lamentele di ogni genere, ma l’unica cosa che vi dà realmente fastidio è l’aumento dei prezzi. Quindi smettetela con inutili lamentele di problemi già esistenti una vita fa, e dite la verità che vi fa più onore. Pezzenti. Volete fare la bella vita con 4 soldi
Dispiace il tono di questo intervento, carico di rabbia e di insulti. Ma rivela allo stesso tempo la totale mancanza di professionalità. Verp che dieci anni fa c’era la stessa situazione, ma c’è una differenza: il mondo è andato avanti e non basta avere una bella spiaggia senza servizi per fare turismo perchè la competizione mondiale, a cominciare dalla vicina Grecia, si sente. Il tema dei prezzi è correlato ai servizi: se per il triplo mi dai le stesse cose di dieci anni fa è logico che vado altrove. Ad Acciaroli una stanza costa come a Capri, o come una settimana in Albania o in Tunisia. Secondo lei dove sceglie di andare la gente. Quindi non parliamo di una Ferrari che la gente pezzente, per usare un suo termine, non si può permettere, ma di una vecchia 500 con la marmitta rotta che il proprietario vuole vendere al prezzo di una Ferrari. Per cui la gente o si compra una 500 nuova o, se può, prende la Ferrari, appunto.Capito testa di cazzo?
Che è successo, ho toccato qualche nervo scoperto? Dove li hai visti gli insulti? Il termine pezzente ti ha infastidito? Forse ho detto la verità? Dove sei stato in questi ultimi 2 anni e mezzo da quando è scoppiata la guerra in Ucraina e il costo della materia prima è aumentato? Cosa pretendi, di venire in Cilento e pagare lo stesso che pagavi 10 anni ? Se la 500 con la marmitta rotta non la vuoi comprare, perché continui a trattarla ? Le vacanze sono di chi se lo può permettere, quando non potete, non c’è nessun obbligo, state a casa. Magari iniziamo a fare un po’ di selezione. Oltretutto, la mancanza di professionalità è anche di scrive, che si limita a parlare dei problemi che per carità ci sono, ma mai della qualità del turismo che ogni anno peggiora sempre di più. Volete scrivere, bene, fatelo a 360° , esponendo fatti ed argomentazioni valide sia da un lato che dall’altro. Oltre tutto testa di cazzo ci chiami tuo padre , tuo figlio o tuo mamma o al massimo i tuoi amici. Capito pezzo di sterco ? Così va meglio? E senza che vieni a rispondermi che mi becco l’insulto perché sono stato io il primo ad insultarti perché l’espressione “bruciore di culo” non è di per sé un insulto ed il termine pezzente è un aggettivo qualificativo , dispregiativo soprattutto, ma non un insulto paragonabile a testa di cazzo. Inoltre rappresenta la realtà del turismo nel Cilento. Gente che palesemente non si può permettere le vacanze e mentre noi sgobbiamo per fare una cortesia a loro , li vediamo comprare una fetta di pizza da dividere in 5 , un caffè che vogliono solo a metà ed il tutto pagato con i nostri soldi, visto che utilizzano carta gialla e carta blu dategli loro dal governo , caricate con i soldi delle nostre tasse che a loro manco fanno pagare mentre magari tutto l’anno lavorano in nero. Ora ti è più chiaro il livello di turismo con cui abbiamo a che fare ?
Arturo, Rispondo io che sono l’autore.
1) Ho scritto già 10 anni fa : https://www.lucianopignataro.it/a/il-declino-culturale-del-cilento-inizia-a-tavola-altro-che-dieta-mediterranea/61493/
2) non è non poter pagare 6 mila euro per una casa, il problema è dove pagarla? a questa cifra vado alle maldive e il confronto col cilento non regge. Io posso avere 100mila euro per una porsche ma non li caccio la stessa cifra per una panda.
3)l’utenza media spesso è bassina, ha ragione, ma è anche e dico anche, il frutto di politiche turistiche sbagliate, dove si chiama il cantante neomelodico perchè attira gente, e si affitta la casa a chiunque basta che paghi, poi di che ci si lamenta? Si iniziasse a fare una selezione, anche se poi il primo anno non affitti tutti e 60 i giorni di luglio e agosto e vedrai che migliora il livello del turista.
Insomma Arturo, come difesa d’ufficio un pò scarsa di argomentazioni, tra l’altro cose già sentite e risentite…turisti che non spendono….tutto costa di più….ma una casa che 2 anni fa andava a 2.500 al mese e ora ne chiedono 4.500???? e perchè in altre zone d’Italia non c’è stato questo aumento? Vabbè….
Un po’ scarsa anche la qualità dell’articolo però perché guardate le cose solo dal vostro punto di vista. Come ho già detto in precedenza, fatelo il giornalismo ma a 360° , dite le cose nel bene e nel male. Dici che ai Cilentani piace restare isolati ma spiegami tu , come si fa ad essere contenti di avere a che fare con persona la cui maggior parte sono poco di buono? Fallo un bel articolo e scrivi tutto in maniera onesta. Ho letto anche l’altro di articolo e la lamentela è sempre quello : tutto costa troppo. A questo punto ti faccio una domanda: se già 10 anni fa le cose non ti piacevano o quanto meno, secondo te, non andavano nel verso giusto, non sarebbe stato più logico andare altrove ? Il mare non è bello solo in Cilento, ma anche nel Salento (ionico ed adriatico) , in Sicilia ed in Sardegna, senza dimenticare la Calabria… Perché perdonami, se io vado in un posto e non mi trovo bene o qualcosa non mi piace, 1,2, 3 anni, invece di tirare fuori la solita lamentela, cambio e vado altrove. Sai come si dice, sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Non ti pare ? Il Cilento è questo, prendere o lasciare. Ma se decidi di prendere, sappi che lamentarti è inutile perché tanto difficilmente sarai ascoltato. Non l’hanno fatto 10 anni fa, figurati ora. Ma a prescindere da questo, sarebbe onesto se diceste le cose come si deve, perché non esiste solo il turista, ma anche chi ospita il turista. Parli della costiera e sono sicuro che di persona ci sei stato… Ora dimmi, vedi lo stesso livello di turismo che c’è nel Cilento? Ovvio che vengono accolti diversamente e visti diversamente
Buongiorno a tutti, rientro in argomento ( purtroppo )… dovendo andare nel week end decido di prenotare presso una famosa ed affollata pizzeria di marina di camerota ( la più famosa.. ), bene,,, è chiusa da questa settimana. E’ chiara ed evidente la passione che mettono nel lavoro ( ben remunerato ) e sopratutto il fastidio… chiudessero, ma per davvero.
Grazie di cuore per la sua testimonianza, che conferma quanto detto…..essere chiusi a neanche metà ottobre dovrebbe essere vietato per legge.
Arturo i turisti di cui parli tu sono quelli che i cilentani si sono scelti, quelli che gli danno 5 mila euro per sottoscala, perchè il turista della costiera non ci verrebbe mai in quelle case, in quei lidi. Lo capisci che il problema parte sempre da chi ci vive in un posto??? Se come attrazione musicale chiami un cantane neomelodico o un comico da due soldi poi ti lamenti che viene il turista cafone??? La storia è che al cilentano due mesi all’anno fa comodo anche il turista cafone perchè paga senza fare troppe storie. Il turista della costiera, spende ma pretende e nel cilento non sono graditi coloro che pretendono ma solo quelli che pagano zitti zittti.
Altra cosa i prezzi, qui si contesta che sono troppo cari per quello che offrono, non il prezzo in sè. E’ normale che se mi fai pagare 24 euro uno spaghetto a vongole, poi non accetto il ragazzino di 18 anni come cameriere. Io non faccio le vacanza in cilento ma ci vado spesso perchè ho tanti amici e ci sono tante cose eccellenti. L’articolo serve a risvegliare le coscienze della parte sana del cilento. E già qualcosa si è mosso. Poi il mondo non lo posso cambiare mica io, nè penso di farlo.
da stampare e da affiggere come manifesto in tutte le bacheche comunali di ogni comune del Cilento!