Cilento Tastes 22-25 aprile a Paestum, l’Anteprima al Savoy
di Emanuela Sorrentino
Paestum è la porta del Cilento, aperta sempre più alle contaminazioni e alle novità in tema enogastronomico e non solo. Un territorio quello di Capaccio-Paestum vastissimo che conta appena 22mila abitanti e che ha tanto ancora da raccontare per uno storytelling mai scontato e in continua evoluzione, fatto di esperienze non solo culinarie ma di scoperte culturali e identitarie, di intuizioni imprenditoriali e di persone che si impegnano ogni giorno per un racconto sempre più autentico del Cilento.
Una volta c’erano i caseifici dove acquistare mozzarella, l’oro bianco del territorio, prima di tornare a casa. Oggi quei caseifici sono veri e propri presídi accoglienti di gusto e ospitalità. Il Parco Archeologico – da dove è iniziata la presentazione del Cilento Tastes (la rassegna di valorizzazione del territorio e di oltre 70 suoi artigiani del gusto in programma al Next di Cafasso dal 22 al 25 aprile) – ha donato all’umanità nuove importanti scoperte, capaci di “riscrivere” la storia della Magna Grecia e di questi luoghi.
Paestum è Cilento, è comunità, consapevolezza, coesione, caparbietà, calore. Per usare le parole dello chef Giovanni Solofra, due stelle Michelin e alla guida con la moglie Roberta Merolli del ristorante Tre Olivi del Savoy Hotel e Spa, dove in tema di esperienze da raccontare non si risparmiano. Come l’intuizione dell’imprenditore Giuseppe Pagano che ha realizzato proprio nell’hotel un ecosistema dal fascino senza tempo tra struttura alberghiera, ristorante bistellato e spa Holos (800 metri quadrati di benessere, attenzione ai particolari e alla sostenibilità ambientale). Ne è orgoglioso il giovane Salvatore Pagano, general manager della struttura.
A presentare Cilento Taste con lo chef Solofra, la chef Giovanna Voria, fiera ambasciatrice della Dieta mediterranea nel mondo e il giornalista Luciano Pignataro che ha sottolineato come la storia enogastronomica di Paestum negli ultimi anni sia un esempio di corretta valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, un percorso che ha visto nascere locali meritevoli di attenzione e aree destinate al food che piacciono ad un pubblico eterogeneo, come via Tavernelle, intorno alle mura archeologiche.
Senza dimenticare poi la concentrazione di “stelle Michelin” solo a Capaccio-Paestum con due ristoranti stellati (Arbustico e Le Trabe) e il bistellato Tre Olivi.
I progetti di recupero delle strutture industriali come accaduto proprio all’ex Tabacchificio di Cafasso, acquisito al patrimonio immobiliare comunale e oggi noto come Next, Nuova Esposizione Ex Tabacchificio contribuiscono alla valorizzazione del territorio e all’organizzazione – in uno splendido sito di archeologia industriale – di eventi come Cilento Tastes.
di Francesca Pace
Scauratielli, patate e foglie, ammaccata cilentana, fichi, carciofi, sugo di capra, ceci di Cecerale, Vetere IGP Paestum Rosato, hanno fatto da apripista a ciò che avverrà durante i quattro giorni del Cilento Tastes. Non si può slegare questo territorio alla propria identità culinaria. Se i cilentani sono tra i popoli più longevi del mondo un motivo ci sarà.
Durante la presentazione diversi sono stati i banchi di prova sui quali Maestri, Chef e Artigiani hanno dato vita a uno spettacolo per il palato.
Nei calici si è versato Salvatore 1988, Vetere IGP Paestum Rosato, Aglianico in purezza, etichetta simbolo della cantina San Salvatore 1988, un vino sensuale e beverino che ammalia già dal colore, e invoglia ad un secondo bicchiere.
Giuseppe Sorrentino del Savoy Hotel & Spa, con il suo staff ha proposto tre finger-food: Totano con patate e piselli, Carciofo arrostito con spuma di caciocavallo, alici e verdure in carpione.
Pietro Parisi, da tutti conosciuto come “chef contadino” e che oggi guida le cucine del Palazzo Gentilcore di Castellabate ha proposto la sua capra e la bufala in scarpetta cilentana, confermando che la sua è una cucina ‘pulita e giusta’.
Giovanna Voria dall’Agriturismo Corbella ha dato un prezioso tributo alla stagionalità con la sua Insalata di Corbarella.
Presente anche Raffaele Della Rocca con il suo Mont Blank. Armato di pala, Cristian Santomauro “ambasciatore della dieta mediterranea”, presenta l’ammaccata, l’antica pizza cilentana, mentre Marco Contursi, la voce più autorevole in Campania nel campo dei salumi – è infatti responsabile regionale dell’ONAS, ha omaggiato la sua terra con il lardo di suino allevato in regime semi brado nell’areale cilentano.
Paolo de Simone con il suo Storie di Pane, si è fatto promotore della Dieta Mediterranea proponendo prodotti da forno e torte salate del Cilento cotti nel forno a legna, come si face volta.
In degustazione ancora, l’Amaro di Paestum, il liquore cilentano a base di Carciofo di Paestum IGP, le marmellate dell’azienda Agricola Minnelea, e i prodotti sottolio dell’Azienda Agricola Natalì, mentre, “Cilento •I sapori della Terra” con il liquore di aglianico Cheri, liquore Gentiana e la Ficata crema spalmabile di fico secco.
Angel Keys si innamorò di questa terra, più di sessant’anni fa e proprio qui, studiando lo stile alimentare di questa popolazioni pose le basi della Dieta Mediterranea. Un modo di vivere più che una dieta basato su principi semplici: olio buono, cerali poco raffinati, frutta e verdura di stagione innanzitutto. Ma come dice lo stesso Pignataro, in Cilento si vive bene e a lungo perché si riesce ancora a “prendersi del tempo”.
Il segreto della felicità e della longevità è tutto lì, vivere per vivere, e non per fare altro.
Mangiare e bere bene, vivere slow e possibilmente all’aria aperta sono alla base di una vita salubre e questo oramai è sotto l’occhio di tutti.