Cilento, il giusto ritmo della vita a Vallo della Lucania seduti alla Taverna del Principe
La Taverna del Principe ha chiuso. Lasciamo la nostra scheda per archivio:
di Marco Galetti
Taverna del Principe a Vallo della Lucania. Dimenticate tutto, gli apericena, i ristoranti senz’anima, le carte delle vivande chilometriche, le code chilometriche per farsi prendere in giro nei luoghi alla moda, dimenticate la moda dei crudi e dei precotti, dimenticate i luoghi asettici e senza profumi, i runner su tavoli che sembrano comodini, le luci che abbagliano perché oltre quello c’è davvero ben poco, il buio oltre la siepe che crea isolamento fasullo tra il vostro tavolo e la strada, dimenticate piatti fasulli che finiscono di dire qualcosa dopo aver letto sulla carta delle vivande descrizioni che fanno allargare gli occhi e chiudere il cuore, dimenticate cameriere che non hanno tempo per voi e prendetevi un po’ di tempo per voi… fermatevi, scendete dalla vita di corsa, fermatevi in piazza a Vallo, guardatevi intorno e negli occhi come si faceva una volta poi sedetevi alla Taverna del Principe e riprendetevi la vita, almeno per un paio d’ore… *** continua prima dei titoli di coda
Le proposte sulla carta, consigliate con passione e preparate con amore da Giovanni e Annamaria Cetrangolo rispettivamente in sala e cucina
*** qualche considerazione prima dei titoli di coda, dicevamo, eccole: qualche giorno fa sono stato qui, sono stato così bene, così a mio agio, che mi sembrava di essere tra due guanciali di cinta senese, invece ero, semplicemente, si fa per dire, con Marco Contursi e Nerio Baratta, che in quanto ad esperienze cilentane non sono secondi a nessuno, forse solo a Ungaretti che ci passò nella Primavera del ’32 “…da una penombra sbuchiamo sul mare… la Costiera taglia il monte…siamo verso Punta Licosa”.
Tranquillizzato da tovaglie a quadri e da una naturale frescura, mi accomodo al tavolo, è spazioso, apparecchiato con cura, i miei due ciceroni mi raccontano di una cucina contadina, cilentana, povera, stagionale, essenziale, molti dei prodotti usati provengono dall’Azienda Agricola di famiglia dei titolari che ha sede a Rofrano; tra formaggi di capra a diversa stagionatura, salumi lavorati in proprio, animali da cortile, come il “mio” coniglio che proviene dalla loro azienda, verdure, dolci casalinghi, primi piatti cilentani di tradizione non ho l’imbarazzo della scelta perché mi offriranno quasi tutto.
Il rispetto verso la materia attraverso queste cotture profumate, saporite, semplici e casalinghe credo sia una delle carte vincenti di questo locale (in Guida Slow Food 2019) che sorge in un palazzo storico, in posizione privilegiata e dominante sulla bella piazza principale di Vallo della Lucania, la nobiltà profonda nell’essere agricoltori, allevatori e ristoratori DEVE essere premiata, frequentatelo.
Le sale di questa taverna erano una volta le stalle (luoghi caldi per definizione) del palazzo, oggi sono state ristrutturate ma sono ancora ben visibili le mangiatoie in pietra e legno, tornerò in questo luogo fresco ma così caldo e vero in quanto ad accoglienza, chiederò a Giovanni di farmi preparare da Annamaria una porzione significativa di lagane e ceci, piatto a me caro.
Mentre scrivo, a distanza di qualche giorno, ho come la sensazione di essere stato in una vecchia Taverna e di essere stato trattato da Principe, sarà la saudade del Cilento…
La Taverna del Principe
Piazza Vittorio Emanuele II, 62
Vallo della Lucania
Mob. 3349575584
Taverna del Principe a Vallo della Lucania.
8 Commenti
I commenti sono chiusi.
La saudade si supera col ritorno….magari che sa di alba….Vasco direbbe chiara…..no, quella è un’altra storia….altro mare….tubetti e non fusilli…
Sede storica della Coldiretti ora sulla variante.PS Fasulieddi fasuli (anche ceci)fusilli ma mai fasulli (a parte qualche bufala)a Vallo della Lucania Capitale di Cilento Capitale.
La saudade del cilento si vince con un ritorno…che sa di alba…..Vasco direbbe….chiara…..no, questa è un’altra storia….altra costa…..altro mare…..tubetti e non fusilli….Ritorna.
Grande Marco! Un posto a me e Francesco molto caro. Tranquillo, buono, sereno…altri posti hanno fatto il loro tempo e da oro oramai sono argento :-)
@Contursi, “ritorna”… devo fare i conti con la volpe che credevo stanziale, invece, non appena supero Salerno, si allontana dal suo territorio per altri lidi, calabro-salentini, ignorandomi bellamente
@Antonio, la prossima volta: tavolata, sacrificheremo un agnello e qualche vino delle Cantine Riunite Malgi-Mondelli
Marco Galetti sa cogliere qualcosa di un locale, di un’esperienza a tavola, che altri
non vedono e sentono.
Dipende dal suo sentire, dal suo modo di essere, dalla sua umanità.
Poi bisogna esprimere quello che si sente.
Marco Galetti riporta le parole del grande poeta italiano del 900.
Io non dico che Marco Galetti abbia raggiunto le vette di Giuseppe Ungaretti ma, in questo articolo, è stato molto bravo e dimostra che si può essere originali e, attenzione, credibili, nel costruire un racconto anche su piatti semplici (che a me piacciono) .
Quando leggo un articolo di argomenti vari o una recensione cerco di capire e l’animo di chi scrive.
Siamo sommersi da montagne di parole senz’anima che intasano il web e, purtroppo, anche i food blog italiani.
Marco Galetti ci fa sentire il profumo di quello che ha mangiato e… della sua anima.
Perché marco Galetti è unico caro lucab
Magari è l’animo di chi legge che coglie più di quanto abbia scritto, il cavatappi lo porto io che amo viaggiare leggero, in tutti i sensi