Ciccimmaretati a Stio Cilento, dal 1992 la sagra vegetariana che non rientra nel 99% da abolire ma nell’1% da prendere ad esempio
![CICCIMARRETATI 2017](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2017/08/CICCIMARRETATI-2017.jpg)
CICCIMMARETATI 2017
Ciccimmaretati, la festa più bella del Cilento, compie 25 anni. E’ nata infatti nel 1991 a Stio, piccolo borgo di origine normanna di poco più di 800 anime, come sagra per valorizzare la cultura contadina attraverso i suoi piatti tipici. Claudio D’Ambrosio, presidente dell’Associazione Culturale ‘Il Punto’, ci racconta di come e perchè iniziò questa avventura, e delle prime edizioni, quando addirittura si cambiava il menu ogni giorno per una settimana: «L’idea era quella, sin da allora, di far conoscere i piatti della tradizione veri – e dunque poveri, tutti senza carne, vegetariani ante litteram, per necessità. E tali sono rimasti, sino ad oggi».
![Ciccimarretati, scorcio della festa](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2017/08/Ciccimarretati-scorcio-della-festa.jpg)
Ciccimarretati, scorcio della festa
Ciccimmaretati che si tiene dal 17 al 23 agosto ha ormai un menu fisso consolidato, ma sempre basato su una decina di ricette della tradizione cilentana, a partire proprio dai ‘Ciccimaretati’, la zuppa di legumi beneaugurante e propiziatoria che a Stio si prepara nelle case il giorno del Primo Maggio, mettendo insieme i ceci (vengono utilizzati quelli di Cicerale, presidio Slow Food), i fagioli tabacchini e regina, lenticchie, grano e granturco, il tutto condito con aglio, olio e peperoncino e servito nel tegamino di coccio. Un trionfo di sapori, gustoso e appagante, davvero il piatto che vale il viaggio, anzi, la festa.
![Ciccimarretati, la zuppa di legumi](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2017/08/Ciccimarretati-la-zuppa-di-legumi.jpg)
Ciccimmaretati, la zuppa di legumi che dà il nome alla festa
Gli altri piatti tipici del menu sono le Mulignane ‘mbuttunate, cioè le melanzane imbottite alla cilentana, con pomodoro e ripieno di uova e cacioricotta di capra; il grano al forno, antica ricetta pasquale; i cavatielli al sugo di pomodoro; foglie e patane cu’ lu vicci, ossia una sorta di mallone con patate lesse e foglie di barbabietola insaporite da un soffritto di olio, aglio e peperoncino e servito con una sorta di pane pizza; e le patate al pomodoro e formaggio cotte al forno.
![Ciccimarretati, i cavatielli](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2017/08/Ciccimarretati-i-cavatielli.jpg)
Ciccimmaretati, i cavatielli
Completa il menu un piccolo assortimento di formaggi, con caciocavallo e cacioricotta di capra fresco. Nel corso del tempo, poi, si è affinata anche la proposta nel bicchiere, con una lista di vini cilentani: tutti produttori locali, compresa una piccola azienda di Stio.
![Ciccimarretati, caciocavalli](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2017/08/Ciccimarretati-caciocavalli.jpg)
Ciccimmaretati, caciocavalli
![Ciccimarretati, i fichi freschi del Cilento](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2017/08/Ciccimarretati-i-fichi-freschi-del-Cilento.jpg)
Ciccimmaretati, i fichi freschi del Cilento
Ma la festa di Ciccimmaretati merita di essere segnalata non soltanto per la valida e genuina proposta gastronomica, già di per sé motivo di vanto, viste le centinaia di sagre paesane che impazzano in estate da Nord a Sud, solo per raccattare turisti per caso – come ricorda Marco Contursi qui, nel suo intramontabile pezzo contro le pseudo fiere del cibo improvvisato, veri e propri mangifici da evitare come la peste.
Questa di Ciccimmaretati è anche (diremmo soprattutto) una festa popolare bene organizzata, cioè un qualcosa che nel 90% dei casi è un ossimoro. Si mangia bene, si paga il giusto e si sta bene perché l’organizzazione è semplicemente perfetta. Vediamo perché.
- Si svolge in un parco verde attrezzato. Un grande bosco di castagni secolari, ampio, pulito alle porte del paese, a circa 650 metri di altezza, con un parcheggio esterno grande, ordinato e disciplinato. Il clima è fresco, l’aria è pulita. La manutenzione viene fatta con cura e regolarmente.
- I tavoli, numerati, con sedute di legno e tettucci di copertura anti umidità sono ben distanziati, suddivisi in piccole aree individuabili grazie a colori diversi su mappe ben disegnate, dislocate in tutta la zona coinvolta.
Ciccimmaretati, scorcio dei tavoli
- All’ingresso un paio di postazioni elettroniche registrano al computer la prenotazione ai tavoli con nome e numero di cellulare, in modo che il codice col numero del tavolo – che arriva via sms – semplifichi la prenotazione e riduca il tempo di attesa. Una volta ricevuto il numero di prenotazione si ritira il voucher stampato e si individua il proprio tavolo per accomodarsi.
- Una volta al tavolo, uno dei ragazzi dello staff viene a prendere l’ordinazione: il menù, semplice ed immediato, così come i vini, sono riportati sulla tovaglietta in carta riciclata: 7 piatti (dai 4 euro e 50 ai 5 euro) e tre tipi di dolci.
Ciccimmaretati, i dolci
- Il personale coinvolto (circa 100, tra ragazze e ragazzi ai tavoli e signore del paese che si occupano della cucina) è educato, preparato, gentile, prodigo di informazioni. Ma soprattutto è entusiasta e partecipativo. In una parola, tutti condividono lo spirito della festa e la gioia dell’ospitalità.
Ciccimmaretati, in cucina
- La festa è anche una fiera del piccolo artigianato locale, e non solo gastronomico. Vengono ospitati produttori di fichi, di miele, confetture, formaggi, salumi ma anche artigiani che lavorano il legno di olivo, la paglia, le canne, le foglie di granturco, e ancora, cosmesi naturale, uncinetto, cucito.
Ciccimmaretati, le conserve di fave
Ciccimmaretati, la sopressata di Gioi Cilento
- La musica è quella popolare, di gruppi locali che suonano dal vivo, senza pseudo suoni spaccatimpani.
- Le cucine si trovano in un enorme locale rivestito di legno, e sono aperte e visitabili: lo spettacolo delle signore che cucinano e assemblano i piatti (12 soltanto per fare i cavatielli, dalle 7 di mattina alle 17:00 e molte sono le stesse da 25 anni, ci racconta Claudio D’Ambrosio) non ha prezzo. Le norme igieniche e di sicurezza, tutte rispettate, nulla possono sulla spontaneità dei loro visi e dei loro sorrisi. Una festa nella festa.
Ciccimmaretati, le signore del paese in cucina
- Ogni sera partecipano circa 2000 visitatori. D-U-E-M-I-L-A. Bene: non ci sono assembramenti, calche, gruppi chiassosi, non c’è violenza acustica o verbale di sorta, non vedrete una sola carta – o, peggio, un solo bicchiere di plastica – per terra.
Insomma, anche nel profondo Sud, un’altra sagra è possibile. Quando i grandi numeri non abbassano la qualità del cibo e dei prodotti e vengono convertiti invece per investire di più e per fare – e organizzare – sempre meglio. Lunga vita a Ciccimmaretati!
Tutte le info su:
www.ciccimmaretati.it
![Ciccimarretati, esterno delle cucine](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2017/08/Ciccimarretati-esterno-delle-cucine.jpg)
Ciccimmaretati, esterno delle cucine
2 Commenti
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Bellissimo articolo degno di una bellissima sagra.
Tutto alla ricerca del gusto e sapori genuini Congratulazioni a presto non come turisti ma come ospiti grazie dell’articolo