Cicciano (Na), Da Bartolo. Alla ricerca della trattoria di paese con gli Accademici della Cucina
Via Puglie, 7
Tel. 081.8248768
Aperto sempre
Chiuso mercoledì
Sui 25 euro
di Tommaso Esposito
Giornata di sole.
Buonumore e allegria tra gli Accademici della Cucina di Nola alla riscoperta delle trattorie di paese. Giuseppe de Martino, il Delegato, ci porta da Bartolo.
In quel di Cicciano, dove i Russo hanno dato un buon nome alla tradizione pastaia campana.
Bartolo Esposito sta qui da sessanta anni. A pranzo e a cena.
Senza sosta.
E’ un eroe in tempo di crisi.
Sabato e domenica pieno di giovani e famiglie.
Si mangia come a casa propria.
Cordialità e simpatia, ma anche professionalità e grande attenzione per l’ospite.
Quelle coccole che ti fanno felice e ti invitano a ritornare.
La cucina? Tra mare e terra.
Oggi c’è un po’ di tutto in bellavista: calamari, alici, gamberi, saraghi, triglie.
Giungono dal Tirreno e fanno sosta a Nola.
E diventano una gran bella insalata marina.
Si comincia con una pizza infornata nel ruoto. Da queste parti va di moda e si offre al trancio.
Una via di mezzo tra la pizza doc e la focaccia.
Simone Padoan dei Tigli a San Bonifacio se ne fa un vanto.
Bartolo ci riesce alla grande.
Un po’ morbida e un po’ croccante.
Soffice ed elastica al tatto, saporita e fresca al palato. Per il pomodoro crudo, l’aglio e il basilico. Contrasti occasionali, non ricercati. Ma riusciti. Da bis.
La bruschetta. Bruciacchiatina la crosta per il forno a legna minaccioso, ma non è un difetto. E’ il trucco amarostico che stimola l’appetito. Mi trattengo.
Giungono le fritturine: cecenielli in pastella, alici indorate e calamaretti. Profumo di mare e tanta sapidità, mitigata da cuori di carciofo alla griglia e limone.
Ecco i cazzilli con fagioli e seppie.
Cazzilli? Che sono? Gli gnocchetti di farina e acqua soltanto, che mia nonna Mariuccella chiamava cazzamarri. Si sciolgono in bocca. Saporiti.
E poi rigatoni con lo stocco.
Un po’ di carni: maiale e agnello alla brace. Un assaggio di braciola di cotica nel tiano.
Del maiale finalmente si sente il gusto suino. E così pure dell’ovino.
Il segreto di Bartolo, trattore di paese, è il suo amico macellaio di paese.
E poi qui a Cicciano il porco è venerato.
Si fa gran festa per lui il 17 gennaio, giorno dedicato a Sant’Antuono.
Gli accademici prendono appunti. La “Cucina delle festività religiose” è sempre una ricerca aperta.
Bartolo ci porta infine il suo Babà imperiale.
Alla frutta. Una fusione. Un vezzo dedicato agli eretici.
Dimenticavo i vini: il Greco di Tufo Gemina di Mastroberardino, l’Aglianico Clanius di Caputo, un beverello Gragnano La Mura e un rosso del contadino ciccianese.
Moka in finale con le praline di Argentina e Pippo del Besana Group.
E’ stata una gran bella giornata.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
grande Tommaso, dobbiamo fare un gemellaggio, tra paesi e città:)
Giulia@ Io estenderei la tua ricerca gastronomica Low Cost in tutta la Regione Campania !