Chimera Bianco 2006 Colli Aprutini igt, Villa Medoro
La magnum giaceva ormai da almeno dieci anni in cantina riposando quieta al riparo dalla luce nella sua cassetta di legno. Ma in occasione dello SvuotaCantina 2023 di casa mia in Cilento è arrivato il suo turno. Chimera esiste ancora nell’azienda Villa Medoro, un’azienda di quasi cento ettari che dal 1997 ha iniziato a etichettare il vino ottenuto dalle proprie uve su impulso di Federica Morricone, terza generazione proprietaria.
Parliamo dell’annata 2006, prodotto in edizione limitata, un esperimento voluto all’epoca da Riccardo Cotarella che assemblava metà Falanghina e metà Trebbiano, un incontro fra Tirreno e Adriatico che nell’eterno vagare delle uve fra i due mari segnava un po’ la consacrazione del vitigno campano suk versante orientale del Paese, con robuste presenze in Daunia, primo in Molise e con affacci anche in Abruzzo.
La procedura è un po’ figlia del suo tempo, fermentazione in barriques nuove e poi dodici mesi in bottiglia. Beh, la bevuta ha confermato che non tutte le cose del passato erano sbagliate. Il giusto dosaggio del legno, la tonicità tipica della Falanghina ha restituito un bianco di grandissimo valore che probabilmente difficilmente potremo ritrovare perchè oggi Chimera è solo Trebbiano lavorato in acciaio.
Il colore giallo paglierino carico luminoso annuncia subito un vino in perfetto stato di conservazione, senza ripiegamento ossidativi, del resto l’uso di buoni tappi, la buona conservazione e il formato Magnum danno sempre ottima soddisfazione.
Il naso complesso, ampio, ricco di frutta evoluta ma anche note fresche balsamiche trova una perfetta corrispondenza nella beva, gradevole, sapida, senza cedimenti zuccherini, alcol e legno in perfetta simbiosi, chiusura lunga, precisa straordinaria.
Che riflessioni possiamo fare a margine di questa piacevole bevuta collettiva? Che la furia neopauperista antibarrique non sempre ci ha visto giusto e che l’ideologia, dalla quale si sta per fortuna uscendo, della vinificazione dei vitigni in purezza dovrebbe essere subordinata alla cultura dl blend che ha sempre maggiori possibilità, tranne in alcune occasioni specifiche.
Lo sanno bene produttori ed enologi che nelle regole per le doc e docg lasciano sempre un margine all’inserimento di altre uve.
Chimera 2006 è un grande bianco del Sud, ricco di carattere, capace di affrontare qualsiasi gastronomia regionale strutturata, ma soprattutto teso ad invogliare la bevuta sino alla fine della bevuta, come poi in effetti è stato.
Insomma, ce ne usciamo con la convinzione di sempre: non è lo strumento in se a poter determinare il giudizio finale di un vino, ma il suo uso.
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