Chandon Garden Spritz: il mondo Chandon ritorna in Italia
di Simona Paparatto
Ana Paula Bartolucci, l’ideatrice di Chandon Garden Spritz, torna in Italia, in veste di chef de cave di Chandon Argentina. Un gran traguardo perché è la donna argentina più giovane ad aver assunto questo ruolo.
La location è quella del Secret Garden di via Senato: un giardino esperienziale nel cuore di Milano, allestito ad hoc per la masterclass nella quale Ana Paula racconta alcuni segreti dell’eccezionale spumante dal tocco unico.
Chandon è stata fondata nel 1959 a Mendoza, in Argentina, zona vitivinicola conosciuta in tutto il mondo, dominata dalla catena delle Ande, che bloccando i venti umidi provenienti dall’Oceano Pacifico, trasforma Mendoza in un deserto d’alta quota, con un clima continentale. Le condizioni climatiche e dei terreni (eterogenei, di origine alluvionale) e l’ampia escursione termica diurna, consentono all’uva di maturare lentamente, conservando tutta la sua naturale acidità.
Per Chandon Garden Spritz, il vino base, lo Chandon brut, che concorre nella ricetta per il 70%, fermenta con metodo charmat lungo. Le uve sono: pinot noir, chardonnay e a volte un 10% di semillon. “Questo è il prodotto con cui Chandon Argentina è nata sessant’anni fa e quindi per noi è grande fonte di orgoglio poterlo usare come vino base”.
Allo spumante si aggiunge la parte bitter, formata da differenti liquori, con un contenuto alcolometrico di almeno 40°: si va dal bitter che dà il sentore tipico dell’arancia amara, l’ingrediente più importante (in grado di aggiungere un tocco particolare a questo magnifico sparkling), all’incredibile intensità del cardamomo (mediante cui al naso si vuole ottenere una sorta di aroma botanico mentolato, di eucalipto ed al palato, una buona complessità, che si riscontra nel prodotto finale), per passare al sentore terroso, quasi di legno bagnato, della genziana, che al palato si riconosce per la sua amarezza: arriva in cantina nella sua forma originaria di radice per essere, poi, macerata.
Questi sono i tre ingredienti principali, ma ve ne sono anche altri, in misura minore.
Per esempio, ad Ana piace raccontare l’aneddoto della vaniglia, usata in una percentuale minima (0,02%) nella ricetta finale, che chiaramente nessuno riscontra, ma senza questa goccia, il risultato finale non sarebbe lo stesso.
“Questa è la precisione che noi desideriamo: ci sono voluti quattro anni per sviluppare la ricetta e 64 diverse proposte e tentativi. La ricetta numero 64 soddisfa appieno i requisiti ricercati”.
Per arrivare ad ottenere il colore rosa tenue, tipico di Chandon Garden Spritz, bisogna però aggiungere una parte di vino Malbec (2%) che aumenta l’intensità fruttata, senza aggiungere tannino. A completare il tutto, al servizio, non dovrà mai mancare il ghiaccio: è stato proprio pensato così, perché con due o tre cubetti di ghiaccio si risveglia, si desta, si accentua la parte agrumata, andando a smorzarsi la parte più aromatica delle erbe, per raggiungere l’equilibrio perfetto, permettendo di ottenere un risultato finale fresco e fruttato.
Ottimo per accompagnare frizzanti serate estive, servito con una fettina di arancia essiccata e un rametto di rosmarino, ma anche per le dolci sere invernali, guarnito con arancia e cannella.
“Per noi c’erano dei requisiti importanti da assolvere perché il prodotto fosse di alta qualità, come l’utilizzo di ingredienti naturali, trasportati presso la nostra cantina in modo tale che noi, da perfetti enologi, potessimo seguire tutte le diverse fasi, direttamente”. Le arance arrivano da Tucumán, a 1200 Km a nord di Mendoza (tramite un fornitore con certificazione organica) e vengono sbucciate. Le bucce vengono destinate a due diversi processi: quelle fresche vengono macerate nel brandy e dell’alcol, proprio per far esprimere tutta la loro freschezza; una parte delle bucce, invece, subisce un processo di essiccazione con conseguente disidratazione, a cui seguono tostatura e macerazione. Nel liquore si troverà una miscelazione di entrambe.
Chandon Garden Spritz è stato un punto di svolta un punto importantissimo per Chandon Argentina, perché ci ha permesso di tornare in Europa e negli Stati Uniti. Da prima casa fuori dalla Francia del 1959 adesso ce ne sono sei: in Cina, India, California, Brasilia, Brasile, Argentina. “Tra le sei cantine, lavoriamo insieme su diversi progetti creando comunità, seguendo la via d’innovazione”.
Ana Paula ha presentato anche due prodotti speciali d Chandon Argentina. Per il momento non sono ancora disponibili in commercio, ma sono in produzione a Mendoza. “Fanno parte del nostro progetto”. Sono due spumanti le cui uve derivano da vigneti d’alta quota, Cepas del Plata e El Spinillo, tra i 1400 ed i 1650 m/slm, dove l’aria è fresca, con un’escursione termica giornaliera di 16°C: condizioni perfette per creare acidità naturale, ma anche eleganza e complessità:
Chandon Cuvée Réserve Blanc de Blancs, lavorato al 100% con uve chardonnay (metodo tradizionale, 24 mesi sui lieviti). Il vino (non solo per la freschezza, la nota fruttata che conferisce, ma anche per l’acidità naturale che è determinata dall’alta quota ed a seguito dei dell’invecchiamento di 24 mesi su lieviti selezionati) regala volume al palato, rendendolo molto piacevole: la sensazione è di pienezza, di grassezza e di elegante complessità. (Affina min. 3 mesi in bottiglia).
Chandon Cuvée Réserve Blanc de Noir. 100% pinot noir. “Anno dopo anno dobbiamo fare del nostro meglio per mantenere la personalità di questo Pinot Noir, che al naso ha una parte molto marcata del frutto rosso: per noi è molto importante che lieviti non tolgano questa parte fruttata della freschezza”. Al palato è speziato e minerale. Vino di grande potenza, struttura e complessità aromatica. (Affina min. 6 mesi in bottiglia)
“Abbiamo terreni estremamente eterogenei: ci sono terreni pietrosi, che drenano l’acqua, fino ad arrivare a zone limose o argillose. Sono a macchie sparse, che conferiscono, pertanto, caratteristiche molto diverse ai vigneti. Un tempo la nostra zona era un deserto, quindi c’è costante emergenza d’acqua ed abbiamo bisogno di irrigare i nostri vigneti usando ciò che abbiamo a disposizione, come la neve dell’inverno e tramite forme di irrigazione a goccia: una squadra composta da sei ingegneri agronomi, studia attentamente il fabbisogno di acqua per ogni microzona, così da ridurre al minimo gli sprechi, per questo, ogni anno, facciamo studi particolareggiati sulla quantità di acqua che è assolutamente necessaria per ogni appezzamento, anche per l’azione del cambiamento climatico in corso, tema che ci sta molto a cuore”.
“Chandon Garden Spritz con il liquore all’arancia amara, fatto a mano con erbe e spezie locali, racchiuse in una ricetta artigianale segreta, pronta da condividere, per un fantastico aperitivo, realizzato con la metà dello zucchero di qualsiasi altro spritz, senza aromi né coloranti artificiali, naturalmente delizioso”.