Champagne a cuore aperto: otto etichette da non perdere
di Teresa Mincione
“Champagne a cuore aperto” è l’ultimo evento messo a segno da Emanuele Izzo, delegato AIS Penisola Sorrentina e Capri. Qualità e fantasia sono le parole chiave dell’arte dell’organizzazione che tanto è propria al giovane delegato. Traghettare gli ospiti nel cuore dello Champagne attraverso una porta straordinaria quanto diversa, l’intento di Samuel Cogliati, relatore della serata e profondo conoscitore del mondo viticolo d’oltralpe. Persuasivo divulgatore italo-francese, non da ultimo editore e scrittore. Non attraverso le sacre porte del perlage o dell’ipnotizzante suono del nettare chiamato Champagne, bensì attraverso le orme di vini che ebbero il merito di scrivere pagine di storia in un tempo anteriore rispetto all’avvento dello champagne e che furono il tratteggio di un terroir: i Coteaux Champenoise. Se è vero che la Champagne da 200 anni circa ha legato il suo destino alla bevanda più famosa al mondo, è vero anche che prima del suo avvento furono dei vini fermi a caratterizzare la produzione interna. Insomma, prima dell’avvento del metodo della rifermentazione in bottiglia, conosciuto come metodo champenoise, i vini tipici locali erano essenzialmente fermi. I coteaux champenoise, definiti da alcuni “i vini tranquilli della Champagne”, sono i vini fermi nella versione bianca, rossa e rosata, noti per la loro leggiadria, misurata mineralità, oggi tornati in voga tra serrate fila di appassionati.
Le loro lodi affondano le radici già nel 1700, quando Jean Godinot lodava i nettari della sua regione evidenziandone la finezza, la leggerezza e la delicatezza. Nel 1959 lo storico Roger Dion raccontava che: “costavano caro al consumatore non solo perchè la coltura della vite donde provenivano era essa stessa onerosa ma anche perchè troppo fragili per tollerare di essere miscelati all’acqua, e si lasciavano bere a grandi sorsi. Farne uso corrente durante i pasti quotidiani era un lusso regale; di qui la loro repitazione di essere naturalmente destinati al consumo dei grandi signori”. Per il microbiologo dei suoli Claude Bourguignon le terre viticole della Champagne erano assai idonee, data la struttra delle argille, alla produzione di ottimi vini rossi. I coteaux bianchi invece, lasciarono le prime tracce solo nel XVII secolo, con una produzione minoritaria sia nella versione blanc de noirs sia quella blan de blancs. La loro rappresentatività fu suggellata nel 1936 quando arrivò la prima denominazione “Vin originaire de la Champagne viticole”, che cambiò viso nel 1953 diventando “Vin nature de la Champagne”, trasformatasi poi definitivamente, nel 1974, in “AOC Coteaux champenois” eliminando il toponimo Champagne.
In parallelo, nel 1947 nasceva un’altra appelation d’origine, l’AOC Rosé des Riceys riservata ai soli vini rosati fermi ben rappresentati nelle odierne 40.000 bottiglie annue totali. A partire dal 1700, iniziò il lento declino dei coteaux champenoise, contestualmente alla richiesta del mercato di vini rossi più strutturati, che il terroir champenois faticava a produrre. Con l’arrivo del 1800 e ancor più dei primi anni del 1900, le richieste dei vini fermi rossi e bianchi, in Champagne, cedettero definitivamente il passo al meraviglioso Champagne (che negli anni della Bella Epoque sfiorò quasi 30 milioni di bottiglie l’anno). I coteaux champenoise possono essere prodotti in tutta la Champagne, tutttavia, come accade in molte zone viticole del mondo, solo qualche areale porta con sè una vera e propria tradizione di produzione.
Esempio ne sono il versante sud della Montagna di Reims e della Grande Vallée de la Marne. I territori di Bouzy e di Cumieres narrano la recente tradizione nella produzione dei coteaux champenois nella versione rossa. Anche Ambonnay e Ay possono vantare produzioni significative: nella parte meridionale della Cote des Blancs, a firma di chardonnay, il comune di Vertus fa sua una predilezione per il pinot noir nella produzione di vini fermi rossi di qualità. Sillery, invece, verso la fine del 1800, fu celebre per il suo vino bianco fermo.
I vitigni? Quali possono concorrere alla realizzazione di un coteaux champenois? Tutti i vitigni autorizzati per la denominazione Champagne sono ammessi anche per i vini fermi: pinot noir, chardonnay, pinot meunier, pinot blanc, fromenteau (pinot gris), arbanne, petit meslier, vinificati in purezza o in assemblaggio.
I coteaux champenois rossi e rosati sono in genere ottenuti dalle sole due uve rosse, i bianchi possono derivare dalle cultivar bianche, grigie o rosse vinificate in bainco. Il pinot noir è quello prediletto per i rossi, lo chardonnay o il pinot noir in bianco sono l’opzione piu ricorrente per i coteaux bianchi.
Oggi la produzione dei coteaux champenois è legata a orgoglio, tradizione, immagine. Ciò che oggi rimane di quella antica identità vitivinicola sopravvive grazie anche alla denominazione Coteaux champenois e ai vignanioli che hanno continuato a realizzare questi prodotti. Produrre vini fermi bianchi, rossi e rostai in una regione cosi a nord, dal clima rigido per la viticoltura, è a dir poco ardimentoso, costoso o ancor più rischioso se solo si considerano le basse rese (oltre il 50%), la scelta esclusiva di appezzamenti ben esposti e ben drenati, o ancora una impostazione agronomica di partenza, come l’ improntare una produzione di vino esclusivamente da vecchie viti. In termini numerici, il mondo dei coteaux stima all’incirca le 100.000 bottiglie l’anno che corrispondono allo 0,03% dei quntitativi medi annui della vitivinicoltura regionale. Insomma, una goccia nell’oceano.
Perchè scegliere un coteaux champenoise? Perchè sono in grado di stupire con l’eleganza, la freschezza e la mineralità. D’altronde vengono prodotti solo nelle migliori annate..
Ai calici..
COTEAUX CHAMPENOIS BLANC “LES CRAYONS à EUILLY – MCN” TARLANT 2019
MCN Coteaux Champenois Blanc nasce nella Valèe de la Marne sulla rive gauche, precisamente nel comune di Euilly, nel Lieu-dit Yes Crayons. Le lettere rappresentano i lieux-Dits dai quali provengono le uve (M – Pierre de Bellevue C – L’Enclume N – Les Crayons), mentre sull’etichetta, la lettera tra le tre scritta a caratteri più grandi rappresenta il vitigno da cui è composta (in questo caso MCN sta a significare ottenuto da Pinot Nero). Pinot noir in purezza vinificato in bianco, cresce a 80/100 m.s.l.m. in esposizione a nord, su terreni gessosi.
Un vino che fermenta spontaneamente e affina in botti di rovere di secondo passaggio per 14 mesi. 586 sono le bottiglie prodotte.
Paglierino tenue dalla tessitura propria di chi non riceve né filtrazioni né chiarifiche.
Un articolato ventaglio olfattivo si racconta nelle note di fiori d’arancio, pompelmo, tiglio, zeste di limone, melissa. A dirla con un solo aggettivo: tisanoso. Il roteare regala refoli vegetali e di idrocarburo che diventano un volano per valicare idealmente il confine e sfiorare ricordi tedeschi. Al palato è l’acidità a segnarne la personalità. La matrice salina riesce a cogliersi appena l’acidità va sfumando. Finale pietroso, salino, agrumato. Quando berlo? Tra una decina d’anni.
Presumibile prezzo in enoteca: tra i 90 -100 euro
Con un aggettivo: Rock!
COTEAUX CHAMPENOIS BLANC PREMIER CRU TREPAIL DAVID LECLAPART 2020
Il secondo calice nasce nel terroir della Grande Montagna di Reims nel comune di Trepail. Chardonnay in purezza, affonda le radici su un terreno argilloso – calcareo su gesso ad un’altitudine di 150/180 m.s.l.m. con esposizione a est/sud-est. La fermentazione e la malolattica sono avvenute spontaneamente in botti piccole. Nessuna filtrazione nè chiarifica. Affina per circa un anno in legno piccolo.
A volerlo comparare con il calice precedente, è innegabile il grande e profondo divario segnato dalla maggior rotondità di quest’ultimo, nonostante un anno in meno al precedente in etichetta.
Paglierino luminoso. Note di asparago crudo, gesso, smalto, anice, zafferano, rosmarino si accompagnano a refoli di resina, tiglio, cardamomo. All’assaggio è nobile nella fattura, ben integrato e piacevole grazie alla scia salina che evidenzia una straordinaria finezza. Grande agilità gustativa, grintoso, sapido, lungo, di grande eleganza. Balsamico e lungo nel finale. Dopo il primo vino questo in confronto è una carezza gustativa!
Presumibile prezzo in enoteca: 95-100 euro
A definirlo? Oltre il naso c’è di più!
COTEAUX CHAMPENOIS ROSé PINOT NOIR FLEURY
E’ nell’Aube, nel comune di Courteron che questo Pinot Noir in purezza nasce da viti di 35-40 anni su suolo argilloso-calcareo- marnoso.
La fermentazione alcolica è stata spontanea con un affinamento con metodo solera delle annate 2017- 2018 e 2019 per 24 mesi. 1500 le bottiglie prodotte.
Luminoso in un elegante volteggio del rosa verso il rosso. Fragolina di bosco, lamponi, caramelle calde, chiodi di garofano in leggero sussurro. Cipria in polvere, canditi, bergamotto. Qualche secondo e tutto cambia. Una elegante nota ferrosa veicola in un nuovo panorama olfattico: carpaccio, topinambur, liquirizia, orchidea, paprika dolce. Una curiosa complessità genetica rapisce l’olfatto. L’assaggio è soavemente elegante con il tannino che intarsia a tutto tondo. Un calice dove alcol e parte materica sono un tutt’uno, quasi rendendo la parte alcolica poco percepibile. Che bel bere.
Presumibile prezzo in enoteca 75-80 euro
L’idea che esprime? Spensieratezza.
ROSé DES RICEYS “EN VALINGRAIN” O. HORIOT 2016
Un pinot noir in purezza che nasce nella zona dell’Aube, a Barsequanail, comune di Riceys e precisamente nel Lieu-dit Valingrain. Il terreno, esposto a sud – sud- est, è marnoso con tracce di calcare a 200-280 mslm.
Un calice caratteriazzato da una malolattica spontanea con affinamento di 22 mesi. Appena velato nei toni chiaretto. Grafite, piccoli frutti rossi, ribes, giuggiole, rosa canina, zolfo. A palato la sapidità la fa da padrona con un grande esplosione in sapidità e freschezza. Un vino che poco spazio dona alla corrispondendenza gustolfattiva. Oggi, viscerale ma troppo ingombrante. Il tempo lo aiuterà a trovare la giusta dimensione.
Le bottiglie prodotte: 1560
Presumibile prezzo in enoteca 55-60 euro
Dinamite pura.
COTEAUX CHAMPENOIS ROUGE “CONFIANCE” FRANCK PASCAL 2018
Il blend di Franck Pascal racconta di pinot noir e meunier nati nel terroir della Valle de la marna, sulla rive droite nel comune di Baslieu sous Châtillon, e precisamente nel Lieu-dit Les Terres Rouges su terreni di matrice sedimentaria – silicea ( pietra molare). L’affinamento viene svolto in contemporanea con i due vitigni per 24 mesi.
Duemila le bottiglie prodotte.
Rubino luminoso. Il bouque si apre sulle note di smalto, cuoio, succo di mirtillo con un leggero soffio di volatile. Sentori di sottobosco fanno da sfondo a una sottile traccia di brett, terra bagnata, piccoli frutti rossi. Interessante la traccia mediterranea accompagnata dal corredo speziato-ematico-ferroso. Resina, timo. A chiare lettere, è il meno francese della batteria. Al palato è lungo e sapido. Vibrante la trama tannica radicata in una soddisfacente pienezza di assaggio.
Presumibile prezzo in enoteca 55-60 euro
In una parola: maschio!
COTEAUX CHAMPENOIS ROUGE “PERMISSION” DRAPPIER 2018 Nell’Aube, nel comune di Urville, nel Lieu-dit Les Egrillers, si produce questo calice in purezza. Il pinot noir nasce su suoli argillosi, calcarei-marnosi godendo di una esposizione a sud -sud -ovest.
Il coteaux champenois rouge di Drappier ha una spontanea macerazione di14 giorni e affina in piccole botti di rovere e viene vinificato senza solfiti. Le bottiglie prodotte sono 1008.
Rubino brillante. Arancia sanguinella, note sulfuree, liquirizia, straccio bagnato. Un vino più grasso del precedente con un sorso vigoroso quasi a rieccheggiare la valle del Rodano settentrionale. Salino e lungo nel finale. A suo modo esuberante ma non perfettamente coordinato..eppure ha classe. Per dirlo simpaticamente in metafora, viene in mente un grande calciatore con un accessorio in divisa fuori posto.
Presumibile prezzo in enoteca: 75-80 euro
COTEAUX CHAMPENOIS RICEYS ROUGE OLIVIER HORIOT 2017
Un vino che nasce nell’Aube, a Barsequanail nel comune di Riceys (Riceys- Bas) nel Lieu-dit En Barmont. Riceys è l’unico villaggio della Champagne in cui convivono tre diverse denominazioni, due delle quali producono vini fermi: Coteaux Champenois e Rosé de Riceys. Questo calicedi pinot noir in purezza nasce su suoli argillosi – calcareo-marnosi esposti a sud-sud-est a 200 m.s.l.m..
La malolattica è stata spontanea e l’ affinamento si è svolto in botte per 22 mesi con nessuna filtrazione nè chiarifica. Le bottiglie prodotte sono 13420.
Rubino luminoso. Un vero e proprio paradiso floreale! Rosa canina, orchidea, fresia, violetta, gerbera, mughetto, menta, rabarbaro. Persistente la scia di cardamomo su refoli terrosi e carnosi. Al roteare picchi di chiodi di garofano e cannella. Al sorso è verticale e gustoso. Elegante nell’espressione di un’ottima tessitura tannica incorniciata da una persistenza fresco-sapida. Verticale, intrigante, fragrante, carezzevole. Un vino pronto per conquistare o per coccolarsi.
Presumibile prezzo in enoteca 55-60 euro
Semplicemente .. Goloso!
COTEAUX CHAMPENOIS ROUGE AMBONNAY GRAND CRU “CUVEE DES GRANDS COTES “ EGLY OURIET 2018
Nel terroir della Grande Montagna de Reims, nel comune di Ambonnay e nel Lieu-dit Cercets nasce il pinot noir in purezza di Egly Ouriet.
Gesso, argilla e tracce calcaree caratterizzano il dna del terreno su cui nasce, tra filari orientati a sud est a 130-170 mslm. Un vino privo di filtrazioni che affina in barrique 20 mesi di cui il 30% nuove e il 70% di secondo passaggio.
Si chiude in grande stile la degustazione condotta da Samuel Cogliati. Un calice profondamente ambizioso che si discosta da ogni assaggio precedente. Rubino dalla trama sottile. L’apertura del ventaglio olfattivo è di grande impatto. Borgognoneggia in eleganza. Accattivanti le note di fiori rossi carnosi, peonia, terra bagnata, spezie scure, liquirizia. Viole, sottobosco, scatola di sigari a seguire. L’eleganza è parimenti espressa al gusto: la spalla acida accompagna il sorso che seppur potente e carnoso dimostra un’innata finezza e persistenza. Il tannino è soave nell’evidenziare ogni aspetto del sorso.
Presumibile prezzo in enoteca 250euro
In una battuta: la grande bellezza!
2 Commenti
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Ciao Teresa, bentornata. Sempre bravissima.
Ciao Teresa bentornata. Sempre bravissima.