Cetara, ristorante La Cianciola, mangiare a venti metri dal mare di Amalfi
Piazza Cantone, 13
Tel. 089.261828 – 346.3616168
www.lacianciola.it
Aperto sempre. Chiuso il Lunedì
Entro i 35 euro
di Tommaso Esposito
Quando la giornata è bella e piena di sole come questa, beh la voglia di vedere il mare ti viene.
Ti assale dirompente.
Vuoi sentire il profumo della salsedine e la brezza che si insinua tra gli scogli e gli alberi delle barche ormeggiate in vista delle banchine.
Desideri colti al volo.
A Cetara, a Cetara.
Ci si incontra sul molo per le quattro chiacchiere tra amici.
Da continuare in trattoria.
Seduti in attesa del desinare.
‘A Cianciola .
Ora La Cianciola.
Tradizione antica rinnovata da Vincenzo Giorgio.
Pesce di giornata che giunge con le barche.
Mare che non tradisce mai.
E terra con i suoi ortaggi e agrumi, con i suoi olivi e le sue vigne.
Giungeranno in tavola schietti e netti.
Senza orpelli, né pretese.
Come tu li vuoi.
Alt, ecco le acciughe sottosale di Cetara.
Diliscate e adagiate su un trancio di pane bruno.
Basta l'olio di qua e la brezza si sente.
Nitida. Dal mare.
L'antipasto va con la parmigiana di zucchine e alici .
Insieme c'è un'alice indorata e fritta, farcita di provola filante e affumicata.
Fresco il pomodoro della salsa, ancora gagliarda la zucchina e croccante l'indoratura.
Ah, i vini.
La cantina di Vincenzo l'è bella e ricca, ma oggi l'ospite ci permette di giocare con quattro delle nostre bottiglie in attesa di assaggio, portate al tavolo con il giornale.
Diritto di tappo, consentito e condiviso.
Bene.
Luciano, che si impegna nel merito a chiosare il post, intanto porge i suoi: Contadi Castaldi Zero Franciacorta 2006, bollicine, e Selvetelle Greco di Tufo docg Centrella 2005.
Dal benvenuto all'alice e poi sul secondo.
Io i miei: Terre degli Angeli Greco di Tufo Terredora 2006 e Nardò Rosso Nerìo Schola Sarmenti 2006.
Tra l'antipasto e i primi.
E cioè i tubettoni alici, olive e capperi.
Ma ci son pure i pomodorini di altura, i pinoli, l'olio e il prezzemolo.
Una pattuglia ciaciona, saporita, gustosa.
Così pure i ravioli farciti di tonno cotto al vapore in salsa di noci della costiera.
Lo confesso: quasi mai apprezzo i sughi di panna.
Questo di Vincenzo mi strappa un'eretica lode.
Nerìo furoreggia.
Ci sono due pezzogne che aspettano.
Al sale, al sale! Reclama Francesco.
E pure Romualdo.
Papille delicate e nobili.
In guazzetto con patate, invece, per Luciano e me, dalle rustiche papille.
Non si commenta.
Si gode.
Infine il dolce.
Familiare chiusura.
Ancor più cara nel dì di festa e di sole: il babà, la cioccolata e la pizza di crema , limone e pinoli.
Ma come è stata cianciosa'sta Cianciola!
7 Commenti
I commenti sono chiusi.
Bella Tommà,
come già ho avuto modo di dirti scoprii Nerìò nel 2009 e me ne innamorai. il buon Tornatore dovrebbe averne una bottiglia del 2005 da me devoluta presso il suo “antro”….chissà se è ancora lì….informiamoci!!!! Un caro saluto!
Bel racconto, Tommaso, come sempre… sembra di risentirlo il sole sbarazzino di domenica scorsa.
Piaciona, si l’aggettivo mi pare proprio quello giusto per la cucina della Cianciola.. da godere tutto, con sapori netti e golosi…
Grande Vincenzo, ottima cucina e non solo
cucina fantastica, a pezzogna il meglio che c’è, i vini non da meno, locale da sognare e godere
stato 3 mesi fa: mangiato 4 stronzate…….t’ scosn’ o’ cul’…….pardon per la volgarita’, ma quan’ c’ vo’, c’ vo…….
vorrei sapere quali sono queste 4 stronzate caro signor marcello grazie .
vorrei sapere quali sono queste 4 stronzate caro signor marcello grazie