Cetara, ristorante Al Convento
Piazza S. Francesco, 16
Tel. e fax 089.261039
www.alconvento.net
Sempre aperto, chiuso il mercoledì (mai in estate)
Il terrazzo del ristorante sulla piazza di Cetara e Pasquale Torrente
Acquapazza, San Pietro o Convento? Da oltre dieci anni è la domanda che mi fanno gli amici che vogliono provare la magia di Cetara. La mia risposta è però sempre la stessa: tutti e tre, provate quello libero e poi tornate. Proprio per questo nostro salomonico atteggiamento, dovuto alla assoluta affidabilità che ciascuno dei protagonisti della rivoluzione gastronomica cetarese ha garantito, oggi aggiorniamo Al Convento di Pasquale Torrente, il cui stile è più nazionalpopolare, semplice e senza grilli per la testa, coniugato però alla grande capacità di aggiornarsi, sino a tirare fuori piatti memorabili come la genovese di tonno o lo scammaro, la mia migliore ricetta di pasta sinora nel 2009.
Il locale riesce a coniugare numeri e qualità offrendo un’autentica cucina di mare low cost che non tradisce mai le aspettative, la cucina ha sapori precisi e netti, non c’è mai possibilità di perdersi dietro pasticci. Il menu è ben organizzato, a cominciare dagli antipasti (alici marinate, tonno sott’olio, tonno affumicato con rucola, carpaccio di polpo, soutré, l’ottimo tortino di scarola e bottarga di tonno, le alici fritte con la provola e la parmigiana di pesce azzurro). Quelli freddi non superano gli otto euro, i caldi stanno sui dieci.
Tra i primi, oltre al must costituito dagli spaghetti con colatura di alici, segnaliamo i bucatini con pomodoro San Marzano, un piatto tanto semplice e popolare quanto introvabile, le linguine con lo scammaro, gli ziti spezzati con la genoves e di tonno, gli intramontabili scialatielli ai frutti di mare. Molto semplici i secondi: frittura del Golfo, pescato all’acqua pazza, gamberoni alla griglia, tonno alla brace o tagliata di tonno. Il locale fa anche ottime pizze e presenta zuppe particolari, come quella classica di fagioli e cozze, chiudendo la partita con un piccolo assortimento di formaggi del territorio i dolci partenopei. Il menu della tradizione cetarese costa 30 euro, alla carta mangerete al massimo con 40 euro.
Grande attenzione ai vini, con una carta che gira grazie ai giusti ed equilibrati ricarichi. Per gli appassionati dello stile marinaro è un punto di passaggio obbligato. Pasquale sa essere un ospite attento e cordiale, in grado di capire al volo le esigenze di chi si siede a tavola. Mangerete sul romantico terrazzino affacciato sulla piazzetta centrale del paese nella buona stagione oppure tra le volte del convento, ben restaurato, tra la cucina, il forno a legna e una bella parete piena di bottiglie da non perdere.
Visita del 19 novembre 2004.
Persino i toni del grigio di una giornata di novembre lungo le strade della costiera amalfitana sembrano riflettere più luce che altrove. Una volta arrivati a Cetara, prima di sedersi a tavola, conviene perciò allungarsi a piedi fino al porticciolo e godersi le case e i colori di questo borgo marinaro a pochi chilometri – ma mille anni luce – dal caos cittadino di Napoli e Salerno.Il ristorante, come suggerito dal nome, è ricavato da un antico convento. All’interno i tavoli sono distribuiti in un ambiente spazioso dal soffitto imponente, arredato con molta semplicità, mentre con la bella stagione si mangia all’aperto su un delizioso terrazzo da cui si possono osservare le chiacchiere della principale piazza del paese.
Altrettanto semplice e senza pretese il menù recitato a voce: il pescato del giorno finirà nei vostri piatti a seconda della fantasia dello chef o dei vostri desideri. Le alici, che qui sono – da secoli – l’elemento base della cucina, vengono impanate, imbottite di provola e fritte, accompagnate, come antipasto, da pesce spada o tonno affumicato oppure da un tortino tiepido di scarole, pane raffermo, uvetta, pinoli e bottarga di tonno. Tra i primi, oltre agli spaghetti con la colatura di alici, paccheri con crema di zucca e gamberetti o pasta alla genovese nella curiosa – ma riuscita – variante con il tonno. Griglia o acquapazza le cotture preferite per il pesce, mentre la sera, volendo, si può scegliere di mangiare una pizza. Il campanello di allerta sui vini è squillato finalmente anche qui e così si trova più di qualche buona etichetta del Sud.
Servizio familiare ma accorto e conto sui 30 euro.