Cesanese che passione, degustazione di nove etichette con Slow Food
di Paolo Mazzola
Serata particolare quella del 3 novembre presso l’agriturismo La Polledrara di Paliano. 9 Cesanese in degustazione a rappresentare le tre espressioni laziali, Olevano, Piglio e Affile, un intruso coltivato alle falde dell’Etna e tanti prodotti d’eccellenza tipici di quest’area, formaggi, salumi, pani e legumi.
Parterre d’eccezione a guidare la serata : i coordinatori regionali di Slowine Lazio Fabio Turchetti de “Il Messaggero” e Slowine Campania Luciano Pignataro de “Il Mattino”, Stefano Asaro di Slowine della segreteria nazionale SlowFood, Monica Mastino fiduciaria della Condotta SlowFood “Territori del Cesanese”, Paolo Mazzola di Slowine e Francesca Litta di Slowine nonché padrona di casa.
Tutti i produttori presenti e ciò ha reso la serata preziosa e tante le presenze importanti fra il numeroso pubblico, Antonio Ciminelli, ovvero la cultura del Cesanese, Marina Alaimo di Slowine, Maria Ernesta Berucci direttrice della Strada del Cesanese del Piglio…e tanti amici e professionisti.
La degustazione si è svolta presso l’Agriturismo “La Polledrara” osteria chiocciolata SlowFood, un luogo che ci è caro per il rigore, la conoscenza e la lettura del territorio e la qualità della cucina, di Vincenzo D’Amato chef dell’Alleanza e Francesca Litta sommelier da diversi lustri.
Abbiamo iniziato con Olevano Romano, Migrante Sigillum 2008, 14°alc. presentato dall’ottimo Lorenzo Fanfarillo. Inizio con il botto, a dimostrazione della maturità enologica che Lorenzo ha raggiunto. Vino di grande equilibrio gustativo : colore rosso granato, leggermente scarico ed è un’importante nota di tipicità, note olfattive con tanti sentori : fruttati di ciliegie sotto spirito , balsamici di erbe di campo e speziati di pepe . Al palato si conferma succoso, ampio, di buona freschezza , con tannini che mordono il giusto e con ottima persistenza. Un equilibrio gustativo giocato su toni non sommessi medio alti . Per molti è stato il vino preferito, io devo confessare che ho sempre preferito di casa Migrante il Consilium e stavolta mi devo cospargere il capo di cenere.
Cirsium 2008 di Damiano Ciolli,14,4°alc. il giovane protagonista di una minirivoluzione nell’area del Cesanese con le sue vinificazioni che rispettano e assecondano le tipicità del vitigno, nel colore e nell’estrazione di tannini, e con la cura in vigna quasi maniacale ( vigne vecchi e di 50 anni quelle dedicate al Cirsium). Chiocciola Slowine il suo Cirsium 2009.
Questo millesimo è quasi un Cesanese maroniano, tanto è preponderante la presenza del frutto, una bella ciliegia croccante, di nitidezza e pulizia esemplare, seguono variegate sensazioni di spezie. Al palato conferma le note olfattive , ha una chiusura tannica pulita ed un buon allungo. Vino segnato dall’eleganza come il primo lo è stato per equilibrio.
Passiamo ad Affile, con il Cesanese di montagna, visto che siamo a più di 600m s.l.m. Cisinianum 2010 di Formiconi, 14,5°alc, presentato da
Vito Formiconi . La cantina quest’anno è stata premiata con i 5 grappoli dall’AIS per il Capozzano 2010.
Si presenta un po’ più chiuso, scontroso, un cavallo di razza da domare. Note olfattive di visciola mescolate a note balsamiche e di spezie. Immediato e bevibile al palato, con una buona tannicità equilibrante, strutturato, pieno ed ampio.
Franchetti 2009- Passopisciaro 15,5°alc. . Siamo all’intruso, un Cesanese coltivato in Sicilia, da Franchetti, che a metà degli anni ’90, dopo aver preso le marze a Piglio, ha impiantato vigne in Toscana a Trinoro e successivamente a Passopisciaro . Presentato da Antonello Coletti Conti, vigne a 950 m. s.l.m., in località la Guardiola, alle falde dell’Etna, 12000 ceppi/ettaro con rese di 20-25 q.li di uva/ettaro. Note olfattive importanti di ciliegia e mandorla, al palato dimostra un’importante sapidità ed un buona persistenza aromatica, accompagnate da un tannino che morde ancora molto.
E veniamo al Piglio iniziamo con Diverso 2010, 15,5 °alc. della Cantina Sociale, presentato dal giovane enologo Daniele Proietti. Utilizza una tecnica particolare , una piccola parte delle uve viene leggermente appassita e successivamente addizionata alla massa per una seconda fermentazione. Non sempre dice Daniele è possibile vinificare in questo modo, adatto ad estrarre la tipicità del vitigno, nel 2007 , nel 2010 e nel 2012 è stato possibile per lo spessore delle bucce ottimale.
Il vino si presenta con belle note olfattive fruttate, seguita da persistenti sentori pepati. Una buona definizione aromatica. Al gusto è caldo, molto morbido , con buona persistenza.
Tenuta della Ioria 2010 , di Casale della Ioria 14°alc. , cantina premiata quest’anno dalla guida Slowine con la chiocciola, e vino Slow.
Presentata da Paolo Perinelli presidente del Consorzio Cesanese del Piglio
, e guida storica della denominazione insieme ad Antonello Coletti Conti e Marcella Giuliani. Le vigne di Tenuta della Ioria, fratello minore di “Torre del Piano”, sono ad Anagni, la vinificazione è in botte grande. Vino molto tipico, con caratteristiche sussurrate gentilmente. Sensazioni olfattive variegate e complesse, Frutta, spezie, sottobosco quasi terroso, balsamico che si susseguono ordinatamente. Elegante al palato e di ottimo equilibrio con buona freschezza e tannini risolti, chiude con una lunga ed ammaliante persistenza.
Romanico 2010 di Coletti Conti, presentato dall’esuberante Antonello Coletti Conti, proprietario ed enologo dell’azienda , una delle più titolate del comprensorio e con lunga tradizione familiare alle spalle. Premiato con i 5 grappoli dalla guida dell’AIS. Vino dalla struttura imponente dall’alto dei suoi 15,5°alc, è il timbro di Antonello, note olfattive importanti, di confettura di amarena e di spezie, a cui segue cenere e sottobosco. Ben equilibrato al gusto con importante morbidezza ed un tannino risolto ad equilibrare. Oggi questo stile di vinificazione è spesso criticato, per le sue concentrazioni ed estrazioni e viene ascritto come tipico degli anni’90. Difficile però tirare fuori un campione come il Romanico se non sei prima contadino e poi enologo come Antonello. L’occasione è gradita per una rapida carrellata sugli stereotipi oggi di moda nel campo enologico, alcuni magari rappresentano un’evoluzione ..altri perderanno d’importanza.
Colle Vignali 2009 Riserva di Terre del Cesanese 15°alc., vinificato in Cantina Sociale e presentato da Daniele Proietti. Per me è stata un’autentica sorpresa e devo confessarlo : IL MIO PREFERITO!!
Cru aziendale coltivato nel vigneto omonimo molto vocato, con rese intorno ai 45 q.li/ettaro. Vinificato in botte grande di rovere di Slavonia. Cantina consapevole della propria qualità, che ricorda Daniele a ridosso del 2000 ha innalzato il prezzo delle bottiglie prodotte, per qualificare diversamente il Cesanese.
Al palato è rotondo, morbido, nitido e pulito, elegante, con una buona sapidità. Note olfattive giocate sul frutto croccante, sul sottobosco e sulle spezie.
Chiudiamo con Pileum 2008 Bolla d’Urbano 15,5°alc. Tonino Borgia che presenta si definisce un innamorato incompetente che decide di intraprendere l’attività di produzione dopo una sbornia a casa Berucci. Vigneti vecchi di 50 anni e nuovi a Pompeiano e Valle Bianca , con terreni vulcanici e sabbioso-argillosi.
Sensazioni olfattive di ciliegie mature e di spezie , al palato è imponente, strutturato morbido con tannino fine equilibrante.
Fra i prodotti tipici autentici capolavori : fra i salumi, uno spettacolare prosciutto e una pancetta affinata in Cesanese, dell’azienda Pietro Celletti, la ventricina della norcineria Sebastiani, e il carpaccio di bufala di Gaetano Mastrantoni , fra i formaggi lo scamosciato della Ciociaria di Faustini, una riserva personale del nonno come ci dice Stefania Nobili, tolto dal commercio 2 anni fa e girato in maturazione su tavole di frassino il Gran Cacio di Morolo di Scarchilli, il Blu di Bufala di san Lorenzo in Valle, dell’azienda agricoal Emme, con bufale a stabulazione libera e il Pecorino di Picinisco di Loreto Pacitti.
Fagiolo di Oricola di “La Polledrara “, Pane alle prugne e con farina di mais dell’azienda Poggi.
Tanta ricchezza che merita di essere approfondita , nelle storie dei prodotti e produttori, vive nel Mercato della terra di Anagni di Slow FOOD .
Che dire , siamo ad una delle prima puntate.. di una storia importante quella del Cesanese grande vitigno del Lazio.
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
LEtto con molto piacere ma non concordo su un punto: il vino di Ciolli non lo considero “maroniano”
E’ un quasi Andrea, nel senso che una sensazione di frutto nitida e pulita emergeva forte su tutto. Penso che fra un paio d’anni possa emergere una notevole comlplessità.
Pane alle prugne del panificio MARIOZZI TERESA di AFFILE.
Paolo, non ci sono parole che possano compensare lo straordinario lavoro da te fatto per far conoscere questo straordinario vino Laziale.
Vorrei aggiungere un commento alla degustazione che trovi qui:
http://foodwineadvisor.wordpress.com/2012/11/05/il-cesanese-uniniziale-panoramica-su-questo-grande-vino-rosso-laziale/