Cecubo 2012 Roccamonfina igp, il primo rosso senza solfiti aggiunti di Riccardo Cotarella a Villa Matilde


Cecubo 2012 Villa Matilde

Uva: piedirosso, primitivo e altre varietà locali
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Chissà se questo Cecubo di Riccardo Cotarella potrà vivere a lungo come alcuni vecchi millesimi di Villa Matilde. Chissà, quel che è certo è che si tratta di un vino che guarda al futuro perché prodotto senza solfiti aggiunti.
Si tratta del primo vino naturale di Villa Matilde e rientra nel progetto scientifico del Wine Research Team (WTR) coordinato dall’enologo dell’azienda riconosciuto a livello internazionale Riccardo Cotarella. «Un lavoro delicato che parte in primis dalla vigna e dal volere ottenere le uve “perfette”. Dalla vigna alla cantina è la prima vinificazione a fare la differenza. In questo modo le caratteristiche del vino rimangono intatte».

Così Riccardo Cotarella spiega il progetto al quale lavora da otto anni con il suo team composto da Fabio Mencarelli, tecnico dell’alimentazione, Riccardo Valentini, climatologo, tutti del Dipartimento per l’innovazione dei sistemi biologici dell’Università di Tuscia, assieme a Cesare Catelli, biologo.
Si tratta di un vino fatto con piedirosso, primitivo e altre antiche varietà autoctone che si esprime subito al naso con una bella esplosione di frutta rosso in un corredo di note balsamiche molto eleganti. Il mosto fermenta su lieviti indigeni a temperatura controllata per circa 30 giorni, poi passa in barrique di Allier per 12 mesi e si affina in bottiglia per altri 12.
In bocca è sapido, fresco, molto elegante, snello e veloce. Da abbinamento. A nostro giudizio ha bisogno ancora di un po’ di tempo per ricomporsi.

È il primo vino campano del team costruito da Riccardo in tutta Italia, uno sguardo preciso al mercato sempre più attento che guarda a questo segmento produttivo. Le uve vengono dalla storica Tenuta di San Castrese a sessa Aurunca, su terreno vulcanico, il vigneto ha una età media di 35 anni. Noi lo abbiamo goduto su una strepitosa pasta e patate di Manfredi a Chiaja, ma, grazie alla buona acidità, ha lavorato bene senza essere invasivo anche sulla frittura di fravaglia.

Villa Matilde SS Domiziana n°18, 81030 Cellole CE www.villamatilde.it [email protected]. Ettari: 70. Enologo: Riccardo Cotarella. Bottiglie prodotte: 700.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, abbuoto, falanghina

Un commento

  1. Ho l’impressione che stiamo giocando con il fuoco.Ora che abbiamo raggiunto ,nel mondo del vino italiano ,un buono e diffuso livello qualitativo ho la netta sensazione che si voglia strafare andando oltre le potenzialità del nostro territorio con biologico bio dinamico e senza solfiti.Da sempre la mia convinzione è che se c’è nel vino una sostanza sicuramente dannosa questa è di sicuro l’alcol .Inoltre ,in annate umide e piovose come l’attuale chi si avvale di queste tecniche alternative ,ammesso che riesca a portare in cantina un prodotto accettabile,quanti trattamenti a base di rame ,che é un metallo che va ad accumularsi nel terreno,ha dovuto fare e con quali costi? Rifacendomi quindi ad una recente intervista del professor Moio vorrei concludere dicendo che personalmente penso che allo stato attuale sia sufficiente attuare un’agricoltura sostenibile non invasiva ,ma che interpreti l’annata usando tutti i rimedi fisici o chimici che la scienza mette a disposizione in modo da portare in cantina le uve nella migliore condizione possibile.FM.

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