Catalò 2008 vdt, La Catalanesca del Vesuvio


Benny Sorrentino (foto Marina Alaimo)

SORRENTINO

Uva: catalanesca
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Mi ritrovo nuovamente a parlare di questo vino e dell’uva catalanesca con la quale è prodotto. Ma proprio non posso farne a meno. Sono stata in questi giorni in visita alla cantina Sorrentino, in compagnia della solare Benny, titolare ed enologa dell’azienda di famiglia.

Il Vesuvio visto dall'azienda Sorrentino

Abbiamo passeggiato insieme tra i vigneti alle falde del Vesuvio, dove la vite affonda le sue radici tra lapilli e pietra lavica, in un contesto assolutamente unico e magico. Non trovi ovunque la terra di colore nero, sulla quale domina sornione il Vesuvio che in questo periodo dell’anno è tinto di magnifici colori: all’intenso verde del bosco di pini ad ombrello si alternano ampie macchie gialle dovute alla presenza invadente delle ginestre. Il vigneto è composto dai tipici vitigni vesuviani: coda di volpe, falanghina, catalanesca, piedirosso ed un po’ di aglianico. Vengono allevati parte con il tipico sistema della pergola vesuviana, sopratutto utilizzata per il piedirosso, per proteggerne i grappoli e preservarne l’acidità dal forte irraggiamento solare, e parte a spalliera.

Volutamente alcuni tratti del vigneto sono coltivati in promiscuità con pomodorini del Vesuvio, alberi di noce, albicocchi vesuviani, per preservare la memoria contadina che da generazioni scandisce i tempi e le tradizioni di questa famiglia. Non mi dilungo sul fatto che la collaborazione della giovane Benny nella conduzione dell’azienda Sorrentino, ha coinciso con un notevole miglioramento dei vini e del lavoro svolto. Questo per non ripetermi in modo tedioso sul fatto che le donne del vino stanno segnando un grande cambiamento generazionale. Benny si è laureata in scienze viticole ed enologiche all’università di Torino. Ha condotto uno studio approfondito sulla caratterizzazione varietale dell’uva catalanesca, dal quale è emerso che il profilo aromatico di questo vitigno, mai preso in considerazione in precedenza, si esprime bene nel tempo, essendo una varietà neutra.

Un giocane grappolo di catalanesca

Grazie anche alla ricchezza in sapidità e mineralità conferita dal suolo vulcanico, ed da una ricercata acidità, il vino prodotto con quest’uva sa affrontare a testa alta la sfida del tempo, regalando evoluzioni intriganti al suo scorrere inesorabile. L’annata che ho degustato è la 2008, le uve utilizzate sono prodotte in regime biologico, allevate a spalliera ad un’altitudine che va dai 350 ai 600 metri sul livello del mare. Il colore è giallo paglierino intenso tendente al dorato, al naso sa essere discreto ed intenso allo stesso modo, si concede lentamente, è floreale di ginestra e mimosa, poi la pesca gialla ed il cedro candito, ben presente la mineralità espressa nei toni della pietra focaia. In bocca ha freschezza spigolosa, decisa sapidità e buona mineralità, che con fermezza confermano il carattere vulcanico del terreno di provenienza. Da abbinare a piatti che richiedono sapidità e freschezza del vino, quindi crostacei, sia crudi che appena scottati, anche la classica crema di ceci con polpo e crostini, oppure la magnifica zuppa di cipolle ramate di Montoro di Antonella Iandolo. Essendo un vino che sa esprimere contemporaneamente leggiadria e decisa personalità, musicalmente lo abbino all’aria di Vivaldi “Zeffiretti che sussurrate”.

Questa scheda è di Marina Alaimo

Sede a Boscotrecase, via Casciello 5.
Tel e fax 081.8584963
www.vinivesuvio.com
Enologo: Carmine Valentino e Benigna Sorrentino.
Ettari: 18 di proprietà.
Bottiglie prodotte: 250.000. Vitigni: coda di volpe, falanghina, fiano, greco, catalanesca, aglianico, piedirosso.